Vi fissano sornione dagli stand delle fiere. Vi squadrano dagli scaffali dei negozi di giocattoli. Ci sono appassionati disposti a spendere migliaia di euro pur di accaparrarsene una particolarmente raro e antico. Negli ultimi mesi ve li siete ritrovate persino al supermercato accanto alla frutta, in edicola e nelle librerie.

La storia che sono fatte per i bambini è semplicemente una menzogna. Le volete anche voi e a volte per non fare brutta figura dite al commesso se si possono incartare perché sono dei regali per il vostro “fratellino”.

Sono le pericolose Action Figure a tema Star Wars.

Pericolose per il vostro portafogli ovviamente. Perché diciamoci la verità, più le vorreste e più ne escono; Hasbro, Disney, Kenner… le grandi case di produzione hanno capito il valore di questo merchandising “stellare” e, forti dei mirabolanti dati di vendita, continuano (e continueranno) a sfornare figures a tema Star Wars probabilmente per sempre. E chi siamo noi di Stay Nerd per dirvi di non farlo? Nessuno.

Anzi, sono qui per rendere la transazione dalla vostra carta di credito al carrello di Ebay il più indolore possibile, illustrandovi (a grandi linee) come sono nati e come si sono evoluti tutti gli action figures della “galassia lontana lontana” prodotti fino ad oggi.

Poco prima dell’uscita del primo film della saga, intitolato solamente Star Wars (il sottotitolo Una nuova Speranza verrà aggiunto solo nel 1997) la 20th Century Fox era alla disperata ricerca di una casa produttrice a cui vendere la licenza per produrre i giocattoli del film. Si da il caso però che fosse il 1977 e che la fantascienza al cinema non fosse vista proprio come un genere vincente. Dopo molti rifiuti solo una piccola società americana di Cincinnati accettò di buon grado la scommessa. Il suo nome? Kenner.

72756a_lgQuesta, pensando comunque che il film avrebbe avuto un modesto successo cominciò timidamente a produrre qualche migliaio di copie dei personaggi principali presenti nella pellicola: Luke Skywalker, R2D2, Leia e Chewbacca. Sapete tutti poi come andò: una volta uscito il film spaccò tutti i botteghini del pianeta, superando i 100 milioni di dollari (una vera prodezza per l’epoca); la Kenner fu costretta a rivedere le sue strategie e anche molto in fretta: da migliaia le action figure divennero centinaia di migliaia. Ma ad una condizione particolare. Questi giocattoli andavano ridotti di dimensioni. Il Boss dell’azienda ebbe infatti la brillante idea di ridurre la grandezza dei personaggi da 20-25 cm (l’altezza media di una Barbie o di Action Man per capirsi) ai nuovi 10 cm, chiamati anche in America 3” e ¾, standard che ora è usato per la produzione di action figures dalla maggior parte di compagnie di giocattoli in tutto il mondo. In questo modo si andava a risparmiare sensibilmente per i costi della plastica, e il guadagno raddoppiava.

I personaggi di per se non erano molto dettagliati, avevano lightsaber che uscivano direttamente dal braccio partendo dal gomito e un’insolita lamina in vinile che sostituiva le parti di stoffa come cappe o mantelli.

Le richieste del pubblico furono clamorose, la Kenner non solo esaurì le scorte ma l’anno successivo, nel 1978, fu costretta a ristampare l’intera linea aggiungendoci stavolta anche i personaggi secondari e i primi rozzi veicoli plasticosi. Un successo senza precedenti.

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Piccola curiosità: l’action figure del piccolo Jawa uscì inizialmente con il mantello in vinile, ma per incentivare le vendite la Kenner la rimise subito sul mercato con un morbido mantello di stoffa, uno dei primi in circolazione. La versione con mantello in vinile fu ritirata dal mercato e i pochi esemplari rimasti ora valgono una fortuna!

Arriva il 1980 e con “L’Impero colpisce ancora” nelle sale, Kenner sforna nuovi personaggi tra cui il mitico Yoda e il fighissimo Lando Carlissian (ebbene sì, è uno dei miei preferiti). I veicoli spaziali cominciano ad evolvere strutturalmente e compaiono finalmente i Playset del Millenium Falcon, i TIE, gli X-Wing e gli At-AT. Anche se il successo di vendite fu leggermente minore rispetto al prequel, le action figures da 10 cm vendevano come il pane specie negli Stati Uniti e in Inghilterra, ma la forma e la snodabilità, rimangono invece sempre invariate.

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Si replica anche nel 1983 con il Ritorno dello Jedi, per il quale la Kenner riesce addirittura a migliorare i dettagli delle figure e dei veicoli, raggiungendo standard molto alti per l’epoca. Sembrerà una sciocchezza ma questa piccola casa produttrice di giocattoli per anni ha saputo tenere testa a giganti del settore come Hasbro e Mattel ed è riuscita a piazzare sul mercato più di 250 milioni di giocattoli venduti. Tanto di cappello.

Passano però gli anni e le vendite dei prodotti Star Wars cominciano a calare drasticamente, anche perché i bambini dell’epoca erano stati catturati da altri eroi (He-Man? Ghostbusters?), l’Universo Espanso esiste solo sotto forma di libri, e soprattutto ancora non esiste ancora un mercato di home-video abbastanza forte da riportare il marchio in auge (le VHS iniziavano solo allora a nascere). Il giocattolo deve essere rivitalizzato e, complice l’arrivo dei comics americani Dark Horse e dei primi videogiochi della saga, anche altre case cominciano timidamente a scommettere sul brand: la società Galoob inizia a realizzare una serie di Micro Machines dedicata a Star Wars, proponendo dei mini modellini di navi spaziali e veicoli in scala ridotta davvero belli che catturano all’istante sia i più piccoli che i collezionisti più avidi.

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Electronic_Power_FX_Darth_Vader_(69644)_PAnche la Kenner non rimane certo a guardare e comincia a sfornare una nuova serie di giocattoli chiamata Il Potere della Forza, affiancata da una serie Power FX con personaggi di grandi dimensioni in grado di produrre anche luci e suoni. Lo stile viene notevolmente svecchiato e anche la muscolatura dei personaggi cresce stile effetto doping – cura di steroidi, per abbracciare soprattutto i nuovi gusti del pubblico che a quel tempo iniziava ad impazzire per una cosa chiamata Wrestling…

Le vendite tornano stagnanti, e purtroppo la Kenner a questo giro si arrende: nel 1991 viene acquistata dalla Hasbro che le lascia comunque la possibilità di produrre giocattoli targati Star Wars fino al 1999, anno che vede l’uscita al cinema della nuova trilogia con il film La minaccia Fantasma.

0df40b5d546d2d417af001e4b3c30cc7ll brand torna con rinnovato ardore tra gli scaffali di supermercati e negozi vari con una nuova ondata di giocattoli capitanati dal molesto Jar Jar Binks, il piccolo Anakin e lo spettacolare Darth Maul con doppia spada laser (il suo blister è stato uno dei più venduti di sempre, true story). Le nuove figure (ben 40!) hanno anche un microchip nel piedistallo in grado di emettere frasi e battute originali del film. Iniziano anche a comparire i molesti bamboloni poco snodabili ma alti 30 cm stile Ken e Barbie, altezza che con il tempo andrà ad aumentare sempre di più; mai visti i Darth Vader alti 1 metro nei negozi? Ecco.

Tre anni dopo, nel 2002, arriva il secondo film, l’Attacco dei Cloni, stranamente molto meno pubblicizzato rispetto al suo predecessore e oltre ai nuovi protagonisti che compaiono nella pellicola, la Hasbro non si lascia scappare l’occasione e ne approfitta per pubblicare una nuova collezione storica chiamata SAGA che vede il ritorno dei volti più famosi della trilogia originale. L’anno successivo è la volta della serie Unleashed, personaggi alti 15 cm circa che stranamente però hanno una notevole qualità estetica e un prezzo molto basso. La particolarità di questa serie è che si può parlare quasi di mini statue e mini diorami, che ritraggono i vari personaggi in pose molto dinamiche, molto belli da vedere e terribilmente difficili da non collezionare tutti.

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51cE-uUepuLE’ di nuovo febbre per il brand, e dal 2002 in poi molte altre aziende cominciano ad acquistare i diritti per le licenze di Star Wars, tra queste la giapponese Tomy che ha fatto uscire dei bellissimi diorami e delle master replica in scala 1/1 di armi ed oggetti famosi del film. E poi anche una certa casa danese, la LEGO qualche anno prima aveva cominciato a produrre set di mattoncini targati Star Wars… forse ne avete sentito parlare.

vc092-anakin-skywalker-clone-wars-star-wars-action-figure-vintage-collection-wave-12-760-pArriva rampante il 2003 e con esso La Vendetta dei Sith, capitolo finale della seconda trilogia. Hasbro fa uscire in questa occasione una serie di blister comprendenti nuovi strani personaggi come Kit Fisto, Durge e Saesee Tiin, a cui saranno poi affiancati le figure della serie Star Wars: Clone Wars, cartone animato in onda su Cartoon Network, con ben 8 nuovi personaggi tra cui le nuove tipologie di Clone Trooper, la temibile Asaji Ventress e il Conte Dooku. La cosa più interessante di questa serie è senza dubbio la cura estrema dei dettagli e i numerosi punti di articolazione delle figures, che fanno impazzire sia i bimbi nutellini che ci giocano nei parchi tra l’erba e il fango, ma anche il collezionista super preciso che li può usare in complessi diorami custoditi gelosamente sotto vetro a temperatura costante.

Clone-Wars-AnakinIl 2008 vede in seguito l’arrivo della serie animata in Computer Grafica The Clone Wars, da non confondere con la quasi omonima: la prima infatti fa parte del cosiddetto Universo Espanso, mentre quest’ultima rientra invece nel Canone classico. Lo stile delle figures in questione è molto super deformed, in linea con lo stile della serie tv: linee morbide, occhi grandi e mascelle molto pronunciate. Pecca un po’ in varietà di modelli ma è stata senza dubbio la più amata dalle nuove generazioni di fan della serie.

Da questo punto in poi la Hasbro sembra perdersi un po’ per strada, c’è quasi come una regressione nella qualità delle nuove serie, rispettivamente Saga Legends e Saga Legends: Star Wars Rebels; come potete intuire è semplicemente una linea nata per riciclare i modelli più famosi dei personaggi più iconici ma i dettagli lasciano parecchio a desiderare, inoltre scompaiono articolazioni di gomiti e ginocchia riportando la mobilità agli stessi livelli dei modelli Kenner degli anni ’80. I fan a questo punto si sentono giustamente presi per i fondelli e reclamano a gran voce una serie nuova, massiccia e cazzuta.

E Hasbro sorprendentemente li ascolta.

Nel 2013 negli Stati Uniti debutta la mitica Black Series, linea che abbandona il target giovanile e si butta a braccia aperte verso il mercato dei collezionisti: decine di punti di snodo, caviglie e polsi con ball joints, accessori in quantità e addirittura stoffa per i vestiti. Gli sculpt dei volti rendono fedelmente giustizia agli attori delle pellicole e insomma, spaccano: disponibili nel doppio formato 3 e ¾ e 6 inch (circa 15 cm) sono in produzione ancora oggi e ne sono stati prodotti più di 30 modelli differenti. Dimenticavo che da quest’anno si vanno ad affiancare in questa linea i nuovi modelli di The Force Awakens, che già dal mese di lancio (settembre) sono andati praticamente a ruba neanche fossero fatti d’oro. Negli ultimi mesi la febbre Star Wars sta salendo vertiginosamente, fatto che porta la Disney stessa a dire: “fermi tutti, se c’è da guadagnare qualcosa con le action figures, ci voglio entrare anche io!”

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Nasce così la Elite Series, linea che fa il verso alla suddetta Black Series. La differenza sostanziale sta nell’altezza dei vari personaggi, (16,5 cm contro i 15 della Black) e nella preferenza di usare plastica morbida al posto della stoffa per vesti e mantelli. Il prezzo leggermente più basso comunque le rende molto appetibili e in ogni Disney Store sono praticamente impossibili da non notare. Ne sono uscite solo 10 per ora ma conoscendo un minimo la Disney, non tarderà molto a rimpinguare le fila di questa serie.

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Hasbro e Disney quindi si daranno battaglia questo Natale per decretare il vincitore supremo a colpi di articolazioni e di punti di snodo. E voi da che parte state?