“Desta il tuo passo quindi, rinserra il tuo affetto, cheta o scongiura la tua funesta ira”

Una dimensione invisibile agli occhi che tracima negli anfratti della realtà. Mondi che si intersecano tra loro, storie e mitologiche che collimano e danno vita ad una lotta millenaria per la supremazia. Antiche conoscenze, sortilegi, magie, significati e, soprattutto, nomi, che indicano l’essenza e l’aspetto di tutte le cose. Questo e ben altro potete trovare in Nomen Omen, ultimo fumetto ad uscire per Panini Comics. Un lavoro importante, a lungo atteso e finalmente arrivato che rischia di far parlare molto di sé, realizzato in tandem da una coppia d’assi composta da Marco B. Bucci e Jacopo Camagni. Presentato in pompa magna allo scorso Lucca Comics and Games, è già disponibile in libreria e in fumetteria. E vi consigliamo di non farvelo sfuggire.

Manhattan, 21 dicembre. È una notte fredda, funestata da una forte nevicata, ma per qualcuno è decisamente calda. Rebecca Kumar, in arte Becky, è una giovane che frequenta la Colombia University e che oggi compie ventun’anni, diventando finalmente adulta. È acromata, ovvero incapace di vedere i colori, ma questo non è mai stato un ostacolo quanto invece un punto di forza, una caratteristica che ha contribuito a renderla una ragazza speciale. Dopo aver festeggiato con una bella torta a forma di unicorno, fatta dai suoi più cari amici, si prepara per uscire dove l’aspetta una serata di follie e la sua prima bevuta ufficiale. Ma, poco prima di andare, accade qualcosa di incredibile, allucinante. Un’orribile creatura mezza umana e mezza corvo le strappa via il cuore dal petto, lasciandola a terra agonizzante. Ripresasi come per miracolo, non sarà l’unica stranezza con cui Rebecca dovrà fare i conti prima del sorgere del sole…

Annunciato più di un anno fa, nel corso della cinquantennale edizione della Mecca del fumetto italiano, Nomen Omen aveva già attirato diverse curiosità su di sé per molteplici motivi. Prima di tutto per l’editore, Panini Comics, che con questo progetto mostrava di volersi lanciare con più determinazione nel mercato del graphic novel. In secondo luogo per la coppia di autori dietro le quinte: Marco Bucci e Jacopo Camagni, due autentici assi del settore. Il primo è uno sceneggiatore navigato e da sempre appassionato di illustrazione e narrazione, che ha collaborato con le maggiori casi editrici e ha scritto Dogs of War; l’altro, un portento assoluto della matita che ha collezionato successi di pregio e ha iniziato a lavorare andando a bottega dal texiano Andrea Venturi, per poi farsi notare nel 2008, durante uno dei consueti contest Marvel, dall’editor C.B. Cebulski e da allora è una presenza fissa dalle parti della Casa delle Idee.
Queste brevi informazioni dovrebbero farvi capire di che razza di talenti stiamo parlando, talmente capaci da farsi notare con tranquilla nonchalance anche all’estero. I due, tra l’altro, avevano già lavorato insieme fondando lo Studio Dronio con cui hanno pubblicato Magna Veritas, storia che non ha tardato a conquistarsi simpatie al di fuori dall’Italia, dato che è stata pubblicata in Francia da Soleil. E ora ritornano a collaborare a distanza di tempo, presentandoci qualcosa di assolutamente potente e innovativo che rischia di ridefinire i contorni di un genere.

Al di là dell’enfasi e dai toni sensazionalistici, bisogna ammettere, fin da subito, che Nomen Omen è esattamente quello che ci si aspettava, forse anche qualcosa di più: una serie di altissimo livello in grado di istituire uno standard nuovo di qualità. Immediatamente si capisce quanto ampia sia la portata del prodotto, quale sia il suo ambizioso obiettivo, nonostante qualche singhiozzo iniziale che non facilita i primi assaggi della lettura. Infatti la storia, sulla carta un urban fantasy moderno, frizzante e vagamente young adult con sfumature fiabesche, non decolla subito come ci si aspetterebbe. Questo avviene per colpa di un ritmo forsennato che preme sull’acceleratore, effettuando una partenza troppo brusca, con la conseguenza che per diverse pagine ci si trova spaesati, bombardati di informazioni e catapultati in situazioni che fatichiamo a metabolizzare.

Per fortuna, è una sensazione che passa e, quando lo fa, lascia spazio ad un fantastico senso di meraviglia. Perché quello tratteggiato da Bucci e Camagni è un mondo narrativo strabiliante in tutti i suoi aspetti, retto da una trama fantasiosa, creativa, piena di tante trovate, citazioni, cultura nerd e battute. Soprattutto il linguaggio, i dialoghi, su cui è evidente il pregevole lavoro realizzato dallo sceneggiatore, fanno compiere un ulteriore salto in avanti alla storia, senza lesinare botte e risposte comiche e parolacce. Quello che prevale, dal punto di vista testuale, è il grandissimo mestiere di un autore come Bucci, che è perfettamente consapevole dei punti di forza e delle bellezze dell’intreccio, così da restituircelo in tutta la sua magnificenza. Anzi, forse addirittura esagera un po’, mettendosi a volte davanti alla penna e sottraendo qualcosa all’andamento complessivo e ai disegni. Disegni che sono splendidamente realizzati dallo stile di Camagni, che avevamo già imparato ad amare sulle tantissime testate Marvel su cui ha messo le mani.

Se infatti la sceneggiatura del collega è eccelsa sotto quasi tutti i punti di vista, la parte grafica che porta all’intero operato rischia seriamente di far gridare al capolavoro ad ogni pagina. A cominciare dal design dei personaggi che, partendo da quello della protagonista, è accattivante, cool, solido ma non banale. Lo stesso vale per le creature mostrate, un ampissimo campionario di mostri ed esseri da far tremare i polsi, le magie, gli effetti, i colori dosati ad hoc e la recitazione delle figure. Anche qui il risultato è talmente magnifico che si fatica a trovare un punto debole, forse rintracciabile in alcune sequenze d’azione un po’ troppo plastiche e delle tavole a volte eccessive, volutamente contorte laddove probabilmente si sarebbe potuto evitare. E le sequenze oniriche (dipinte da Fabio Mancini), per quanto di pregevole fattura sono troppo caotiche e spesso si fanno ammirare a causa della loro bellezza ma non per il loro peso effettivo sulla narrazione. Si tratta tuttavia del proverbiale pelo nell’uovo, dato che la vetta qualitativa raggiunta in Nomen Omen è veramente straordinaria.

Nomen Omen Vol.1 Total Eclipse of the Heart

Verdetto:

Nomen Omen è un graphic novel di straordinaria levatura che promette di indicare un nuovo livello per quanto riguarda l’urban fantasy a fumetti. Marco B. Nucci e Jacopo Camagni realizzano un lavoro splendido sotto tutti gli aspetti, di cui si sentirà parlare senza alcun dubbio. Certo è ancora presto per giudicarlo interamente, visto che mancano diverse parti alla conclusione, ma se una simile qualità sarà confermata e ripetuta, il capolavoro è dietro l’angolo.

Elia Munaò
Elia Munaò, nato (ahilui) in un paesino sconosciuto della periferia fiorentina, scrive per indole e maledizione dall'età di dodici anni, ossia dal giorno in cui ha scoperto che le penne non servono solo per grattarsi il naso. Lettore consumato di Topolino dalla prima giovinezza, cresciuto a pane e Pikappa, si autoproclama letterato di professione in mancanza di qualcosa di redditizio. Coltiva il sogno di sfondare nel mondo della parola stampata, ma per ora si limita a quella della carta igienica. Assiduo frequentatore di beceri luoghi come librerie e fumetterie, prega ogni giorno le divinità olimpiche di arrivare a fine giornata senza combinare disastri. Dottore in Lettere Moderne senza poter effettuare delle vere visite a domicilio, ondeggia tra uno stato esistenziale e l'altro manco fosse il gatto di Schrödinger. NIENTE PANICO!