La classica storia di un’improbabile coppia contro un cattivo megalomane

Ogni epoca è caratterizzata da un genere videoludico. Gli anni Ottanta erano i tempi dei punta e clicca, i Novanta quelli dei platform, sino ad arrivare ai giorni nostri che sono notoriamente diventati l’era degli open word. Tuttavia nel mercato più piccolo, dove non ci sono i Tripla A e affini, è possibile trovare una ricca diversità di titoli, che spesso ammiccano ai generi videoludici del passato. È il caso di Skylar & Plunx: Adventure on Clover Island, un platform 3D realizzato da Right Nice Game, che rimanda in maniera abbastanza palese a Ratchet & Clank di Insomniac Games e a Jack & Dexter di Naughty Dog, rimescolando tutto in chiave anni Novanta.

Skylar è una gatta bipede, dotata di un particolare macchinario montato sul braccio, ed è stata rapita da un malvagio robot noto come CRT. Nel laboratorio del cattivo, la povera Skylar è stata soggetta alla cancellazione della memoria , per provare poi a trasformarla in una potente macchina da guerra. Ma proprio grazie al dispositivo che ha sul braccio, la nostra soffice eroina riesce a fuggire prima che sia troppo tardi, e approda a Clover Island, a causa di un’avaria sulla navicella con cui è scappata. Lì fa la conoscenza di Plux: un volatile abitante dell’isola, che indossa un cappello da aviatore.
Lo avete notato anche voi? Già con la presentazione dei protagonisti è evidente il rischiamo a Ratchet (la gatta Skylar) e a Dexter (il look di Plux). Ad ogni modo, i due si uniscono per combattere il terribile CRT che, come il più classico dei villain, ha imprigionato gli abitanti di Clover Island e disseminato sue creature metalliche per il controllo del territorio.

Skylar plux adventure on clover island

Questo è l’incipit di Skylar & Plux, il cui obiettivo è quello di porre fine alla tirannia di CRT, attraverso il recupero di tre sfere che devono essere inserite nel Siphon. Per fare ciò occorre perlustrare le tre aree che compongono Clover Island: una di stampo giapponese, una basata sull’antichità, e l’ultima invece di natura robotica, più una quarta che è il punto dove siamo approdati. Non è possibile esplorarle in libertà, ma si sbloccano gradualmente, trovando la sfera nascosta in ciascuno di esse. L’ordine comunque è: sezione nipponica, antichità e base robotica. In ognuna di esse possiamo trovare gli abitanti di Clover Island intrappolati dentro una gabbia, la quale molto spesso è ben nascosta. Per liberarli dobbiamo raccogliere delle specie di gemme rossastre, che sono sparse in tutte le sezioni, o nascoste dentro delle scatole, o ancora rilasciate dai nemici sconfitti. Di solito ne servono 100 per aprire ogni gabbia, che sono 51 in totale. Si tratta di un obiettivo secondario, ma che dona longevità e sfida durante l’esplorazione.

Questa è resa varia dalle abilità di cui è dotata Skylar: corda magnetica per raggiungere appigli elevati, jet pack, un sistema per rallentare il tempo, ecc. Nel corso dell’avventura si trovano diversi gadget che aumentano le capacità della nostra eroina, permettendoci di scoprire nuovi luoghi nascosti, precedentemente non raggiungibili. Sebbene ben segmentato, il gioco non è del tutto lineare, favorendo un’esplorazione attenta e piacevole, anche in luoghi già visitati.
Accanto alla portante fase platform, vi sono i combattimenti con i nemici. Essi rappresentano uno dei tasti dolenti di Skylar & Plux, poiché sono caotici e non intrattengono. I nemici infatti sono poco vari – di base si tratta di robottini che saltano addosso ,o torrette che sparano missili e colpi a mitraglia – e i controlli d’attacco della nostra protagonista non sono del tutto fluidi.
Un gameplay dunque semplice, immediato, leggero, ma a che volte ha degli intoppi. A questo si aggiungono alcuni cali di frame rate durante gli scontri.

Skylar plux adventure on clover island

Un tuffo nel passato

Anche stilisticamente Skylar & Plux non osa, mostrandosi come un gioco dell’era PlayStation 3. Una scelta che deriva probabilmente dal richiamo a vecchie glorie. D’altronde un titolo del genere non ha bisogno di realismo grafico, e anzi punta su personaggi cartooneschi e su ambientazioni coloratissime per creare un stile senza fronzoli ma pur sempre fantasioso. Le sezioni infatti hanno degli elementi caratteristici che rimandano al tema su cui sono basate. Ad esempio, in quella giapponese vi sono le tipiche abitazioni nipponiche, lanterne e quant’altro. L’aspetto interessante però è la contaminazione di elementi scenici tra una sezione e un’altra, creando effetti eterogenei. La storia invece avanza attraverso vignette, in cui i disegni sono apprezzabili per la cura dei dettagli e per i colori. Il tutto viene narrato con doppiaggio sottotitolato esclusivamente in inglese. Ciò non inficia troppo sulla fruizione del titolo, poiché la trama è semplice, e funge semplicemente da pretesto per favorire l’avventura. In generale l’effetto totale, dal punto di vista stilistico, Skylar & Plux è piuttosto basic, ma poco importa, perché si lascia giocare.
Quanto alla musica, la maggior parte dei brani sono molto orecchiabili: più volte ci siamo ritrovati a canticchiare i motivi durante salti e arrampicate con Skylar; capita però di beccarne qualcuno un po’ fastidioso. In generale la sountrack è un omaggio alla nazionalità del team di sviluppo (Right Nice Games ha sede a Stoccolma), poiché lo stile ricorda le musiche scandinave, con i loro strumenti a corde e il loro ritmo sognante. Se avete giocato Unravel di CoolWood Interactive, potete notare una certa somiglianza.

Skylar plux adventure on clover island

Verdetto:

Skylar & Plux: Adventure on Clover Island è un titolo senza pretese ma piacevole. Semplice e leggero, si mostra come un platform in 3D che omaggia in maniera palpabile i maggiori esponenti del genere. Lo fa con i personaggi, lo fa con la storia, il tutto però senza uno stile graffiante. Si tratta di un titolo che vuole semplicemente lasciarsi giocare, scorrendo con leggerezza. È insomma il classico gioco che intrattiene e basta, proprio com’era in passato. E considerando che è disponibile per PC, Xbox One e PlayStation 4 ad un prezzo davvero appetibile, può essere ben considerato da tutti coloro che sono in cerca di un’esperienza godibile e spensierata.

Lorena Rao
Deputy Editor, o direttigre se preferite, assieme a Luca Marinelli Brambilla. Scrivo su Stay Nerd dal 2017, per cui prendere parte delle redini è un’enorme responsabilità, perché Stay Nerd è un portale che punta a stimolare riflessioni e analisi trasversali sulla cultura pop a 360° tramite un’offerta editoriale più lenta e ragionata, svincolata dalle dure regole dell’internet che penalizzano la qualità. Il mio pane quotidiano sono i videogiochi, soprattutto di stampo storico. Probabilmente lo sapete già se ascoltate il nostro podcast Gaming Wildlife!