Dal Superbowl a Netflix

È ormai tradizione consolidata lanciare gli ultimi trailer dei film prossimi all’uscita in sala in occasione del Superbowl, ovvero la finale del campionato della National Football League, la lega professionistica statunitense di football americano. L’evento viene seguito da milioni di persone, tra chi tifa per una squadra o l’altra, chi aspetta l’intervallo per godersi gli show musicali sempre più pirotecnici e magnificenti e chi, come noi di Stay Nerd, non fa altro che aspettare – appunto – i nuovi trailer della prossima stagione.

Quest’anno, però, la vera novità è stato il colpaccio compiuto da Paramount e Bad Robot, insieme alla piattaforma Netflix: in barba a ogni logica distributiva finora esistente, questi colossi dell’intrattenimento hanno tirato fuori il trailer di un film, The Cloverfield Paradox, che è stato reso disponibile sul sito di streaming appena due ore dopo. Quando si dice dal produttore al consumatore.

Mentre il mondo guardava il lancio dello SpaceX e l’Italia si concentrava su Sanremo, noi ci siamo dedicati a riallacciare i contatti con l’universo creato col primo Cloverfield, da cui sono scaturiti ben due sequel, prima 10 Cloverfield Lane (uscito al cinema nel 2016) e poi The Cloverfield Paradox.

Il film racconta le gesta dell’equipaggio che, a bordo della stazione spaziale Cloverfield, deve occuparsi di far partire un enorme acceleratore di particelle che dovrebbe risolvere la crisi energetica in corso sul pianeta Terra. Sette persone chiuse in uno spazio ristretto, che devono fronteggiare un’emergenza da cui dipendono i destini di praticamente tutti gli abitanti della Terra, è un buon punto di partenza per un thriller fantascientifico.

L’accensione di questo gigantesco acceleratore (chiamato Shepard) pare essere il vero collegamento col resto dei film della saga (perché ormai di una vera e propria saga si tratta): nei primi minuti, quando ancora non conosciamo tutto il cast, un intoppo tecnico sconvolge la già difficile vita dei membri della stazione spaziale, facendo scomparire la Terra dalla loro vista. Se questa sparizione indichi l’aver distrutto il nostro bel pianeta blu o un viaggio nelle profondità dello spazio siderale per gli abitanti della Cloverfiled, verrà poi rivelato con lo svolgersi della storia.

La trama scorre piuttosto lineare, tra strani accadimenti legati all’acceleratore di particelle, passeggeri che spuntano a bordo e rimandi e citazioni ai classici di genere.
Il più interessante snodo narrativo probabilmente consiste nella convivenza forzata di poche persone in uno spazio ristretto, che cominciano a sospettare l’una dell’altra (vi dice niente La cosa?), ma viene sfruttato pochissimo dal regista Julius Onah (alla sua prima esperienza con il lungometraggio), che preferisce soffermarsi sulle bizzarrie fantascientifiche utili a dare una sorta di spiegazione all’accaduto. Su questo punto ci teniamo a fare una doverosa parentesi: siamo grandi appassionati di fantascienza, ci piace immaginare mondi al di là del nostro, collisioni dimensionali, alieni che arrivano sulla Terra e scimmie che dominano l’uomo, ma quando sono state tirate fuori almeno quattro teorie per spiegare cosa stesse accadendo, ci sono cadute le braccia. Sceglietene solo una e portatela avanti con dignità!

Per quanto concerne il cast artistico, questo risulta abbastanza composito, tra nuove leve e vecchie glorie: tra queste ultime balzano ai nostri occhi Chris O’Dowd, interprete della fortunata serie inglese The IT crowd, qui relegato praticamente al ruolo di spalla comica e Daniel Bruhl, uno che non ha certo bisogno di presentazioni, e che in The Cloverfield Paradox si trova a fare il fisico tedesco geniale ma anche un po’ sospetto (e qui ci siamo chiesti perché anche i tedeschi, come i russi, siano relegati a questi cliché dal cinema hollywoodiano). Gli altri, dalla protagonista Gugu Mbatha-Raw fino a Elizabeth Debicki, passando per John Ortiz e Zhang Ziyi, non brillano per particolare intensità, facendo il loro lavoro sicuramente al di sotto delle proprie potenzialità.

L’aspetto più interessante del film, come è stato già ampiamente dibattuto in rete, è la sua potenzialità. Ci troviamo di fronte a una serie di film che stanno mettendo dei mattoncini in un universo tutto da plasmare, e il suo lancio è avvenuto in totale silenzio fino alla messa in onda, in pratica. Si tratta di un’operazione che mette in risalto la spettacolarità della notizia (un film prodotto in segreto e promosso con un solo trailer il giorno stesso dell’uscita!) piuttosto che l’importanza di una trama solida, di attori ben calati nel ruolo o ancora di un adeguato approfondimento psicologico dei personaggi.
Speriamo vivamente che queste pecche siano dovute all’inesperienza del regista e della sua troupe e non a stringenti e pressanti logiche di marketing, perché altrimenti ci aspettano tempi di grandi battage e pochi contenuti.

Per chiudere, The Cloverflied Paradox ci ha lasciati con un certo amaro in bocca, complici le buone idee di partenza e le nostre aspettative. Cos’altro ci riveleranno su questo universo in espansione? Nonostante tutto, la nostra curiosità rimane alta.

the cloverfield paradox recensione

Verdetto:

The Cloverfield Paradox è un prodotto che riesce a calarsi perfettamente nell’attuale catena di distribuzione cinematografica, utilizzando le migliori strategie di marketing per fare la giusta presa sul pubblico. Questo vuol dire, parlando dell’universo espanso creato dai tre film, che i produttori sanno bene quanto lo spettatore ormai si stia abituando ai film che fanno dei rimandi reciproci una legge fondamentale (basti vedere quello che accade con il Marvel Cinematic Universe), e sfruttano appieno le discussioni e in generale il coinvolgimento della fan base per avere uno zoccolo duro di utenti. Paradossalmente questo aspetto non si riflette sulla qualità del film, che passa quasi in secondo piano. The Cloverfiled Paradox è, appunto, un’opera mediocre ma che, grazie alla sua presenza nel Cloverfield Cinematic Universe, avrà comunque la sua bella dose di appassionati.

Felice Garofalo
Fin da quando riesce a ricordare è stato appassionato di fumetti, di cui divora numeri su numeri con buona pace dello spazio in libreria, sempre più esiguo. Ogni tanto posa l’ultimo volume in lettura per praticare rigorose maratone di Serie TV, andare al cinema, videogiocare, battere avversari ai più disparati giochi da tavolo, bere e mangiare schifezze chiacchierando del mondo. Gli piace portare in giro la sua opinione non richiesta su qualsiasi cosa abbia visto o letto. Sfoggia con orgoglio le sue magliette a tema.