Un’esplosione di noia

Devo fare una premessa obbligata: nell’eterna lotta tra Mario e Sonic, sono sempre stato uno strenuo sostenitore dell’idraulico Nintendo. Sicuramente questo parteggiamento nasce dall’aver posseduto prevalentemente console della grande N, ma anche dal fatto che non ho mai tollerato quel gameplay frenetico, la corsa al tempo più basso tipici dei giochi del porcospino e che non sono mai riuscito a farmi andare a genio. Non è comunque questa la ragione per cui Sonic Boom: Fuoco & Ghiaccio non mi è piaciuto, piuttosto l’idea di creare un gioco che rivela l’ambizione di conquistare un pubblico diametralmente opposto rispetto a quello classico, puntando ad un’utenza molto giovane, mettendogli tuttavia in mano un prodotto altrettanto bambinesco.

 

Tre indizi fanno una prova

Le prime avvisaglie di questa tragedia annunciata arrivano direttamente dalla trama: il Dr. Eggman ha scoperto un nuovo elemento, la magnite, che ovviamente sarà l’arma finale per distruggere una volta per tutte il nostro eroe, Sonic. Il nostro cattivone costruisce un intero esercito di robot allo scopo di raccogliere quanta più magnite possibile, scatenando nel frattempo uno squilibrio nel clima del pianeta. Come se ciò non bastasse, uno dei robot di Eggman, chiamato in modo molto originale D-fecto, inizia a funzionare male a causa di un problema di produzione invertendo i suoi poteri, attirando tutto ciò che non è magnite e impossessandosi di poteri tali da rivelarsi un ulteriore pericolo per il pianeta. Ecco quindi che il nostro manipolo di eroi entra in azione, con il duplice obiettivo di ristabilire l’equilibrio ambientale e sconfiggere la nuova minaccia del Dr. Eggman, che finirà anche per allearsi con la nostra compagine una volta compresa l’entità del problema. Una trama lineare e banale che comunque non ci sconvolge, se non altro perché siamo ormai al terzo gioco dedicato a questa nuova vita del porcospino blu e siamo consci del target di riferimento, ovvero i bambini. Quello che invece si fatica a digerire è che, complice appunto il target, ci si ritrovi tra le mani un titolo scialbo e piatto, che sembra sviluppato senza la cura di offrire un prodotto adeguato.

Nella decina di ore che sono servite a completare il gioco e che potrebbero rivelarsi ben inferiori se siete giocatori pratici della serie, si evince infatti una produzione raffazzonata e svogliata, principalmente a causa di un level design non malvagio ma pigro all’inverosimile, abbastanza da rendere la ricerca di collezionabili quanto mai semplice e banale.
La linearità dell’intera opera è tale da rendere superflua anche la rosa di personaggi selezionabili, ognuno con abilità speciali ma che, all’atto pratico, sono relativamente utili al punto da preferire sempre Sonic e la sua velocità supersonica.
Quel poco di varietà dei livelli è legata al fuoco e al ghiaccio, elementi che spesso ci bloccheranno la strada e che richiederanno l’uso dell’elemento opposto per creare percorsi alternativi, tramite i tasti dorsali associati ad un potere specifico, ma per il resto non c’è nulla che riesca ad esaltare il giocatore, incluso il bestiario del gioco che pesca nei meandri della serie senza apportare modifiche degne di nota.

La cosa che però mi ha fatto innervosire più di tutto è l’elemento bambini: immagino che nessuno di voi si ritrovi a giocare a titoli dedicati ai giovanissimi, tuttavia essi presentano un’estrema semplificazione di ogni aspetto ludico, portando quasi a pensare che le nuove generazioni siano completamente sciocche pur di giustificare simili espedienti. In Sonic Boom questa assunzione di idiozia si traduce in un gioco che offre pochissima sfida al punto da non poter morire, liberi di impattare su qualunque nemico per tutte le volte che vogliamo e arrivare comunque vincenti a fine livello. Un vero e proprio insulto all’intelligenza di chiunque, dal bambino che riceverà questo regalo ignobile al fan che non vuole credere che una delle mascotte più importanti del videogioco sia diventata l’ombra dell’ombra di se stesso.

Per lo meno è veloce

Sul versante tecnico, l’unica cosa buona che riesce a fare il motore di gioco è donare quella cosa che non deve mancare in nessun Sonic: la sensazione di velocità. La fluidità del gioco è notevole ma soprattutto stabile, nulla da recriminare da questo punto di vista. I problemi sono invece più evidenti quando il titolo rallenta il ritmo, prestando il fianco a ben più di una critica: graficamente il gioco non regge il confronto con le ultime produzioni della console, con una definizione pressoché inesistente, texture granulose e dalle dimensioni decisamente contenute, al punto da far pensare ad un compromesso inevitabile per garantire a Sonic quel minimo di rispetto e conferire al gioco una velocità adeguata. Altrettanto passabile la colonna sonora che manca di quel guizzo tipico della serie, con accompagnamenti non deprecabili ma che avrebbero meritato un po’ più di cura.

Concludendo, Sonic Boom: Fuoco & Ghiaccio è una completa delusione. I fan della mascotte SEGA hanno tanti altri giochi con cui potersi divertire.

A cura di Francesco Paternesi