Storia di un’occasione mancata

Ronja The Robber’s Daughter è uscita nel 2014 in Giappone, e non aveva mai trovato la sua strada per l’Occidente, fino a che Amazon non ne ha acquistato i diritti e si è occupata di doppiarla e di pubblicarla sul suo servizio di streaming online, Prime Video. La serie è ora disponibile in alcuni territori al di fuori del paese del Sol Levante, tra i quali però non figura ancora l’Italia (i diritti sono stati acquistati, siamo solo in attesa dell’annuncio). Noi di Stay Nerd, comunque, essendo molto premurosi, abbiamo voluto parlarvi di Ronja The Robber’s Daughter, serie dalle premesse davvero intriganti, così da essere tutti pronti per il lancio italiano, presumibilmente imminente per quanto avvolto dal mistero.

L’anime è salito alle cronache come “la prima serie di studio Ghibli”, quando in realtà la serie è realizzata da Polygon Pictures e soltanto co-prodotta dal noto studio giapponese, mentre è diretta da Goro Miyazaki, figlio del più illustre Hayao. Ronja The Robber’s Daughter è tratta dall’omonimo romanzo di Astrid Lindgren, autrice svedese famosa nel nostro paese principalmente per Pippi Calzelunghe. Ma vediamo un po’ di cosa si parla. Ronja è una bambina figlia del capo di una squadra di ladri, Mattis. Ci troviamo in un’epoca antica ed imprecisata, nelle lussureggianti foreste nord-europee, in cui i briganti assaltano le carrozze di passaggio per arricchirsi. In questa foresta vive appunto la famiglia di Ronja, assieme al resto della banda, in un castello sopraelevato su una roccia. La notte della nascita della bambina un terribile temporale spacca a metà il forte, rendendone di fatto una metà irraggiungibile, e quindi inservibile. Passano gli anni, ed un bel giorno Ronja scopre al di là della voragine che divide in due il suo castello un altro bambino, Birk, figlio della banda di ladri rivale a quella del padre. L’amicizia tra i due andrà piuttosto evidentemente a stringersi, mentre le tensioni tra i due gruppi di briganti si inaspriranno, mettendo i bambini in una situazione difficile e sgradevole.

Dunque, su questo impianto, semplice e banale se vogliamo, si potrebbero innestare le più disparate situazioni. Ma non succede. La serie è un continuo susseguirsi di situazioni lente ed inutili, che poco aggiungono alla narrativa quanto alla costruzione dei personaggi, che rimangono piatti e non hanno una reale evoluzione. Mattis e Ronja fanno parzialmente eccezione, visto che un minimo di sviluppo in loro si trova, ma il resto del cast è prevalentemente statico e soprattutto privo di una caratterizzazione degna di questo nome. Vediamo scampoli della vita di Ronja, che va nel bosco a divertirsi come farebbe qualsiasi bambina, poi trova un amichetto, come farebbe qualsiasi bambina, fa qualche bricconata, sempre come farebbe qualsiasi bambina, e infine impara delle lezioni di vita basilari, come farebbe qualsiasi bambina… in un mondo fantasy, ovviamente. Quindi, domanderete voi: la serie è una storia di formazione per i più piccoli, con buona pace degli adulti che si aspettavano un prodotto apprezzabile su più livelli (come di solito è garanzia di tutta l’animazione di Studio Ghibli)?

A sorpresa, no, perché l’assenza di stimoli e mordente annoierebbe a morte anche i più piccoli. Semplicemente, non succede mai nulla, come appare evidente dai riassunti di inizio puntata. Vedetevi solo quelli, e saprete quello che la serie intera vi stava raccontando. Non ci sono avvenimenti degni di nota, si insiste su dettagli insipidi e si allungano all’infinito situazioni stagnanti nell’economia della narrazione, tutto per arrivare ai fatidici 25 minuti necessari per chiudere un episodio, senza aver detto nulla e spesso senza neanche aver fatto avanzare la storia.

Passiamo quindi all’aspetto tecnico di Ronja The Robber’s Daughter. La serie è realizzata con una tecnica mista di CGI e fondali / elementi statici disegnati. Il risultato è veramente piacevole per quanto riguarda gli elementi di sfondo, certamente molto ripetitivi ma sempre ben tratteggiati. I personaggi tridimensionali invece sono veramente mal concepiti, innanzitutto perché stonano eccessivamente con i fondali, per delle texture veramente scialbe e piatte, ma anche e soprattutto per delle animazioni pessime. Fermiamoci un attimo sulle animazioni, per farvi notare come queste siano “robotiche”: i personaggi si muovono spesso un po’ a scatti, neanche ci trovassimo di fronte ad un prodotto in stop-motion. Siamo ovviamente consapevoli che sarebbe stato eccessivamente dispendioso realizzare tutto a mano, ma non si può tacere il fatto che l’aspetto visivo non è assolutamente di buon livello. Le musiche, invece, nonostante anche queste si rivelino spesso e volentieri ripetitive, sono veramente ben realizzate e orecchiabili, così come la sigla di testa e di coda, che peraltro ci mostra artwork e bozzetti preparatori così belli da far ancora più dispiacere per la realizzazione in computer grafica.

Verdetto

La serie di Goro Miyazaki purtroppo non riesce sotto nessun punto di vista, se escludiamo il comparto musicale. Si tratta di una cavalcata di undici ore priva di storia, contenuti e mordente, in cui mancano personaggi memorabili o semplicemente una bella morale. Aggiungiamo che Ronja The Robber’s Daughter è anche visivamente poco piacevole per colpa di elementi CGI di scarsa qualità, fondali ben realizzati ma ripetitivi e, più in generale, e una direzione artistica anonima che non riesce a risollevare un prodotto mediocre, e l’amaro rimpianto di aver perso un’occasione, come anticipavamo, si fa duro da mandare giù. Peccato.