One Punch Man: finalmente il manga in Italia

Definire One Punch Man in poche righe non è semplice. Non solo perché si tratta di un prodotto davvero ben confezionato, di grandissima qualità e straordinaria originalità, ma anche e soprattutto perché è stato, e continua ad essere, un clamoroso fenomeno mediatico, nonché un vero e proprio caso editoriale. Un prodotto capace di imporsi in modo nettissimo nel vastissimo panorama manga partendo da dove, oggi, tutti pensano di partire: il web. E’ infatti sul web che il misterioso autore ONE ha pubblicato le prime tavole di One Punch Man: tavole tanto discutibili (per non dire decisamente brutte) dal punto di vista del disegno quanto geniali da quello narrativo, e, proprio per questo, capaci di attirare l’attenzione di un disegnatore come Yusuke Murata, che ne ha immediatamente annusato le potenzialità, contattando ONE su Twitter per proporgli di collaborare. Il resto, come si suol dire, è storia. One Punch Man, scritto da ONE e disegnato da Murata è regolarmente pubblicato dal 2012 in Giappone, ed è finalmente arrivato anche in Italia in versione cartacea, (dopo l’approdo dell’anime su VVVVID qualche mese prima, cosa che gli ha permesso di essere conosciuto anche al grande pubblico italiano) lo scorso 7 Aprile, grazie a Panini Comics.

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La trama di One Punch Man è piuttosto semplice: Saitama, il protagonista, è un “supereroe per hobby” capace di sconfiggere qualsiasi nemico con un solo pugno. Tutto qui. E’ però dietro questa apparente semplicità che si nasconde la vera ricchezza dell’opera (oltre ai disegni di Murata, di cui si parlerà più avanti). A farla da padrone in tutto e per tutto è infatti il protagonista, alle prese tanto con i suoi straordinari superpoteri (frutto di un “allenamento estenuante” durato tre anni e che lo ha reso calvo) quanto con i problemi che da essi derivano. Ben consapevole della sua forza, infatti, Saitama è estremamente annoiato dalla vita e da ciò che lo circonda, perché cosciente del fatto che nessuno dei suoi apparentemente spaventosi e fortissimi avversari possa sconfiggerlo. Poco importa che siano mostri giganteschi e/o dotati di poteri sovrannaturali. Vanno tutti giù al primo colpo. Ed è proprio per questo che Saitama tratta i suoi avversari come un fastidioso ostacolo alle sue faccende quotidiane, esattamente come Genos, il giovane e potente cyborg che, dopo aver visto Saitama combattere contro un mostro, comincia a considerarlo come un maestro, tentando allo stesso tempo di scoprire cosa possa aver reso quell’ordinario venticinquenne calvo dall’espressione poco brillante un essere dotato di poteri sovraumani.

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Un mistero, però, che è tale solo nella mente di Genos, e che rappresenta uno dei tanti elementi “parodistici” che contribuiscono a rendere One Punch Man un prodotto eccezionale, un seinen che è anche battle shonen, e che proprio del battle shonen classico si fa beffe. Perché Saitama non ha bisogno di allenarsi nella Stanza dello Spirito e del Tempo. Quando entra in scena per la prima volta è già il più forte, e niente e nessuno può resistere alla forza devastante del suo pugno. Punto e basta. Come detto, la forza di One Punch Man sta nella genialità della trama e della narrazione, ma Saitama non sarebbe forse ciò che è, senza la straordinaria matita di Yusuke Murata, già apprezzato in Eyeshield 21 e, marginalmente, in Death Note. Una matita di assoluto valore che, con One Punch Man, potrebbe trovare, se mai ce ne fosse bisogno, la definitiva consacrazione. I disegni di Murata sono decisamente strepitosi, e raggiungono un livello incredibile soprattutto per le scene d’azione: il tratto di Murata rende infatti meravigliosamente il dinamismo dei combattimenti, dando la netta sensazione del movimento (non è un caso che molte sequenze disegnate da Murata siano state prese di peso e trasposte nell’anime, tanto sono “cinematografiche”). C’è poi, da parte del disegnatore, un evidente occhio di riguardo per i dettagli, che va dalle varie espressioni di Saitama (eccezionali i passaggi dalle classiche espressioni cupe da “supereroe classico” a quelle vacue da “pesce lesso”) alla caratterizzazione degli altri personaggi, che sia la spalla di Saitama, Genos, o un mostro che compare magari soltanto per una manciata di vignette, prima di cadere miseramente sotto i colpi (pardon, il colpo) di Saitama.

One Punch Man

Così come ONE per la parte narrativa, Yusuke Murata è certamente alla base del successo di One Punch Man per quanto riguarda quella grafica. Un lavoro di notevole pregio, che anche da solo varrebbe il prezzo del biglietto, se dietro, in realtà, non ci fosse tutto il resto.
Questo primo volume di One Punch Man funziona, di fatto, da semplice introduzione ad una trama che si amplierà notevolmente con il passare dei capitoli, e metterà Saitama di fronte ad un mondo a lui fino a quel momento totalmente sconosciuto, in cui si vedranno sfilare supereroi vari, mostri, minacce aliene ed altre amenità, e che regalerà al lettore momenti davvero esilaranti, pieni di quella magnifica ironia che pervade l’opera fin dalle primissime pagine: dallo scontro iniziale tra Saitama ed un mostro che sembra un evidente omaggio a Piccolo di Dragon Ball, all’incontro con Genos e, infine, a quello con i primi cyborg della “Casa dell’Evoluzione”, che di fatto chiude questo primo volume di un’opera che rappresenta un vero e proprio picco di qualità in mezzo a tanta mediocrità e che, proprio per questo, se saprà mantenere gli standard visti finora, entrerà di diritto nell’Olimpo dei manga.

Flavio Del Fante
Nato a Roma il 29 febbraio di qualche anno fa, fin da piccolo sempre curioso, poco incline a stare zitto e fermo, appassionato di libri, videogiochi e film d'azione, malato di sport, t-shirt, scarpe, George Martin e Tartarughe Ninja, sogno di vivere di scrittura e girare il mondo con lo zaino in spalla. Ci sto ancora lavorando su.