Pagan Min è un villain cazzutissimo

Se con Far Cry 3 abbiamo imparato a conoscere il crudele e folle Vaas Montenegro e abbiamo imparato ad apprezzarlo come un villain di tutto rispetto grazie soprattutto ai suoi deliranti sproloqui, con Far Cry 4 ci siamo ritrovato alle prese con un “cattivo” dalle caratteristiche diverse. Forse per questo meno amato dai fan della serie, ma non per questo meno degno di nota. Può darsi anche che non sia stato capito a pieno, anche perché decisamente più profondo e complesso del pirata schiavista. In tutto ciò Pagan Min è, videoludicamente parlando, uno dei villain più interessanti degli ultimi anni.

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Le origini

Nato a Hong Kong, Pagan Min è figlio di un piccolo boss della droga affilato al Triangolo d’Oro, potente Triade dello Stato asiatico. Il rapporto del giovane Pagan con il padre è conflittuale: lavora con lui e per lui, ma lo detesta. Dopo la sua morte, tuttavia, ne raccoglie l’eredità all’interno dell’organizzazione, cominciando, però, a fare a modo suo. Assume così il nome Pagan Min, in riferimento al nono re birmano, famoso per aver ucciso il fratello per salire al trono. Recluta un suo piccolo esercito privato ed inizia a farsi largo nella Triade, divenendo ben presto ricco e potente.  Questo mette però in allarme gli altri boss dell’organizzazione e Pagan, temendo per la sua vita ed i suoi affari, decide di togliere il disturbo.

Il Kyrat

Fuggito da Hong Kong, Pagan mette gli occhi sul Kyrat, un piccolo Stato sull’Himalaya. Perché questo territorio quasi insignificante faccia gola al giovane Pagan è presto detto: il Kyrat è uno Stato sull’orlo del collasso, lacerato da continue lotte intestine e con la monarchia regnante pericolosamente in bilico. Pagan si fa dunque avanti, alleandosi con i realisti ed appoggiando un improbabile erede al trono, riuscendo, grazie ai suoi mercenari, a volgere le sorti della guerra a suo favore. Preso possesso del Palazzo Reale, però, Pagan mostra la sua vera faccia. Uccide l’erede al trono che lui stesso aveva sostenuto e sale dunque al potere, procedendo poi immediatamente ad eliminare tutti i suoi avversari politici. Un piano infallibile e… sanguinolento!

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Il sentiero d’oro

C’è però chi non ha nessuna intenzione di piegare la testa al nuovo sovrano del Kyrat. Tra questi, c’è Mohan Ghale, ex-realista, che fonda un piccolo movimento di resistenza: il Sentiero d’Oro. Il movimento ed il suo leader s’impegnano così in una lunga e logorante guerra contro il regime instaurato da Pagan, accettando anche l’appoggio (segreto) degli Stati Uniti.
Mohan ha una moglie, Ishwari, da cui ha avuto un figlio: Ajay. Ishwari, tuttavia, vuole assolutamente combattere al fianco del marito e per il Sentiero d’Oro. Mohan non è d’accordo, ma Ishwari non demorde. Mohan escogita così un piano: Ishwari sarà inviata, come spia, nel Palazzo Reale, sede di Pagan Min. Il leader del Sentiero d’Oro spera che, così facendo, Ishwari si renda conto di chi realmente sia Pagan Min e desista, dunque, dall’imbracciare le armi. Qualcosa, però, va storto. Accolta a Palazzo, Ishwari inizia una relazione con Pagan Min. Dalla loro unione nasce anche una bambina, chiamata Lakshmana. Mohan viene presto a conoscenza del fatto, ogni tentativo da parte di Ishwari di riconciliare Sentiero d’Oro e Pagan Min salta e, di conseguenza, la situazione precipita.
In circostanza mai chiarite, Mohan uccide la piccola Lakshmana. Ishwari, distrutta, spara a Mohan che muore a sua volta. La donna, portando con sé il primogenito Ajay, fugge negli Stati Uniti e qui si stabilisce, lasciandosi alle spalle il Kyrat, il Sentiero d’Oro, Mohan, Lakshmana e Pagan Min. In punto di morte, però, le sue ultime parole, dirette ad Ajay, sono: “riportami a Lakshmana”. Ajay non sa nulla del passato di Ishwari, ma ne rispetta i desideri, e s’imbarca così per il Kyrat, con l’urna contenente le ceneri della madre e la volontà di mantenere la promessa fatta.

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Il ritorno

Intanto, sull’Himalaya, Pagan Min si è affermato come dittatore. Il suo regime, assimilabile alle dittature totalitarie di stampo comunista, è crudele e spietato. Il territorio del Kyrat è ben controllato dalle sue milizie, mentre lui ha il pieno controllo dei media locali, attraverso i quali fa propaganda a se stesso ed alla sua causa. Pagan dichiara di voler condurre il Kyrat verso un futuro luminoso, dopo averlo fatto risorgere dalle ceneri della guerra civile ed aver spazzato via le vestigia della vecchia, tradizionalista e chiusa società kyrati. Tuttavia, per raggiungere i suoi scopi, non si pone particolari scrupoli. Attua così una violenta repressione dei suoi oppositori, mentre la popolazione kyrati viene continuamente vessata da angherie varie, costretta a vivere e morire al servizio del dittatore, che basa il suo potere soprattutto sui profitti derivanti dal traffico della droga prodotta, in quantità enormi, proprio in Kyrat.  Pagan continua a vivere nello sfarzoso Palazzo Reale che ha usurpato a suo tempo, ed ha tre luogotenenti (Yuma, Noore e De Pleur) cui è affidato il controllo dei punti nevralgici del regno. Pagan è violento e feroce ma, gradualmente, comincia ad isolarsi. Fino al momento in cui scopre che Ajay, il figlio di Mohan e Ishwari, è tornato in Kyrat per spargere le ceneri di sua madre sul suolo della sua terra d’origine. Il primo incontro tra il dittatore ed Ajay è decisamente poco formale. Il ragazzo, infatti, ha immediatamente una dimostrazione di cosa sia capace il dittatore, che prima lo coinvolge, anche se involontariamente, in uno scontro a fuoco con i suoi mercenari alla frontiera kyrati e poi lo conduce al Palazzo, facendolo accomodare a tavola, insieme ad un uomo che viaggiava sullo stesso mezzo di Ajay e che Pagan sa bene essere un membro del Sentiero d’Oro, che poi verrà torturato sotto gli occhi impotenti del ragazzo. Ajay non sa chi sia Pagan Min, non sa nulla del Kyrat e crede di essere in pericolo. Evadendo dal Palazzo, fa la conoscenza di ciò che resta del Sentiero d’Oro, fondato da suo padre e ora guidato dai giovani Sabal ed Amita. Decide dunque di mettersi al servizio della resistenza, volendo onorare la memoria dei suoi genitori, ed imbraccia le armi contro Pagan.

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Pagan e Ajaj

Come detto, Ajay capisce subito che Pagan sia un tipo decisamente poco raccomandabile, e decide di mettere tra lui ed il dittatore quanta più distanza possibile. Tuttavia, da parte di Pagan, si hanno comportamenti piuttosto ambigui. Il dittatore, violento, dal look eccentrico e l’atteggiamento perennemente sprezzante, appare da subito piuttosto ben disposto nei confronti del figlio della donna che ha amato. Gli assicura che non gli verrà torto un capello e che, anzi, gli sarà permesso di mantenere la promessa fatta alla madre sul letto di morte. Dopo la precipitosa e rocambolesca fuga di Ajay l’atteggiamento di Pagan diventa ancora più indecifrabile. In tutte le occasioni in cui ha in pugno un Ajay inerme, decide di risparmiarlo, in qualche modo, offrendogli così l’opportunità di fuggire per l’ennesima volta e continuare a combattere. In più, dopo ogni impresa condotta da Ajay per conto del Sentiero d’Oro, che sta portando praticamente da solo alla riconquista del Kyrat, Pagan si premura di contattarlo personalmente per “congratularsi” e, piano piano, svelargli un nuovo pezzo della sua storia o, spesso, una parte dei piani che ha escogitato per il Kyrat. Pagan sembra provare dunque una strana forma di affetto verso il ragazzo, ma Ajay non ricambia affatto, anzi. Imbeccato dai suoi compagni del Sentiero d’Oro, che non sembrano essere a conoscenza del passato della sua famiglia, si convince di stare dalla parte giusta e concentra ogni sforzo per far cadere il regime del folle dittatore. Solo alla fine di tutto, dopo aver rischiato la vita più volte, faccia a faccia con Pagan ed i suoi tirapiedi, Ajay riuscirà (forse) a scoprire la verità su di lui, sul dittatore, sui suoi genitori, su Lakshmana e sul Sentiero d’Oro.

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Curiosità

Pagan (o Bagan), oltre ad essere il nome del già citato re fratricida, era anche una città situata nell’odierna Birmania, da cui prendeva il nome il Regno di Pagan, caduto nel XIII secolo.
Pagan Min è l’unico villain della serie Far Cry ad avere un legame diretto con il protagonista dell’avventura. Pagan Min ha una vera e propria mania per il suo aspetto ed il suo look. Oltre alla strana capigliatura, il dittatore sfoggia sempre un completo completamente rosa. In questo modo, Pagan intende onorare la memoria della propria amata madre, che era solita vestire quel colore.
Pagan Min ha un sosia, un australiano di nome Eric, che è stato sottoposto a chirurgia plastica per far si che assomigliasse al dittatore. Eric compare solitamente in pubblico al posto di Pagan, e nessuno sembra notare la differenza. Neanche Ajay, che uccide il povero Eric credendolo il dittatore. Curiosamente, si apprende da Pagan stesso che del suo sosia è il volto ritratto sulla valuta kyrati, nonché quello sulle cui fattezze è modellata l’enorme statua d’oro massiccio dedicata al dittatore.
Il giardino del Palazzo Reale ospita il mausoleo dedicato alla memoria di Lakshmana, all’interno del quale ne sono custodite le ceneri. Accanto all’urna della figlia di Pagan ed Ishwari, in uno dei finali possibili del gioco, Ajay depositerà anche quella di sua madre, onorando così la promessa fatta.

Flavio Del Fante
Nato a Roma il 29 febbraio di qualche anno fa, fin da piccolo sempre curioso, poco incline a stare zitto e fermo, appassionato di libri, videogiochi e film d'azione, malato di sport, t-shirt, scarpe, George Martin e Tartarughe Ninja, sogno di vivere di scrittura e girare il mondo con lo zaino in spalla. Ci sto ancora lavorando su.