L’unico orco buono…

Ah, gli orchi! Ammettiamolo, cari amanti del fantasy, se non ci fossero loro ci divertiremmo molto meno. Chi userebbe Sauron come carne da macello? Con chi si sfogherebbero i nani? In cosa potrebbero essere corrotti gli elfi?
Domande che non dobbiamo porci grazie a loro, gli orchi, e alla loro innata capacità di essere mandati alla morte a migliaia e migliaia.

Su questo presupposto si basa Orcs Must Die, gioco sviluppato dalla Robot Entertaiment che nel corso degli anni ci ha permesso di combattere contro ondate inarrestabili di orchi. Orda dopo orda, i diversi titoli della saga ci hanno costretto ad affrontare quei maledetti mostri, pronti a fare di tutto per ucciderci.

Il presupposto del gioco è molto semplice. Ci troveremo di fronte a un’orda di orchi che ha appena sfondato le difese della fortezza che dovremo difendere: il nostro scopo sarà costituire l’ultima linea di difesa contro gli assalitori, i coboldi, i troll e tutte le altre bestiacce mitologiche decise a farci la pelle, piazzando delle trappole per ucciderne il più possibile.

L’arrivo di Unchained, ultimo titolo di questa saga free to play, non ha cambiato quelle che erano le basi del gioco, lasciando Orcs Must Die come un titolo frenetico da affrontare, colorato e a modo suo folle.

All’avvio della partita il giocatore dovrà scegliere tra alcuni Campioni, ognuno col proprio ruolo e con diverse abilità e statistiche.
Tuttavia, alla fine resta una sola grande divisione, quella tra l’essere attaccanti o difensori, a cui si accompagneranno, da un lato, i minions e dall’altro i guardiani. Nel primo caso i minions costituiranno il nostro esercito: dovremo lottare al loro fianco per riuscire a distruggere tutti i nemici che ci si pareranno di fronte, ottenendo dei punti di reputazione che potranno essere spesi per potenziare e migliorare i nostri servitori. Nel secondo caso dovremo invece piazzare delle trappole e affrontare le orde di orchetti al fianco dei guardiani, cercando di sbarrare loro la strada e collezionare monete d’argento che ci permetteranno di piazzare nuove trappole.

Gli obiettivi, va da sé, saranno agli antipodi: gli attaccanti dovranno distruggere le barriere e i guardiani, cercando di non farsi uccidere dalle trappole e dai nemici stessi. I difensori dovranno schierare le trappole e gestire cancelli e guardiani per difendersi.

Sembra facile? Non proprio. Questa versione fantasy di Space Invaders cercherà in ogni modo di complicarci la vita: ogni orco, coboldo o troll presenta determinate caratteristiche che si applicano bene a uno scenario piuttosto che a un altro. Con la forza bruta o con una grande velocità, riuscire a sconfiggere i nostri nemici sarà un punto molto difficile da realizzare, proprio per una questione di diverso impiego in battaglia. Gli eroi che potremo utilizzare hanno – come detto – caratteristiche molto diverse, e potranno avere impieghi differenti in battaglia, ed essere adatti a scontrarsi con un tipo di nemico piuttosto che un altro, o essere più utili in scenario e meno in un altro.

Ad esempio un tiratore darà il meglio in un campo di battaglia lineare, con linee di tiro pulite; un guerriero che usa armi bianche costituirà un tipo di difesa migliore nel caso in cui ci si trovi di fronte a passaggi stretti e con angoli ciechi che non permettono l’uso di armi da tiro.
Insomma, ogni scenario e ogni nemico farà in modo di sfidare i limiti intellettivi del giocatore, cercando di spingerlo a trovare rapidamente soluzioni per impedire il disastro.

Verdetto:

Orcs Must Die! Unchained è un titolo che dalla sua ha diversi punti a favore: coloratissimo, con delle ambientazioni fantasy ben realizzate e personaggi spiritosi, si presta ad essere un gioco su cui passare diverso tempo senza troppi pensieri. Si tratta di un titolo che mischia elementi GdR a parti strategiche, in cui l’utente dovrà pensare rapidamente per poter uccidere gli orchi in arrivo e sopravvivere alle diverse ondate che si presenteranno contro di lui. Pur essendo un buon gioco, presenta qualche limite. L’uso dei comandi, specie su PC, non è immediato, e sarà necessaria un po’ di fatica per riuscire ad adattarsi.

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.