Su tutto datevi una calmata! Lo Studio Ghibli non chiude!

Nelle ultime ore l’ondata di isteria che ha colpito una buona fetta dei naviganti della rete ha avuto un eco tale da farmi venire la voglia di sparire da Facebook. La domanda che dovreste porvi, piuttosto, è se lo Studio responsabile di capolavori come Nausicaa e Il mio vicino Totoro goda di buona salute e la risposta è, incredibilmente – almeno per noi – no. Ora, se avete posato i fazzoletti e l’avete finita con i post su Facebook stile “NOOOOOO! UN PEZZO DELLA MIA INFANZIA” (cit.) allora proviamo a fare ordine. Che cosa è successo nelle ultime ore?Nausicaa_ARS_setup_2

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Hayao Miyazaki

Se panico si è creato lo si deve alle dichiarazioni di Toshio Suzuki che, nel corso dell’ultima settimana, aveva rilasciato diverse interviste nelle quali parlava delle condizioni dello Studio che, purtroppo, non sembra godere di un buono stato di salute, almeno dal punto di vista prettamente economico. La prima, e meno nota in rete, è stata rilasciata ai microfoni di Paris Match e nel corso della stessa, Suzuki, molto laconicamente, ammetteva le difficoltà legate alla gestione della struttura e di come, con l’avvicendarsi alla regia di Goro Miyazaki (figlio del più celebre Hayao), molte cose fossero cambiate anche solo a livello di immagine e promozione. “Goro, non ha lo stesso talento visionario di suo padre, né il suo carattere. Lo Studio, da tempo, resta in piedi grazie ai film di Hayao, pur essendo diventato una struttura enorme e ricca di personale. I soli film di Hayao Miyazaki, tuttavia, non ci danno gli introiti necessari a recuperare gli investimenti fatti per i film.”

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Toshio Suzuki

Come capirete, quelle di cui sopra sono le preoccupazioni relative al modello di business degli Studio che, evidentemente, non si sono più resi capaci di generare abbastanza introiti da potersi permettere la produzione di film senza una accurata e attenta pianificazione economica. A questa intervista, è poi seguita quella che ha generato il panico, e che si è tenuta nel corso del programma televisivo giapponese Jonetsu Tairiku domenica scorsa. Anche qui Suzuki si è interrogato sullo stato di salute dello Studio, evidenziando, stavolta, la necessità di un rinnovamento che, tuttavia, non ci potrà essere se prima Ghibli non si prenderà una pausa nel quale capire come pianificare il suo stesso futuro. Proprio la parola “pausa” ha generato un qui pro quo in rete, a causa di alcune traduzioni errate che hanno frainteso il termine (“shoukyuushi”) con la parola “stop”. Dall’errata traduzione, alla propaganda di una notizia fondamentalmente falsa il passo è stato breve, tant’è che spinta dall’interesse dei lettori di ogni dove, e dalla viralità generata dalle condivisioni a mezzo social network, persino alcune autorità del settore o della stampa generalista hanno incominciato a propagandare la chiusura degli studio cosa che, come capirete adesso, di fatto NON sussiste. Quel che è chiaro, invece, è che con la defezione di Hayao Miyazaki avutasi lo scorso settembre, Studio Ghibli abbia in qualche modo perso smalto e credibilità, e che piegato da evidenti segnali di crisi, debba rimodellare il proprio business per tornare a prova di futuro. Rileggendo le varie, e recenti, dichiarazioni di Suzuki sembra evidente che uno dei problemi sia quello relativo al numero di dipendenti, tanti e con contratti a tempo indeterminato, che rendono i costi dell’azienda esosi, soprattutto in virtù della mancanza dei blockbuster di Hayao che, pur essendo tra i più costosi nella storia della produzione animata nipponica, restavano, di fatto, quelli con i migliori incassi al botteghino.
totoro01Cosa farà allora Studio Ghibli per il futuro? Si formatterà e ricostituirà, ma senza mai chiudere i battenti. Toshio Suzuki comincia già a definire i prossimi passi. Su tutto c’è la certezza quasi matematica che si riduca l’organico, onde attutire i costi. Poi ci si dedicherà alla produzione di progetti dalle risorse più contenute, e probabilmente lontani dagli schermi delle sale cinematografiche. Infine, ci si dedicherà al museo presente negli Studios, che di anno in anno richiama tantissimi curiosi da tutto il mondo. La produzione di cartoni animati, insomma, non termina. Suzuki stesso non ha MAI escluso la possibilità che Ghibli torni al cinema, semplicemente c’è bisogno di tempo, per capire soprattutto che direzione dare a una casa di produzione cinematografica che, senza la sua punta di diamante, non si sente più in grado di andare avanti allo stesso modo. Sinceramente, non sentiamo di volergli dare torto…