Il bravo ragazzo di cui parleremo oggi non ha bisogno di molte presentazioni: villain per eredità, Sephiroth ha contribuito a plasmare l’intera epopea di Final Fantasy VII, garantendosi un posto nell’Olimpo dei bad boys videoludici, tanto da essere riconosciuto anche da chi non ha mai giocato a uno dei titoli della Square. Parlare in maniera esaustiva di un personaggio del suo calibro è piuttosto complesso, se ne potrebbe disquisire per ore e non riuscire ad approfondire ogni suo aspetto, ma tenteremo di farlo al meglio delle nostre capacità. Ora basta con le chiacchiere, mettetevi comodi e buona lettura!

Un Darth Vader Made in Japan?

Partiamo da una domanda chiave: Sephiroth è veramente così cattivo o, per citare l’indimenticabile Jessica Rabbit, è stato disegnato così? La risposta è alquanto complicata. Come saprà chi di voi ha giocato a tutta la Compilation of Final Fantasy VII, ovvero l’insieme dei titoli che vanno a coprire l’arco temporale precedente e antecedente al capitolo principale, la storia di Sephiroth ci è stata raccontata in maniera frammentaria nel corso degli anni e il modo migliore per ricostruirla è andare con ordine.

Innanzitutto pariamo dalle basi narrateci in Crisis Core, ovvero 30 anni prima degli eventi di FFVII (Crisis Core è stato pubblicato 11 anni dopo rispetto a quello principale!). Sephiroth nasce all’interno del Progetto Jenova, finanziato e sviluppato dalla Shinra Electric Power Company, che aveva lo scopo di creare il perfetto ibrido tra un essere umano e un Cetra. I Cetra erano, in parole povere, gli antenati degli esseri umani, nonché i loro creatori, dotati del particolare potere di comunicare con l’essenza vitale del Pianeta Gaia, il Lifestream. Purtroppo vennero annientati e scomparvero agli albori della razza umana, per colpa di una potente “calamità venuta dal cielo”. Chi, o cosa fosse questa calamità e quale ruolo rivestissero i Cetra nei confronti degli esseri umani, sono storie che, col passare dei secoli, divennero leggende. Tra queste, ve ne era una in particolare che condusse la Shinra al ritrovamento, al recupero e allo studio di una creatura dall’aspetto umanoide all’interno del North Crater; tale creatura si suppose fosse proprio uno dei Cetra e venne chiamata Jenova.

Ovviamente non è un caso che il progetto che diede la vita a Sephiroth e la creatura rinvenuta nel cratere, condividano lo stesso nome, ma cosa li lega in realtà? Semplice: Sephiroth venne concepito dal Professor Hojo e dalla Dottoressa Lucrecia Crescent, assistenti del Professor Gast, responsabile dell’intero progetto. Durante lo stadio embrionale, Hojo iniettò delle cellule estratte da Jenova, direttamente nel feto del piccolo Sephiroth, dando vita al tanto agognato ibrido perfetto tra le due razze. Tuttavia qualcosa non andò per il verso sperato, perché il piccolo, strappato dalle braccia della madre e affidato alle cure di Gast, nonostante dimostrasse di avere delle doti fisiche sovrumane, non sembrava in grado di “parlare con il Pianeta” e, per questo motivo, venne addestrato come semplice soldato. Di “semplice” ovviamente non aveva nulla, dato che in pochi anni riuscì a scalare i ranghi militari fino a raggiungere il grado di 1st Class Soldier e a divenire non solo un eroe per il popolo, ma anche un esempio da seguire per tutti gli altri soldati della Shinra.

Se avete letto il titolo del paragrafo, vi starete sicuramente chiedendo cosa c’entra Vader in tutto questo. La risposta è semplice: Sephiroth, esattamente come Vader, è sì uno dei bad boys più crudeli della storia, ma tale cattiveria non nasce dalla follia, non ha semplicemente dato di matto e, se vogliamo, aveva anche i suoi buoni motivi per prendersela con il mondo. Voi come la prendereste se tutta la vostra vita non fosse stata altro che un’illusione, un teatrino messo su da chi ritenevate un padre e un mentore che, in realtà, non ha fatto altro che raccontarvi balle fin da quando avete memoria? Perché è proprio quello che è successo a Sephiroth una volta arrivato a Nibelheim. Mandato nei pressi del villaggio insieme a Zack Fair e un giovanissimo Cloud Strife (protagonisti, rispettivamente, di Crisis Core e Final Fantasy VII) scoprì ben presto non solo il corpo della creatura nota come Jenova, ma anche l’esistenza del Progetto che gli diede la vita e alcune verità sui Cetra, tenute nascoste al mondo intero, erano verità fallate poiché basate su concetti errati a priori: consultando dei testi custoditi nella biblioteca del Maniero Shinra, struttura di ricerca dedicata al progetto, egli apprese di essere il figlio naturale di Jenova e che questa fosse l’ultimo dei Cetra, un’antica popolazione dotata di straordinari poteri e tradita dagli esseri umani durante la battaglia contro una “calamità venuta dal cielo”. Fu con queste convinzioni che Sephiroth emerse dalla biblioteca dopo tre giorni di studio e fu a causa di esse che sterminò gli abitanti di Nibelheim e diede fuoco all’intero villaggio, popolato dai traditori che avevano causato la morte della sua razza e che avevano fatto esperimenti sul corpo di sua madre. Scusate, ma un po’ di “nervosismo” ci sentiamo di concederglielo.

La cattiveria è madre della conoscenza

I più attenti tra voi dalla lettura del paragrafo precedente avranno tratto come minimo due domande: perché questo si racchiude sempre tra virgolette la frase “calamità venuta dal cielo” e, soprattutto, perché ha definito errate le convinzioni di Sephiroth? La risposta a entrambi i quesiti è una sola ed è racchiusa in un nome che, ormai, vi sarà familiare: Jenova. La creatura rinvenuta all’interno del North Crater, divenuta involontariamente la madre di Sephiroth, non è mai stata un Cetra, anzi è stata proprio la causa della loro estinzione. Jenova non è altro che una creatura aliena, atterrata su Gaia nell’era dei Cetra, al fine di sterminare tutte gli esseri viventi del Pianeta, come aveva fatto in altri mondi. Fu proprio lei a creare il North Crater schiantandosi su Gaia e da lì diede vita ai suoi malvagi propositi, forte di un’abilità piuttosto particolare: clonare e imitare gli altri esseri viventi, non solo nell’aspetto fisico ma anche nelle abilità e nei poteri, cosa che le permise di infiltrarsi tra i Cetra e infettare la quasi totalità della popolazione con un virus composto dalle sue stesse cellule, in grado di trasformare le vittime in mostri. Chi fermò questo genocidio? Alcuni valorosi Cetra, scampati agli attacchi della creatura, riuscirono a confinarla e sigillarla per sempre nel North Crater, luogo dove sarebbe stata ritrovata 2000 anni dopo dalla Shinra. Ecco svelato chi era in realtà la “calamità venuta del cielo” e l’errato presupposto sul quale si sono basate le teorie degli scienziati della compagnia, che hanno poi condotto Sephiroth alla follia e alla morte.

Morte si, o supposta tale, poiché dopo essere uscito dal Maniero Shinra e aver tentato di rubare il corpo della madre, venne contrastato da Zack e Cloud, con quest’ultimo che gettò Sephiroth nelle profondità del Reattore Mako. Cosa sia questo reattore è presto detto: la fortuna della Shinra. Grazie a questi reattori sparsi per buona parte del globo, la compagnia poteva estrarre il lifestream dalle profondità della terra e raffinarlo fino a trasformarlo in mako, una fonte d’energia che alimentava ogni genere di dispositivo, motivo per il quale fingeva di essere una banale compagnia elettrica. Ma la verità, come sappiamo, è ben diversa e la chiave per comprenderla è nascosta nel lifestream stesso: immaginatevelo come un fiume in piena, che scorre imperturbabile e senza sosta nel cuore del pianeta, composto da “vita” nel termine più puro della parola. Ogni essere vivente nasce dal lifestream e, alla sua morte, torna al lifestream, per questo chiunque ne venga in contatto fisicamente verrà da esso assorbito. Ma non Sephiroth. La volontà di Sephiroth era troppo forte persino per il lifestream e mentre la sua anima vagò per anni all’interno di quel flusso incessante, assorbendo la conoscenza di centinaia di migliaia e migliaia di esseri vissuti prima di lui, il suo corpo veniva racchiuso all’interno di una “bara di mako” nelle profondità della Northern Cave, all’interno dell’ormai conosciuto North Crater.

Riunione di famiglia

Segregato nel feretro di mako, ma ancora pienamente cosciente, Sephiroth, forte della nuova conoscenza acquisita, apprese la verità sull’identità della madre e modificò il suo scopo: ora non ambiva più a vendicarsi degli esseri umani, ma a dominarli e diventare un Dio. Ognuno ha un suo sogno nel cassetto, no? Ma mettere in atto un piano del genere sarebbe stato complesso, se non fosse stato per la “bella pensata” del Professor Hojo: giunto a Nibelheim dopo il massacro, fu il primo a trovare i corpi senza vita degli abitanti e i due membri della Shinra, Zack e Cloud, feriti e spossati dalla battaglia. Presupponendo che la storia non si sarebbe conclusa lì, decise di iniettare delle cellule di Sephiroth nei loro corpi, trasformandoli in dei burattini la cui volontà, al momento opportuno, sarebbe stata governata dallo stesso Sephiroth. Il perché è presto detto: Hojo è uno scienziato e, come tale, farà sempre tutto ciò che è in suo potere per comprovare le teorie che elabora. Quali teorie? Ma la cosiddetta “Reunion Theory”, ovvero l’ipotesi che, prima o poi, le cellule di Jenova custodite nei vari corpi, avrebbero tentato di ricongiungersi in uno solo… e presto, questa strampalata teoria, si rivelò fondata.

E qui torniamo al nostro Sephiroth, che, passati cinque anni a “tergiversare” nel lifestream, iniziò a mettere in atto i suoi scopi. L’obiettivo finale, come detto, non era solo quello di tornare in vita, anche fisicamente, ma diventare un Dio e per farlo aveva escogitato un piano ben preciso: il lifestream aveva anche il compito di curare il Pianeta, per questo il North Crater era una fonte piuttosto copiosa, perché era una “ferita” procurata dall’impatto generato dall’arrivo di Jenova. E se Sephiroth fosse riuscito a creare un cratere ancora più grande, e quindi a ferire il Pianeta in maniera ancora più grave, avrebbe potuto assorbire il lifestream generato e diventare un Dio. Ma come fare tutto ciò? Anche qui l’antica conoscenza, acquisita nel lifestream, venne in aiuto al nostro villain: l’unica cosa in grado di danneggiare il Pianeta a un livello soddisfacente era la magia nera Meteor, contrastabile solo dalla magia bianca Holy. L’unica a conoscere tale magia era la vera ultima erede dei Cetra, nonché compagna di avventura in Final Fantasy VII, Aerith Gainsborough. Il problema si risolse da solo, o meglio fu Sephiroth a risolverlo, inviando un suo clone a porre fine alla vita della giovane ragazza. Da lì in poi la strada per la gloria era assicurata: Sephiroth riuscì a portare a termine il suo piano e a lanciare il Meteor. Tuttavia esso non giunse mai su Gaia e il nostro villain venne sconfitto. Aerith, prima di morire, riuscì ad invocare Holy e il Pianeta venne curato dal male causato da Sephiroth e Jenova.

Follia o controllo?

Ci siamo fin qui? Perché vorremmo porre alla vostra attenzione un punto importante: come può un personaggio passare dallo stadio “Eroe tormentato” a “Voglio diventare un dio!” in così poco tempo? Come può una persona cambiare così tanto? All’inizio dell’articolo abbiamo paragonato Sephiroth a Darth Vader ma, se ci riflettete bene, c’è qualcosa di estremamente differente tra i due: Vader è sempre stato sull’orlo del precipizio, sin da quando era poco più di un padawan ha dimostrato di poter compiere atti di estrema crudeltà per il mero gusto della vendetta, Sephiroth invece ha combattuto per tutta la vita poiché non sapeva fare altro. Gast lo ha addestrato a combattere sin da quando era molto piccolo, quindi perché non ha mai mostrato segni di rabbia o odio interiore, tali da poter giustificare azioni come lo sterminio di un villaggio, o la semi-distruzione di un Pianeta per mero gusto personale?

Nell’arco degli anni alcuni fan di Final Fantasy hanno paragonato Sephiroth a Kefka di FFVI. Noi di Stay Nerd non siamo d’accordo: sì, i due hanno entrambi l’ambizione di diventare degli dei e dominare il mondo, entrambi, nella loro forma finale, assumono delle fattezze quasi angeliche ed entrambi hanno compiuto azioni deplorevoli… ma sono veramente la stessa cosa? Kefka è SEMPRE stato malvagio ed estremamente folle, Sephiroth, invece, durante gli eventi pre-Nibelheim, era una persona chiusa, magari anche dura di carattere, ma sapeva dimostrare compassione laddove necessario, fino ad arrivare a disobbedire un ordine diretto pur di non ferire chi riteneva amico. Non so a voi, ma a noi non sembrano le azioni di un pazzo.

Il Sephiroth che ci troviamo davanti in FFVII è crudele, meschino e completamente fuori di testa. In lui non troviamo più alcuna traccia di nobiltà d’animo, il suo unico scopo è diventato quello di dominare il mondo intero e diventare una divinità. Il cambiamento al quale assistiamo è così tangibile, che alcuni hanno ipotizzato che Sephiroth sia morto nel reattore e che quello che ci troviamo di fronte non sia altro che una sorta di clone controllato da Jenova. Una teoria abbastanza opinabile, visto che durante il suo “viaggio” nel lifestream è stata proprio la volontà di Sephiroth a soverchiare quella di Jenova, non il contrario. Tanto che il suo scopo non è distruggere il Pianeta, obiettivo primario della creatura aliena, ma dominarlo poiché popolato da razze inferiori. Perché distruggere qualcosa se la si può controllare? Sephiroth potrà esser diventato un pazzo, ma non uno stupido. A conferma di ciò vi sono i vari “pezzi di Jenova” sparsi un po’ ovunque, che lo stesso Sephiroth usa come pedine facendo loro assumere le sue fattezze.

Che fine ha fatto Sephiroth?

Ma dopo tutti gli eventi narrati, dopo Crisis Core, dopo Final Fantasy VII, Sephiroth è finalmente morto e sepolto? Qui mettiamo un grande e gigantesco punto interrogativo poiché, nonostante gli eventi raccontati in Advent Children, che hanno creato più confusione che altro, ad oggi nessuno può affermare con certezza se Sephiroth e Jenova siano stati definitivamente abbattuti o meno.

Una cosa però la possiamo affermare con estrema certezza: Sephiroth è uno dei villain più affascinanti dell’intero universo videoludico e un solo articolo risulta riduttivo per analizzarne la figura in ogni suo aspetto. Dal canto nostro, speriamo di aver fatto cosa gradita e avervi fatto apprezzare questo grande personaggio, anche se non eravate a conoscenza della sua esistenza, se non per sentito dire.