Le origini di Ser Douchebag

Quando ci siamo ritrovati per la prima volta tra le mani South Park: il Bastone della Verità, quanti di noi si aspettavano seriamente quel piccolo capolavoro che si è poi rivelato? Se si è fan di South Park e di tutto il folle mondo creato da Parker & Stone è quasi impossibile non amare questo gioco, pubblicato per la prima volta nel Marzo del 2014 e ora tornato sulle nostre console.

Infatti, se il titolo era già disponibile sui sistemi di ultima generazione per quei giocatori che avevano pre-acquistato la copia digitale di Scontri Di-Retti, ora anche gli altri potranno mettere di nuovo le proprie mani sul folle mondo di South Park. In salsa fantasy.

Chi ha seguito con costanza il cartone animato ricorderà bene il momento in cui abbiamo visto i protagonisti spaccarsi di fronte alla scelta tra Ps4 e Xbox One, nella ormai famosa Trilogia del Black Friday, in cui ebbe modo di fare la sua comparsa anche George R.R. Martin. Al termine di quel ciclo di episodi, in cui si parodiavano molti elementi del fantasy, con un occhio di riguardo a Game of Thrones, si invitavano gli spettatori ad acquistare il gioco di imminente uscita, Stick of Truth, il quale si proponeva a tutti gli effetti come un seguito di questi tre episodi.

E così ci siamo ritrovati nei panni del Novellino nella “tranquilla” cittadina del Colorado, appena trasferiti per lasciarci alle spalle coi nostri genitori dei problemi non meglio specificati. Appena usciti di casa ci imbatteremo in Butters, nelle vesti di prode Paladino, il quale ci introdurrà a quello che è il grande gioco che coinvolge i bambini di South Park in quel periodo: la lotta tra umani ed elfi per il possesso della più sacra delle reliquie, il Bastone della Verità.

Il Bastone della Verità si presenta come un’esperienza irriverente e coloratissima. Insomma, South Park al 100%, dove i nostri personaggi avrebbero dovuto circolare per la città compiendo missioni e raccogliendo alleati per riuscire a consolidare la presa sulla sacra reliquia. Un gioco condito da numerose gag sullo stile dissacrante del cartoon di Parker & Stone, dove Cartaman, Stan, Butters, Kyle e Kenny si presentavano come personaggi di un GdR in piena regola.

Strutturato come un gioco di ruolo a turni, capace di richiamare diversi classici del genere, South Park: Stick of Truth riusciva a vivere in quella zona grigia esistente tra l’innovazione e la parodia. Tra i grandiosi punti di forza di questo gioco c’era la follia che lo animava nel mostrare come l’immaginazione dei bambini poteva prendere vita per creare un mondo fantasy nella realtà quotidiana. Maghi che lanciano fulmini grazie alle batterie per l’auto, “ebrei” disposti a circoncidere i propri avversari, guerrieri armati di asce congelanti realizzate da un cartello di stop. Insomma, una serie di trovate davvero originali, capaci di dare quella diversità al gioco per farlo brillare.

All’inizio del gioco siamo chiamati a personalizzare il nostro protagonista e, dopo essere stati introdotti da Butters al conflitto per il Bastone, viene il momento di scegliere la nostra classe. Alle tre basilari di ogni gioco di ruolo, Guerriero, Mago e Ladro, si aggiunge quella dell’Ebreo, irriverente trovata degli sceneggiatori per dare un tocco in più al titolo.

Ben presto, quello che sembra essere solo un gioco per bambini, si complica, coinvolgendo governativi, alieni e zombie nazisti. Insomma, una vera e propria folle sarabanda, un gioioso caos in cui il giocatore appassionato di South Park non può fare a meno di farsi avvolgere.

Il gioco, come detto, si compone per lo più di combattimenti a turni. Una volta ingaggiata la lotta si affronterà l’avversario, sfruttando le diverse abilità a disposizione dei giocatori, applicando alterazioni di stato e caricando una barra per poter compiere attacchi particolarmente potenti, sia il nostro, specifico per la classe che abbiamo scelto, sia quello dei protagonisti del cartoon. All’interno della lotta avremo modo anche di sfruttare diversi oggetti consumabili per facilitarci il compito, oppure evocare degli alleati per riuscire a sconfiggere i nemici.

Fuori dal combattimento ci sarà anche la possibilità di effettuare diversi minigiochi, molti dei quali a base… beh, di peti. Niente di strano, in fondo parliamo sempre di South Park! Oltre a questo, tra le missioni principali del nostro Novellino (o sir Coglionazzo, come viene amorevolmente chiamato da Cartman) dovremo raccogliere amici sui social e gli sfuggenti Chinpokomon.

Altro punto favore per il gioco sono le vaste possibilità di personalizzazione presenti. Non essendoci un limite per quanto concerne gli equipaggiamenti di classe, il nostro alter ego di South Park potrà essere personalizzato come meglio riterremo opportuno, dando libero sfogo alla nostra fantasia.

Tutto splendido? In effetti qualche piccolo difetto c’è. I combattimenti ordinari, arrivati a un certo livello di abilità, non presentano alcuna vera attrattiva per i giocatori esperti, che potranno sfruttare le pecche di un’I.A. poco brillante e di un gameplay per addormentare il gioco. Oltre a questo la longevità del gioco si rivela piuttosto carente, dando quale unica attrattiva del post-game quella di ricominciare da capo, scegliendo una classe diversa.

south park il bastone della verità recensione

Verdetto:


Nonostante qualche difetto South ParK: Il Bastone della Verità costituisce davvero un titolo imperdibile per qualsiasi fan della serie televisiva. Oltre a riproporre fedelmente tutte le tematiche del cartoon, rispettandolo appieno lo spirito dissacrante, il gioco riesce a dimostrarsi un buon RPG a tutti gli effetti, proponendosi come qualcosa di unico nella sua personale interpretazione. Se non avete ancora avuto occasione di mettere mano su questo gioco correte ai ripari. Non resterete delusi.

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.