Alla Paris Games Week 2016 Stay Nerd ha avuto il grande onore e piacere di fare due chiacchiere con l’autore e direttore artistico di Syberia (oltre che fumettista), Benoit Sokal, attualmente al lavoro sul terzo capitolo della saga, che dopo essersi lasciata tanto attendere è finalmente a un passo dal ritorno (Syberia 3 è in uscita su PC, PS4 e Xbox One nel primo trimestre del 2017) e promette grandi cose. Ecco com’è andata, nel nostro resoconto dell’intervista.

intervista benoit sokal

Una prima domanda sull’industria del videogioco. Ora il medium è diventato un prodotto mainstream, ma tu, con le tue avventure punta-e-clicca, andavi in un’altra direzione, cercando sempre una qualità più elevata della media del mercato. Pensi che, ad oggi, un gioco come i tuoi potrebbe arrivare anche al grande pubblico?

In realtà, la mia unica preoccupazione, fondamentalmente, è quella di raccontare una storia. Non è una questione di pubblico, ma di grandi avventure da poter far vivere attraverso il videogioco, questo è il mio scopo. Ora ci sono molti giochi che tornano al genere dell’avventura, come i titoli Telltale e Life is Strange, e anche noi non ci limitiamo più al genere punta-e-clicca, ma ci concentriamo anche sulle nuove possibilità offerte dalla tecnologia attuale. Peraltro, ai tempi di Syberia, un milione e mezzo di persone ci giocarono e ottenemmo un grande riscontro economico, anche a fronte di investimenti limitati. Ma ribadisco che non sono i soldi il nostro obiettivo. Ad ogni modo, pur tenendo presente che videogiochi come Call of Duty fanno parte di un’economia diversa rispetto a Syberia, speriamo di avere un grande successo anche con il prossimo capitolo.

Lo speriamo anche noi! Come dici, oggi ci sono un sacco di videogames che fanno del raccontare storie il proprio obiettivo primario, ma spessissimo questi giochi, come nel caso di Telltale Games, non hanno un vero e proprio gameplay, e sono appunto detti walking simulator. Syberia, però, non era tra questi, tutt’altro. Cosa ne pensi, quindi, di questa tendenza odierna al limitarsi al raccontare, senza volutamente affrontare il problema del gioco pratico?

Quando ho iniziato a lavorare ai videogames i giochi erano strutturati diversamente. Titoli come Myst facevano dei propri enigmi, domande e puzzle un elemento cardine del gameplay e un modo divertente e originale di approfondire la storia del gioco stesso.

Arrivando quindi al prossimo capitolo, nel terzo Syberia saranno introdotte nuove meccaniche di gioco? O si resterà fedeli alla tradizione della saga e al classico gameplay da avventura punta-e-clicca?

Innanzitutto, il 3D cambia molto il modo di approcciare tutto il videogioco, come lo si pensa e come lo si gioca. Non è più soltanto un punta-e-clicca in 2D. Abbiamo aggiunto profondità a trama e gameplay con dialoghi a risposte multiple, da due a quattro, che influenzano il percorso che si fa nel gioco. Venire a sapere più o meno cose su qualcuno, durante una conversazione, essere ricompensati o puniti, sono tutte cose che possono cambiare la storia.

Ci saranno anche finali multipli?

No, non ci sono finali multipli ma percorsi multipli. Come dicevo, modi diversi di affrontare un dialogo possono mettere il giocatore su strade diverse, per arrivare allo stesso obiettivo. Chiedere gentilmente, per esempio, “mi scusi, dov’è l’uscita?”, potrebbe portare a una risposta altrettanto cordiale. Chiederlo più aggressivamente, invece, potrebbe scatenare una serie di complicazioni e, quindi, dei cambiamenti nel gioco.

intervista benoit sokal

I primi due Syberia concludono la storia del gioco. Questo terzo capitolo introdurrà un nuovo arco narrativo o riprenderà quello vecchio, riaprendolo? Ci saranno, in futuro, Syberia 4, 5 e così via, o magari progetti di narrazione crossmediale, attraverso fumetti e altri media?

In realtà Syberia 3 è autosufficiente, inizia una storia e la conclude. Per adesso, il terzo capitolo è la nostra preoccupazione più grande, ovviamente, quindi non sono attualmente già in programma altri capitoli o progetti crossmediali. Potrebbero esserci, ma ancora non lo sappiamo, e magari ne riparleremo. È molto interessante sviluppare un personaggio: all’inizio del primo Syberia, Kate Walker è una protagonista molto positiva, quasi perfetta, ma attraverso le sue avventure, i suoi nuovi dubbi, fa un percorso verso l’oscurità, dentro e fuori se stessa. Quindi in questo senso anche Syberia 3 si riallaccia ai due precedenti, approfondendo il personaggio principale.

A proposito del tuo rapporto con lo storytelling, tu hai raccontato storie sia tramite fumetti che videogiochi. C’è un motivo particolare, quando decidi di raccontare qualcosa attraverso il videogioco, per il quale scegli questo medium, e non altri?

In realtà, raccontare storie è sempre il mio lavoro, ed è lo stesso, che lo si faccia sui fumetti o sui videogiochi. Il cambiamento è rappresentato dai diversi strumenti che la tecnologica ti offre, nel caso dei videogiochi immagini animate e non statiche, che garantiscono la trasformazione del lettore in giocatore, e quindi un’immedesimazione più profonda nell’avventura che vive più da vicino, immerso in essa.

Sempre sui fumetti, una curiosità. Da lettori e fan di Tintin, un classico del fumetto belga, possiamo dire che i primi Syberia ci hanno dato sensazioni simili, attraverso l’esperienza di una “semplice” indagine che, pian piano, si espande fino a mettere in moto cose molto più grandi di noi. C’è una connessione tra queste storie, un’ispirazione comune?

Sì. Sono io stesso un lettore di quei fumetti, Tintin e la band dessinée franco-belga in generale. Sono i fumetti con cui sono cresciuto. In essi c’è un concetto del fantastico peculiare e straordinario. Il fantastico entra in gioco quando dei piccoli dettagli cambiano, rispetto alla normalità, e noi iniziamo a chiederci perché. Da queste domande, la nostra immaginazione si mette al lavoro ed ecco che hai il fantastico. È la concezione belga, diversa da quella del fumetto americano o italiano, che non si basa su azione, urla ed esplosioni, ma su ciò che la mente può immaginare. E sì, è stata davvero di grande ispirazione, come anche in molti altri ambiti.

Perfetto. Grazie mille per quest’intervista a nome di Stay Nerd!

Grazie a voi!

intervista benoit sokalQui la nostra recensione di Syberia 3