Benvenuti a Tamriel

Se sei anni fa mi avessero detto che avrei potuto giocare un computer card game di The Elder Scrolls, avrei lanciato un fus ro dah per far sparire il folle dalla mia vista.
Ebbene mai dire mai nella vita, perché nel meraviglioso mondo dei videogiochi accade anche questo. Imbracciate la spada, vestite l’armatura e prendete una seggiola: ci apprestiamo a giocare a carte nel meraviglio mondo di Tamriel.

Il gioco

Legends non si distingue particolarmente da altri giochi come Magic e Hearthstone per quanto riguarda il core del gameplay, almeno nel suo impianto principale. Il giocatore ha a disposizione un mazzo di carte, ognuna con un suo valore di attacco e difesa e un costo. Ad inizio partita entrambi i giocatori hanno 30 punti vita e un punto di magicka (punti azione?) che cresce ad ogni turno.
Scopo del gioco? Ovviamente portare a zero l’avversario prima che lui ci faccia fare una brutta fine.

Il vero punto di innovazione, però, si trova nell’utilizzo di due corsie: la plancia di gioco è spaccata a metà e il giocatore può decidere dove posizionare le sue carte (destra o sinistra). A meno che non abbiano qualità particolari, le carte possono attaccare solo gli avversari che si trovano davanti e nella stessa corsia, il che aggiunge un pizzico di strategia in più.
Come se non bastasse tali corsie possono avere diversi effetti sulle carte: per esempio in alcuni match avremo una corsia occultata nella quale, quando una carta viene posizionata, non può essere attaccata per un turno; oppure altri match ospiteranno corsie nelle quali soffia il vento spostando – alla fine del turno – le carte da una corsia all’altra.
Se all’inizio, per chi ha provato i succitati giochi a cui questo Legends si ispira, entrare nella meccanica può risultare un po’ ostico, partita dopo partita si imparano ad apprezzare le soluzioni tattiche che la presenza delle corsie e le loro qualità possono generare.
In generale Legends è molto orientato sull’ottenere il controllo della plancia (il tutorial ve lo dirà chiaro e tondo), attraverso lo scambio delle carte con l’avversario e le potentissime combo che a cui si può dar vita tramite le carte oggetto o magia.

Un’altra piccola aggiunta rispetto agli altri titoli sono le rune che ogni giocatore si ritrova sopra la barra della vita: quando viene inferto un danno, la barra scende e se arriva al di sotto di una delle cinque rune questa si “rompe”. Per ogni runa rotta il giocatore ottiene automaticamente una carta da giocare nel turno successivo, o addirittura durante il turno dell’avversario se si tratta di una carta profezia. Questa meccanica è particolarmente interessante per creare letali contrattacchi e per bilanciare mazzi con poca difesa.

Le carte

Come c’era da aspettarsi, i protagonisti di Legends sono i mazzi. Le carte sono divise in cinque diversi attributi: Agilità, Resistenza, Volontà, Intelligenza e Forza. Inizialmente il deck builder ci aiuterà a costruire dei mazzi nei quali vengono suggerite delle combinazioni specifiche: per esempio il primo deck a cui avremo accesso è “La banda dei sopravvissuti” nel quale campeggiano le carte di Forza e Volontà, orientando le partite sopratutto sulla difesa dei propri punti vita e sullo scambio con le carte nemiche.

I mazzi possono essere personalizzati con un numero di carte che va da 50 a 70 e richiedono un particolare bilanciamento della media di magcika richiesta: infatti avere troppe carte che richiedono pochi o troppi punti magicka può portare ovviamente a trovarsi in situazioni difficili rispettivamente verso la fine o all’inizio del gioco. Il bilanciamento, quindi, è essenziale per affrontare in modo vincente ogni partita.

Ovviamente in un gioco ispirato ad uno dei più famosi RPG in circolazione, non poteva mancare il level up che porta con se tutta una serie di benefici: oltre, infatti, a sbloccare nuove modalità permette al giocatore anche di evolvere alcune delle carte in suo possesso trasformandole in una versione più potente. Di solito Legends ci mette di fronte ad un bivio e dovremo scegliere quale delle due opzioni proposte vorremo evolvere in base al nostro stile di gioco.

L’opzione scartata, fortunatamente, non è persa per sempre ma avremo la possibilità di forgiare carte utilizzando le gemme dell’anima. È qui che la natura free to play di Legends esce fuori in tutto il suo splendore: le gemme sono difficilissimi da ottenere in gioco e vengono donate solo in momenti specifici, costringendo il giocatore a spendere denaro vero se non vuole aspettare di collezionare il numero (spesso alto) di gemme necessarie per forgiare la carta desiderata.

La presentazione

Legends si presenta come un gioco piuttosto grezzo dal punto di vista visivo. Ci sono alcune buone animazioni che fanno da contorno alla partita e danno una certa soddisfazione; per esempio un po’ come quando si faceva schioccare le carte sul tavolo giocando a briscola, così Legends con carte particolarmente di impatto utilizza un effetto di tremolio della plancia e sbuffi magici che regalano un discreto appagamento. Accanto a questi picchi di coinvolgimento, ci ritroviamo però un’interfaccia grafica piuttosto scarna (a volte si ha davvero difficoltà a capire a cosa serva un bottone) e una serie di caricamenti tra una zona e l’altra del gioco che rendono l’esperienza piuttosto lenta e tediosa.

Non brilla per ora neanche la modalità storia, che racconta del classico eroe dimenticato alle prese con un elfo cattivo che ha invaso l’Impero e che bisogna sconfiggere al più presto.
La storia è un buon punto di partenza per costruire un mazzo di tutto rispetto, ma in alcuni punti saremo costretti a scegliere se evolvere le nostre carte come piace a noi o come vuole la storia.
Il percorso è diviso in 3 atti che possono essere giocati abbastanza velocemente e senza spendere alcun euro, esclusa ovviamente la battaglia finale che si è dimostrata più ostica del previsto.

Verdetto:

The Elder Scrolls: Legends è un buon prodotto che soffre del suo essere ancora nella fase iniziale di un percorso evolutivo: tante le cose interessanti, le modalità (arena e multiplayer che ci piacerebbe trattare più in la quando il gioco sarà maggiormente competitivo) ma tanta anche la mancanza di coesione e bilanciamento. Un titolo, insomma, da iniziare a giocare e tenere d’occhio nelle sue prossime evoluzioni.