Street Fighter X Tekk… Ah, no.

Senko no Ronde vide la luce nella sua prima incarnazione su Naomi, una scheda da sala che sarebbe poi diventata il cuore del Dreamcast. In occidente il gioco arrivò nel 2007 su Xbox 360, console che curiosamente avrebbe ospitato molto sparatutto a scorrimento. Senko no Ronde era un gioco particolare, perché mischiava le dinamiche classiche del bullet hell con un’impostazione da picchiaduro. Successivamente uscì Senko no Ronde DUO, ma solo in Giappone, per motivi evidenti: in occidente il gioco credo di averlo comprato solo io e qualche amico americano dei ragazzi di G.Rev. Ed è un peccato, perché nonostante non si trattasse affatto di un capolavoro, Senko no Ronde aveva spunti interessanti ed era certamente una bella novità nel panorama shmups. Senko no Ronde 2, di cui vi voglio parlare nelle prossime righe, si pone come un reboot di Senko no Ronde DUO, che era già una cosa a metà tra il sequel e la revisione del primo gioco. Perché le cose facile mai.

La modalità storia di Senko no Ronde 2 è semplicemente la riproposizione di quella di Senko no Ronde DUO. Si tratta di un racconto sci-fi in pieno stile anime, raccontato come una visual novel divisa in blocchi narrativi, intervallati da combattimenti. Niente di eccezionale, comunque. C’è un’unità specializzata nel controllo di mech, composta da adolescenti, ed un attacco terroristico che ha portato al furto di un’ arma molto potente. Il resto lo potete immaginare.

Basta pensare al fatto che la modalità storia è semplicemente quella del gioco precedente per rendersi conto del peso che gli sviluppatori hanno dato a questo elemento nell’economia del gioco. Il focus infatti è tutto sul combattimento, come è logico che sia in un titolo di questo tipo. La modalità arcade, in accoppiata con il versus, è la tipologia di gioco che sceglierete più spesso. Si tratta, come in ogni gioco arcade che si rispetti, di una serie di incontri contro avversari diversi, dopo aver scelto il nostro lottatore. Semplice.

Quello che dovrebbe colpire di Senko no Ronde 2 è il sistema di combattimento che in prima battuta può sembrare complesso, ma che dopo poche decine di minuti riesce già a restituire belle soddisfazioni, nonostante sia un po’ legnoso. Gli scontri, 1vs1, iniziano con la classica visuale dall’alto degli sparatutto a scorrimento. Gli attacchi sono due, e a quello base si accompagna un attacco più potente che ha un minimo tempo di cooldown. A questo bisogna chiaramente sommare un attacco speciale, ma non solo, perché le possibilità difensive offerte dal gioco sono molte, e pesano come quelle offensive: c’è il dash, che ha una lunghezza predefinita e garantisce qualche frame di invincibilità, e che in caso di necessità può essere cancellato a metà per poter subito contrattaccare. C’è poi una barriera, che protegge dagli attacchi base ma consuma la seconda barra del gioco, quella necessaria a compiere alcuni attacchi speciali. Infine è possibile spazzare i proiettili che si hanno di fronte, con il giusto timing. La combinazione di tutti questi elementi permette una notevole libertà nella gestione degli scontri, anche e soprattutto perché i mech disponibili sono decisamente diversi tra loro, sia per i pattern di attacco che per gli effetti degli attacchi speciali, che in alcuni casi si risolvono in perk momentanei, e non in piogge di proiettili.

L’ultima caratteristica dei mech protagonisti di Senko no Ronde e il B.O.S.S. Mode, una modalità nella quale è possibile evocare un ulteriore potenziamento per il nostro robottone, permettendogli di avere punti vita aggiuntivi per un breve lasso di tempo, ma soprattutto mettendo a disposizione attacchi che fanno molto più male o con pattern più fitti, trasformando questi momenti in un vero e proprio bullet hell. Inoltre, se attivato con un solo punto vita, il B.O.S.S. Mode conferisce potenza aggiuntiva, aggiungendo possibilità strategiche non da poco. Insomma, è tutto bello? Non proprio.

Innanzitutto la modalità online va a singhiozzo. Trovare un match non è semplice, e il lag è spesso importante. Non posso dire con certezza se sia una colpa del gioco, o ci siano pochi giocatori e ho avuto la sfortuna di incontrare solo persone con connessioni orribili, ma l’esperienza online è stata tutt’altro che piacevole. C’è però il multiplayer locale, che è sempre una cosa bella. L’aspetto tecnico del gioco è poi decisamente superato: i modelli dei robot sono approssimativi, modellati male e con texture che sembrano uscite da… un gioco per Dreamcast. La direzione artistica a sua volta non è riuscita a entrarmi nel cuore, perché se è vero che alcuni personaggi sono ben tratteggiati, altri fanno venire un forte impulso di cavarsi gli occhi a mani nude tanto sono brutti. In ultimo, il mech design è a sua volta altalenante, con alcuni robot graziosi e altri che mettono a dura prova la permanenza dei nostri occhi all’interno delle proprie orbite, esattamente come i personaggi.

Verdetto 

Promosso con due debiti, Senko No Ronde 2, nello specifico in art direction e grafica tridimensionale. Perché se è vero che il sistema di combattimento è estremamente interessante e profondo, e che certamente saprà divertire gli amanti dello sparatutto così come quelli dei picchiaduro, d’altra parte il gioco offre “solo” quello, tra difficoltà a trovare match online, una direzione artistica veramente debole e un comparto tecnico che sarebbe risultato vetusto anche su Xbox 360. Da non sottovalutare è anche il fatto che il titolo viene proposto a 39.90€, che non è proprio poco per un gioco con tutte queste lacune.

Luca Marinelli Brambilla
Nato a Roma nel 1989, dal 2018 riveste la carica di Direttore Editoriale di Stay Nerd. Laureato in Editoria e Scrittura dopo la triennale in Relazioni Internazionali, decide di preferire i videogiochi e gli anime alla politica. Da questa strana unione nasce il suo interesse per l'analisi di questo tipo di opere in una prospettiva storico-politica. Tra i suoi interessi principali, oltre a quelli già citati, si possono trovare i Gunpla, il tech, la musica progressive, gli orsi e le lontre. Forse gli orsi sono effettivamente il suo interesse principale.