Tutta colpa di Dracula

Una famiglia come tante, una situazione singolare. Monster Family è un film d’animazione, tratto dal libro di Ben Safier “La mia famiglia e altri orrori”, e diretto da Holger Tappe, con le voci di Max Gazzè e Carmen Consoli, dal 19 ottobre al cinema.

Emma Wishbone, proprietaria di una libreria, è una madre di famiglia alle prese con i problemi di tutti i giorni, suoi e dei suoi cari: il marito Frank è oppresso dal lavoro ed è sempre assente; la figlia Fay è un’adolescente che deve districarsi tra i brutti voti a scuola e l’ossessione per l’aspetto fisico; il figlio Max è un piccolo genio sempre preso di mira dai bulli.
La famiglia ha i suoi alti e bassi ed Emma si prodiga ogni giorno per tenere insieme il collante che unisce il nucleo familiare, non sempre riuscendoci. Per una strana coincidenza Emma si ritrova a parlare al telefono con Dracula in persona, il quale si invaghisce subito di lei. Per avvicinarla, il principe delle tenebre costringe una strega a lanciare un incantesimo su Emma e trasformarla in un vampiro, ma rimarranno coinvolti anche tutti gli altri membri della famiglia che assumeranno le sembianze di mostri. I Wishbone cercheranno quindi di tornare normali braccando la strega, ma Dracula è determinato a conquistare il cuore di Emma, provando a convincerla ad abbandonare la sua famiglia e a restare un vampiro per sempre.

Il film esteticamente si presenta bene, le animazioni sono carine e il design dei personaggi è cartoonesco quanto basta. Il doppiaggio è piuttosto buono, nonostante le voci dei protagonisti siano quelle di due cantanti. Nota interessante è che il doppiatore del figlio minore è il vincitore di un concorso per partecipare al film: il piccolo Valerio Abbondanza di 11 anni, il quale si è dimostrato all’altezza del compito. Carmen Consoli e Max Gazzè hanno intrapreso il progetto con entusiasmo e il timbro delle loro voci è più che adatto ai personaggi; tra l’altro la leggera zeppola di Gazzè si sposava inaspettatamente bene con l’elegante canini-a-punta sfascia famiglie. I due cantautori hanno anche creato la canzone dei titoli di coda “Monster Family”. Quindi ben tre membri del cast sono dei principianti in materia di doppiaggio, il che non è esattamente un male, ma è un’iniziativa delle case di produzione italiane che, per quanto cerchiamo di sforzarci, non riusciamo a capire (anzi, facciamo finta).

Il vampiro innamorato

Il Dracula che viene presentato è accattivante e fascinoso come da copione, anche se – come ci si potrebbe aspettare – un po’ reso macchiettistico, e viene fatto cantare per farlo apparire meno minaccioso. Si nota fin da subito che il film nasce dalla carta stampata: la storia è originale e i personaggi ben definiti, ma è nello svolgimento che i difetti si fanno evidenti, cosa dovuta da una mancanza durante l’adattamento. Teoricamente il fulcro della vicenda sarebbe il corteggiamento di Dracula ma le scene con lui ed Emma sono piuttosto misere, sia di numero che di sostanza.
Il romanzo originale presenta scene a sfondo vagamente “erotico”, però la regia ha deciso di tagliare completamente ogni tipo di riferimento romantico, rendendo le avance del vampiro piuttosto asettiche e insignificanti. Ovviamente Emma può sbarellare per la sete di sangue bramando di uccidere, ma non sia mai che si pensi che Dracula voglia baciare una donna sposata. Inutile dire come i tagli drastici al plot principale della vicenda renda lo svolgimento del tutto alquanto superficiale. Altro grosso problema sono le gag che risultano talvolta ripetitive: se una scenetta può essere simpatica la prima volta non la sarà di certo la decina. Ma niente sarà mai fastidioso come i pipistrelli di Dracula, che piuttosto che far ridere fanno venir voglia di ammazzarli. Ultima postilla: davvero la flatulenza fa ridere? Forse i bambini, ma solo la prima volta!

A parte le gag mancate la storia comunque fila e il messaggio è molto bello e originale. Interessante è come vengono affrontate le tensioni familiari, come ognuno tenda a scaricare le proprie frustrazioni sull’altro e una volta tanto viene messo in evidenza il punto di vista della madre, circostanza originale in quanto di solito i riflettori sono puntati sui figli. Purtroppo non si può dire che Monster Family vada a ricoprire un ampia fetta di pubblico; di sicuro è per bambini e per i genitori che li accompagnano, di certo un venticinquenne senza figli sentirà solo di aver buttato i soldi del biglietto. Tutto ciò è un vero peccato perché con un paio di gag infantili in meno e un filo di realismo in più, questo film d’animazione avrebbe potuto anche tener testa ad un cartone animato Pixar o DreamWorks.

monster family recensione

Verdetto:

Monster Family è, sostanzialmente, un film per famiglie, che fuori dal contesto si tramuta in un semplice cartone animato senza infamia e senza lode. Perfetto per i genitori che vogliono portare i figli al cinema, un po’ meno indicato per tutti gli altri.

Erika Pezzato
Laureata in lettere, cinefila per vocazione e scrittrice a tempo perso. Appassionata di film cult, fumetti e videogiochi, con un amore spasmodico per la letteratura, in particolar modo per il genere fantastico. In costante attesa che uno stregone bussi all'uscio di casa per offrire una nuova avventura alla quale non si può rinunciare.