Fenomenologia delle tette claustrofobiche applicata al mondo delle fiere fumettistiche.

C’era una volta il cosplay, quell’hobby arrivato dal paese del sol levante che trasformava lo sfigato del banco accanto che leggeva i fumetti in uno sfigato del banco accanto che leggeva i fumetti travestito da pilota di Gundam o da Cavaliere dello Zodiaco. Negli ultimi anni abbiamo assistito impotenti (e anche un po’ scioccati) al dilagare della cosplay-mania che, valicati i confini delle fiere dedicate al fumetto, ha fatto sì che ricevessimo inviti ad eventi come sagra della salsiccia in umido più gara cosplay, o sfilata cosplay al bar della stazione di Codroipo – primo premio un kg di porchetta di Ariccia. Ma come siamo arrivati a questo punto?

Pokemon Jessica Nigri

Nerd is the new black.

La cultura nerd, quella di The Big Bang Theory prima che la sit-com si trasformasse in una soap opera neanche tanto originale, è incredibilmente di moda oggigiorno. Non potete farci niente, non potete neanche dire “io ero nerd prima che essere nerd fosse figo” perché sconfinereste nell’hipster. Come tutti i fenomeni sociologici complessi, non ce la sentiamo di schierarci nettamente a favore o contro di questa liberalizzazione del nerd, perché se da una parte la popolarità di cui ultimamente godono fumetti, fantasy e sci-fi ci ha portato a fare i conti con un panorama culturale saturo di copie e copie e copie di storie già raccontate mille volte, solo perché vendono, dall’altro lato tra tutti questi reboot, prequel e sequel spuntano nuove idee che meritano di ricevere attenzione (e poi ci sono le Serie-TV che hanno finalmente budget altissimi, ma questa è un’altra storia). Per fare un esempio, la prima edizione del Lucca Comics, nel 1993, registrò poco meno di 30.000 utenti, considerati un record. Nel 2015 i biglietti staccati sono stati 220.000, con una stima di presenze complessive che sfiora i 400.000.

Tette

Ok, ma cosa c’entrano le tette?

Come tutti i fenomeni in rapida espansione, le tette c’entrano sempre, perché un’equazione molto semplice, che chiameremo Teorema dell’Attention Whore, postula che più una ragazza è pettoruta (e stiamo parlando di massa grassa, non muscoli), più la società moderna le riserva attenzioni. Nel mondo del cosplay questo ha fatto sì che il confine tra interpretazione di un personaggio e l’essere personaggio sia diventato sottile come il punto vita di una delle Guerriere Sailor. Ecco allora una nuova categoria del cosplay, quello che prevede le tette di fuori SEMPRE e COMUNQUE. Per queste ragazze poco importa che il personaggio da cui si travestono sia una bambina di dieci anni, un animale, un uomo o – semplicemente – una donna piatta; la loro versione avrà una quinta di seno messa in bella mostra.

Tette

Il cosplay non è un paese per vecchi (bavosi).

Ci sono cosplayer che sulla loro fisicità hanno puntato tutto, arrivando ad essere famose a livello mondiale, sfondando poi (che fosse o meno il loro obiettivo fin dall’inizio non è dato saperlo) nel modeling (che poi è solo la parole figa inglese per dire modella). Questo perché i fotografi che si trovano nelle fiere sono sempre meno veri appassionati del settore e sempre più amatori alla ricerca di figa belle ragazze, indipendentemente dal personaggio che esse interpretano. Se avete fatto un giro in qualsiasi fiera negli ultimi anni, avrete forse notato che “e tu da cosa saresti vestita?”, è la domanda che le cosplayer si sentono più spesso rivolgere dai fotografi dopo un photoset da cinquanta scatti, trentacinque pose, di cui ventotto in cui le suddette sono in ginocchio e una decina in cui si vede il reggiseno, nel malaugurato caso fosse coperto da almeno uno strato di vestiario.

Tette e Cosplay

Se il morto di figa classico, quello che crede di poterti mettere una mano sul culo solo perché sei vestita da Shanna la Diavolessa (che poi vorrei sapere se avrebbe il coraggio di palpare quella vera) è intollerabile, dategli una macchina fotografica in mano e si sentirà in dovere di chiedervi “una posa un po’ più provocante, ecco, spingi il sedere in fuori, così”. Non tutti i fotografi appartengono a questa schiatta di imbarazzanti amebe maschili, certo, ma esistono, negarlo sarebbe come inutile come continuare a sperare che George Martin finisca di scrivere Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco.

“Non sono tettona, è che mi disegnano così.”

TetteChi incolpiamo, quindi, per questa invasione delle ultratette? I fotografi? La società? I vegani? Come detto prima, il mondo non è bianco e nero, ma ci sono mille sfumature di grigio come in un tankobon di Naruto. Ripetiamolo ancora una volta: le tette sono belle e tutti noi le apprezziamo, ma nel cosplay le tette hanno ragione di esistere SE il personaggio ha le tette in mostra. Quello che non ci piace, quello che è obiettivamente opinabile, sono i cosplay snaturati per mettere in mostra le doti fisiche della cosplayer. Ben vengano le procaci Nico Robin, Power Girl, Emma Frost, Jessica Rabbit e tutte le altre, ci sono personaggi, come la paradisiaca Angelina di Sacro/Profano, che hanno fatto delle loro rotondità un marchio di fabbrica, ma per lo stesso motivo per cui alle ragazze in carne viene sconsigliato di indossare il bikini tigrato di Lamù, o un ragazzo di un metro e novanta non può essere credibile nei panni dell’alchimista d’acciaio Edward Elric, alla sottoscritta (e attenzione, qua rientriamo nella sfera del giudizio assolutamente personale) sale l’isterismo ad ogni nuova versione sexy di Ezio Auditore che vede in fiera (perché, mi dispiace deludervi, gender bender significa cambiare il sesso del personaggio, non necessariamente vestirlo come una spogliarellista di Las Vegas. A meno che non stiate facendo il cosplay di uno spogliarellista di Las Vegas, in quel caso va bene.

C’è vita oltre le tette?

Mi rendo conto di star trattando un argomento spinoso: se questo articolo avrà una buona visibilità ci saranno quelli che mi diranno che sono solo invidiosa perché loro sono famose e hanno uno stuolo di giovani pipparoli devoti (tutto quello che una ragazza può sognare), ci saranno quelli che daranno indiscriminatamente della troia a qualsiasi cosplayer scopra più di qualche centimetro di pelle, minacciando di lanciare croccantini per le cagne, poi ci sono quelli, i più furbi, che magari sono approdati qui digitando su google la striscia di ricerca cosplay tette o il sempreverde #escile e si stanno guardando le fotografie senza aver letto una riga dell’articolo. La mia chiosa finale non è certo per loro, instancabili sostenitori della rule 34, ma a tutti gli altri, a quelli che riescono a vedere oltre il bianco e il nero lancio una domanda: riuscite veramente ad immaginare un Pokémon con le tette senza sentire il vostro fanciullino interiore che piange traumatizzato?

Angela Bernardoni
Toscana emigrata a Torino, impara l'uso della locuzione "solo più" e si diploma in storytelling, realizzando il suo antico sogno di diventare una freelancer come il pifferaio di Hamelin. Si trova a suo agio ovunque ci sia qualcosa da leggere o da scrivere, o un cane da accarezzare. Amante dei dinosauri, divoratrice di mondi immaginari, resta in attesa dello sbarco su Marte, anche se ha paura di volare. Al momento vive a Parma, dove si lamenta del prosciutto troppo dolce e del pane troppo salato.