Il nostro Hands on del nuovo survival ambientato sul Pianeta Rosso sviluppato da Nvizzo Creations

Riuscirete a collaborare con altri giocatori e a sopravvivere su Marte? Questa è la sfida lanciata dal team di Nvizzio Creations che sono al lavoro su Rokh, un survival multiplayer ambientato sul pianeta rosso. Noi di Stay Nerd abbiamo messo le mani sul gioco in Accesso Anticipato e ci apprestiamo a raccontarvi le nostre prime impressioni su questo titolo dal concept davvero molto interessante.

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A zonzo per Marte

Iniziamo col dire che Rokh non è sicuramente un gioco per tutti: se non siete amanti dei giochi incentrati sulla sopravvivenza e sull’esplorazione, potreste trovare il titolo lento e noioso ma se, al contrario, amate il genere, troverete Rokh sicuramente interessante. All’inizio del gioco dovrete selezionare un’area dalla quale partire tra quelle disponibili sulla mappa, organizzata in diversi riquadri e poi sarete subito fiondati nel mondo di gioco…. O forse no! Infatti, data la modalità Early Access nella quale è disponibile al momento, Rokh soffre di alcuni problemi legati all’instabilità dei server di gioco che in diverse occasioni vi vieteranno l’accesso o vi costringeranno ad interrompere la partita. Ovviamente si tratta di intoppi momentanei (si spera) dato che il titolo è ancora in via di sviluppo. Una volta effettuato l’accesso potrete subito buttarvi nell’esplorazione del pianeta, approfittando delle numerose risorse disponibili nelle fasi iniziali. L’obbiettivo è quello di costruire una colonia, approfittando del supporto degli altri giocatori, cercando di resistere alle insidie che vi circondano. Non sarà sempre semplice, infatti, mettersi alla ricerca dei materiali necessari a costruire il vostro “quartier generale”, in quanto i parametri da tenere in considerazione sono molteplici. Nelle fasi diurne, bisognerà tenere sempre sotto controllo i valori della vostra tuta in base alla temperatura esterna, così come dovrete fare attenzione alle vostre scorte di ossigeno e acqua, per non trovarvi ad affrontare un viaggio senza ritorno. Nelle fasi notturne a questo si aggiungerà anche l’autonomia della torcia, che potrà essere ricaricata presso le apposite stazioni sparse nella mappa oppure portandosi dietro i componenti necessari al funzionamento prolungato. Le scorte di ossigeno potranno essere prelevate dai contenitori in giro per le varie aree, mentre per quanto riguarda l’acqua, dovrà essere estratta dalle fonti, così come i minerali necessari al crafting.

Ovviamente, per l’estrazione dei minerali ci sarà bisogno di craftare alcuni attrezzi, come ad esempio il piccone che non sarà immediatamente disponibile, ma già nelle prime fasi troverete i diversi materiali necessari alla costruzione nei pressi della stazione iniziale.

Nonostante l’interfaccia non sia immediata e a tratti risulti essere confusionaria e strutturata in maniera fuorviante, dopo le prime ore riuscirete tranquillamente a padroneggiare i menu. Mentre girovagate per le “vie” di Marte, oltre ad assicurarvi di avere tutto il necessario per affrontare il viaggio in avanscoperta, bisognerà anche tenere in conto che gli attrezzi sono soggetti ad usura e spesso dovranno essere riparati. Inoltre, la creazione di ogni attrezzo potrà essere effettuata in maniera differente: nell’interfaccia troverete i materiali necessari per creare l’oggetto base e dei riquadri aggiuntivi che serviranno per aggiungere bonus particolari. Molto spesso, il potenziamento di un oggetto richiederà componenti non reperibili sul pianeta, ma componenti che dovranno essere ulteriormente craftati. Oltre ai pericoli causati dalle temperature e dalle scorte, bisognerà prestare particolare attenzione anche ad altri fenomeni, tra i quali cicloni, tempeste magnetiche e piogge di meteoriti, dai quali sarebbe meglio tenersi alla larga finché l’area non tornerà sicura. 

Sul piano piano tecnico non abbiamo riscontrato particolari problemi, mentre graficamente l’Unreal Engine 4 mostra i denti, con ambientazioni ben realizzate e panorami suggestivi. Dobbiamo ammettere che osservare i satelliti del pianeta durante la notte è stata un’esperienza davvero intensa. Ovviamente, il motore grafico utilizzato ha anche i suoi contro, soprattutto nelle fasi intermedie di progettazione, con alcuni bug visivi e qualche calo di framerate che ci auguriamo sia sistemato nella versione definitiva.

Insomma, in fin dei conti, Rokh è un gioco che lascia ben sperare e con un potenziale davvero enorme. Collaborare con altri giocatori al fine di creare una colonia umana su un altro pianeta, cercando di resistere alle insidie, è un’esperienza che potrebbe dare la spinta giusta ad un gioco che in solitaria potrebbe facilmente annoiare. Ci sembra alquanto inutile, in questo momento, evidenziare i problemi legati ai server instabili e al motore grafico a tratti altalenante, data la fase Early Access del gioco, ma ci auguriamo che questi siano risolti in tempi brevi per poter godere appieno dell’esperienza. Infine, è giusto sottolineare che nonostante un crafting ben realizzato, che in molte occasioni strizza l’occhio agli appassionati di scienza, il menu dedicato non è proprio dei più curati, risultando spesso confuso e disorganizzato. In ogni caso, a parte queste piccole sviste facilmente risolvibili, restiamo in attesa di aggiornamenti, sperando di riparlarvi presto di questo promettente survival.

Settimio Capozzoli
Ingegnere per hobby, Nerd di professione. Appassionato di Videogames, da quando mio padre mi regalò un Atari 7200 con MidnightMutants (avevo solo 2 anni) ed attratto da qualsiasi aggeggio elettronico. Odio profondo per Assassin’s Creed, dopo averlo lodato fino al terzo capitolo ed amante di Halo, Dragonage, The Witcher e di quel gran figo di Illidan Stormrage. Da grande sogno di diventare uno Spartan.