Un nuovo modo di fare mobile game

Se mi ami, non morire è un mobile game uscito qualche giorno fa e disponibile su Google Play e App Store, si tratta di un’avventura testuale che con i suoi simili non ha proprio niente a che vedere.

La storia narra di Nour, una giovane ragazza siriana che intraprende un pericoloso viaggio verso l’Europa per sfuggire alla guerra e a tutte le atrocità che essa porta con sé. Aiutata dal marito Majd, che viene impersonato dal giocatore, Nour parte da Homs, e a seconda dei consigli che le daremo raggiungerà determinate mete, ma durante il gioco tutto può succedere, ciò che colpisce infatti è l’imprevedibilità degli eventi nei quali Nour potrebbe essere trascinata.

Il viaggio verso la salvezza

Bury me, My Love è il titolo originale dell’opera, si tratta di un detto siriano che letteralmente significa “Abbi cura di te e non pensarci nemmeno a morire prima di me”. La morte, la paura e l’incontrastabile desiderio di libertà è ciò che gira intorno al gioco, intorno alle vicende di Nour e Majd, marito e moglie, alla ricerca di una vita migliore, lontani dalla guerra.

Nour è la prima ad affrontare il “viaggio della speranza”, l’accordo è che, una volta trovato un rifugio sicuro, Majd avrebbe raggiunto Nour dovunque ella si trovi. Se mi ami, non morire gira proprio intorno a questo, durante il gioco, le scelte del giocatore avranno un impatto fortissimo sul destino di Nour che agirà e reagirà in conseguenza al luogo e agli eventi che la circondano.

Il tema della guerra e dei migranti assume in questo piccolo, grande gioco il ruolo principale lasciando che il videogiocatore si renda conto di che cosa significhi affrontare quel viaggio verso la salvezza di cui sentiamo parlare tutti i giorni al telegiornale. Se mi ami, non morire è un gioco ben pensato e ruota attorno alla speranza che alle volte diventa vana, di trovare un luogo sicuro in cui poter vivere lontano da tutti quegli orrori vissuti che non potranno mai essere dimenticati.

Nour è una ragazza molto giovane che da sola decide di affrontare il viaggio più pericoloso della sua vita, questo perché non ce la fa più a vivere in un paese deturpato dagli orrori della guerra, eppure, quella è la sua casa e lei la ama, lei e Majd amano la propria patria, la propria terra, ma si può rimanere nel posto che si ama rischiando di morire in qualsiasi momento?

Se mi ami, non morire non tratta soltanto di guerra, migrazione e orrori, affronta a 360° tutto ciò che ruota attorno il tema della migrazione, tutti i rischi che le persone corrono per cercare la salvezza, tutto ciò che gli stati Europei fanno e non fanno nei confronti di queste persone che spesso, troppo spesso, vengono lasciate a se stesse o semplicemente prese e rispedite da dove sono venute.

Ti guiderò io, amore mio

Il fulcro del gioco sta proprio nelle scelte, una volta iniziato Nour e Majd si scambieranno una serie di messaggi, Nour aggiornerà Majd su tutto quello che succede e soprattutto, sugli imprevisti che le capiteranno chiedendo spesso la propria opinione al videogiocatore che dovrà rispondere di conseguenza.

Bisogna stare molto attenti alle scelte che si faranno perché queste potranno condurre Nour ad atroci sofferenze o al fallimento del viaggio o, al contrario, potranno portarla nei posti più disparati, ma comunque verso la salvezza.

Nel simulatore di smartphone che avremo davanti non saranno disponibili soltanto i messaggi che i due sposi si scambieranno, ogni tanto sarà anche possibile inviare delle foto a Nour o, cosa più importante, la localizzazione GPS. Il gioco offre una mappa dell’Europa, del Medioriente e del Nord Africa e, man mano che Nour avanzerà nel proprio viaggio, saranno disponibili diversi posti tra cui Beirut, Damasco, Istanbul, Izmir e tantissime altre città che saranno segnalate se Nour passerà da lì.

Il fattore più interessante della mappa a disposizione consiste nella possibilità di selezionare ogni città e vedersi rivelata una breve biografia di quest’ultima con tutte le informazioni riguardanti i migranti e le migrazioni.

Il gioco, bisogna precisare, è ambientato nel 2015, anno dove, per esempio, in Ungheria era stato eretto il famoso “muro” per impedire le migrazioni. Il videogiocatore dovrà tenere conto di tantissimi fattori per permettere a Nour di concludere con successo il proprio viaggio, quindi, per esempio, passare per l’Ungheria non è sicuramente una buona idea.

Una foto per visualizzare la realtà

Lo scambio di foto che si vede spesso tra i due sposi è forse l’elemento più simbolico di tutto il gioco, a seconda di dove Nour si troverà avremo modo di vedere, effettivamente, ciò che la circonda, spesso, facendo rendere conto al videogiocatore di quali siano, veramente, gli orrori che vedono tutte le persone che sono costrette ad affrontare un viaggio così pericoloso e, spesso, mortale.

Non è facile giocare a Se mi ami, non morire, il gioco trascina il giocatore all’interno di una realtà che si sta tutt’oggi consumando, cercando di renderlo partecipe del dolore e delle disgrazie che molti dei migranti hanno dovuto patire nel corso del loro viaggio. Questi viaggi sembrano tanto lontani da noi quanto, in realtà, sono vicini. Sensibilizzare le persone in merito a un tema così importante è forse ciò che lo rendono un gioco che merita non solo di essere giocato, ma anche un altissimo livello di ammirazione perché, con una stretta al cuore, riesce a trasportare il giocatore nelle vite di Nour e Majd e riesce a far comprendere che cosa davvero significhi la sofferenza, il dolore di dover lasciare la propria amata casa, la paura nell’affrontare un viaggio estremamente pericoloso e il dolore di possedere un futuro che da un momento all’altro potrebbe non esistere più.

Parliamo di un piccolo capolavoro che racchiude in sé tutti i dettagli, tutte le scelte, tutto il dolore di quelle persone che troppo spesso vengono dimenticate e lasciate in disparte, nei campi profughi senza alcun diritto, senza alcuna garanzia, costretti a vivere in condizioni disumane perché nel frattempo, dall’altra parte, gli stati “sviluppati” stanno decidendo che cosa farne di loro, o che cosa non farne. Vuole essere una presa di coscienza, per tutte quelle persone che storcono il naso quando sentono parlare di migrazioni, che alzano gli occhi al cielo, che credono che tutti i migranti abbiano in realtà una scelta. Se mi ami, non morire, è un fulmine a ciel sereno, trasformato in gioco, per sbattere in faccia alle persone la verità.

Verdetto

Se mi ami, non morire, è un gioco che funziona sotto tutti gli aspetti. Affronta un tema difficile da sviscerare, ma lo sviscera con una naturalezza e un’amarezza molto difficile da rendere in un semplice gioco per smartphone. Se dovessimo lamentarci di qualcosa, il suo unico difetto è che ogni tanto crasha, ma si parla di una volta su cento, e sarebbe l’unica nota negativa che ci sentiamo di dare.

Per il resto il gioco utilizza magistralmente tutte le sue carte e porta il videogiocatore attraverso un viaggio che lo vedrà coinvolto molto più profondamente di quanto si sarebbe mai aspettato. Se mi ami, non morire, è un gioco che tutti dovrebbero provare, giocare una, due, tre volte. Perché una volta finito si può ricominciare e attraverso le scelte permettere a Nour di cambiare il proprio destino, se in bene o in male, questo dipende da voi.

 

 

 

Sara Tamisari
Romana, laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice e Social Media Specialist per Stay Nerd ed esploratrice di galassie lontane nel tempo libero. Libri e videogiochi sono la sua passione. Quelli belli. Quelli di Fantascienza, quelli che affrontano tematiche LGBT, quelli che portano a una maggiore consapevolezza di se stessi. Diventano ossessione, tanto che scriverci sopra è ormai indispensabile. Founder di AndroideClandestina.com: l'ossessione diventa blog.