Il servizio online di PlayStation ha recentemente aumentato il suo costo di abbonamento. Una mossa che, giustificata o meno che fosse, ha sollevato un grande polverone tra gli utenti del Plus (o semplici simpatizzanti/haters di passaggio).  Tra le mille voci e opinioni ne abbiamo radunate otto tra i membri della nostra redazione, per commentare in un senso o nell’altro, questo aggiornamento dei prezzi che ha lasciato scettica una grande fetta “dell’Internet”. E voi come la vedete?

Raffaele Giasi

Aumenta il costo dell’abbonamento PS Plus et voilà, la disapprovazione collettiva è servita. Non fraintendetemi: a nessuno piace pagare di più per qualcosa che, fino al giorno prima, costava meno, specie se la notizia arriva così alla sprovvista. Riflettete però su di una cosa: Il PSN è forse il peggior servizio con cui giocare online. Non considerando Nintendo, che con Switch è ancora ferma al neolitico, Sony non è proprio riuscita a tenere il passo di Microsoft e Steam e, pur avendo recuperato terreno, si trova ancora in forte svantaggio. Il servizio è fallace, e peggio che mai lo è in occasione di lanci grossi e particolarmente attesi, come fu per Uncharted 4, che nelle sue prime settimane di vita era vittime di continui problemi di comunicazione. Non proprio una gran cosa per la console leader del mercato. Allora la speranza è che con questo aumento di prezzo le cose si sistemino e che il denaro, anziché foraggiare i giochini gratis (gratissimi, per carità, ma anche sticazzi) rimetta in sesto l’infrastruttura offrendoci un gioco online all’altezza della concorrenza. Alla luce di questo non dico si debba essere felici per l’aumento di prezzo, ma cazzarola lamentiamoci con cognizione di causa.

Francesco Paternesi

Come un fulmine a ciel sereno, la notizia dell’aumento dei costi del PlayStation Plus ha scatenato reazioni perlopiù negative e le motivazioni sono molteplici e tutte valide: server non sempre all’altezza, download interminabili anche per i “fibradotati” nonché una selezione di giochi che spesso ha disilluso le aspettative, argomento che tuttavia lascia il tempo che trova. Anche io sono tra coloro che hanno visto qualcosa di inopportuno in questo rincaro, perché non trovo carino chiedermi più soldi per un servizio che ancora non risulta soddisfacente. È altrettanto vero, però, che i rumors circolati negli ultimi giorni farebbe pendere l’ago della bilancia da tutt’altra parte: titoli scelti con più lungimiranza, film in visione gratuita e, ciliegina sulla torta, accesso al servizio PlayStation Now senza costi aggiuntivi. Il tutto, unito ad un upgrade dei server di gioco, potrebbe trasformare un rincaro ingiustificato in un servizio online decisamente fuori parametro nel panorama attuale.

Gianluca Boi

Oggi la parola chiave è: “monopolio”. Il motivo per cui Microsoft, Sony, ed ora anche Nintendo, richiedano un canone mensile per poter usufruire dei servizi online; le suddette compagnia sono le uniche erogatrici di questi servizi su console. A differenza dal mercato PC, che è sostanzialmente aperto. Questa è la ragione per cui non vedete un canone mensile su Steam, gli utenti cambierebbero servizio. I paragoni tra i due mercati sono dunque ovviamente inutili. Con l’aumento di circa 1€ al mese Sony mette ben in chiaro questo discorso, cercando di migliorare un servizio che sì è bravo, ma non si applica signora mia. E allora ecco comparire succose aggiunte al pacchetto, giochi gratuiti di qualità, film gratis, l’aggiunta del sistema streaming di PSNow. Ma d’altronde perché prodigarsi in pacchetti “modulari”, nei quali lasciar decidere all’utente cosa sia utile e cosa meno e lasciarlo pagare di conseguenza, quando puoi costringerlo a comprare quello che decidi tu? Pensandoci bene, la parola chiave è: “orwelliano”.

Luca Brambilla

Sony ci ha comunicato che il Playstation Plus aumenterà di qualche spiccio. Non ci ha comunicato perché, però. Si vocifera dell’introduzione di Playstation Now, si spera in un miglioramento del servizio, con server più rapidi e possibilmente più stabili. Si spera e si vocifera, però. Il problema non sono i dieci euro l’anno, sarebbe ridicolo da parte di persone che spendono migliaia di euro l’anno in videogiochi e console. Il problema è la comunicazione. Perché così, Sony ci ha solo detto che il suo servizio, che da sempre necessità di miglioramenti importanti, costa di più. Punto, fine. Perché, però? Questo sarebbe importante da sapere, perché se ci avessero detto di spendere 10 euro di più l’anno promettendo investimenti nell’infrastruttura online, penso che la maggior parte di noi sarebbe stata ben contenta di privarsi di un caffè al mese per poter giocare e scaricare in grazia di Dio. Ma non è andata così. Aspettiamo novità. Anzi, ci speriamo.

Fabrizio Licitra

Senza essere fintamente ingenui: c’era da aspettarselo. Giusto un anno fa, Sony aumentava il prezzo del PlasyStation Plus negli Stati Uniti, ed era quindi ragionevole pensare che presto o tardi sarebbe toccato anche all’area europea. Così è stato, e, personalmente, la cosa non mi sorprende più di tanto. Certo, la notizia lascia l’amaro in bocca, a nessuno fa piacere sapere di dover pagare di più per un servizio che utilizza da tempo e a cui si è ormai abituato. Ciononostante, credo che i 10€ annui chiesti in più da Sony potrebbero fungere da carburante per compiere lo sprint, quel passo avanti, quel salto di qualità che porterebbe l’abbonamento PlayStation ad un livello più vicino a quello proposto da Miscrosoft. Nel pratico, per noi giocatori potrebbe significare un maggior numero di giochi di alta fascia in “comodato d’uso” ogni mese, migliori performance dei server online, ed un maggior numero di sconti esclusivi. Questo potrebbe non essere sufficiente a giustificare il nuovo costo per buona parte degli utenti, ma il sottoscritto potrebbe far pace con questa idea. Fermo restando che se Sony dovesse venire meno alla prospettiva di un miglioramento del servizio, rischierebbe seriamente di perdere il consenso dei suoi clienti. Infine, volendo essere ulteriormente fiduciosi, si potrebbe credere alle voci che parlano dell’inserimento di PlayStation Now all’interno dell’abbonamento Plus. Inutile dire che sarebbe una notizia eccezionale, che farebbe sorridere a 346 denti la stragrande maggioranza degli abbonati, incluso il sottoscritto, ma forse è meglio restare coi piedi per terra e vedere cosa ci proporrà mamma Sony.

Federico Barcella

La notizia dell’incremento dei prezzi d’abbonamento al servizio di casa Sony, PlayStation Plus, si è diffusa piuttosto rapidamente la scorsa settimana, generando un polverone non indifferente e alimentando il sacro fuoco della rivoluzione nel cuore  di molti videogiocatori. La mia domanda è solo una: perché? Ed è una domanda che rivolgo ad ambedue le fazioni, ma principalmente a Sony che, al momento, non ha ancora motivato l’aumento del prezzo, se non vogliamo considerare il leak relativo all’inclusione dei servizi PlayStation Now nell’abbonamento o le supposizioni su un presunto “miglioramento del servizio”, al quale crederò solo quando lo vedrò. La storia ci insegna che la frase “aumento del prezzo” ha, da sempre, scosso gli animi e mobilitato le masse, con la differenza che, stavolta, si parla di un mero hobby e di conseguenza io sono del parere di attendere, vedere cosa implicherà il “nuovo abbonamento” e, successivamente, decidere da che parte schierarsi.

Gabriele Atero Di Biase

La questione aumento di prezzo di PlayStation Plus è una di quelle da affrontare di testa, e non di pancia.
Non facciamoci dunque prendere dallo sconforto per l’aumento di 10 euro all’anno, perché in fin dei conti 10 euro spalmati in 12 mesi sono il costo di un caffè una volta al mese, cosa che, se ci state leggendo tramite un link da Facebook sul vostro smartphone, parliamoci chiaro, in fondo potete permettervi.
Si tratta di capire come verranno usati quei soldi da Sony. Giochi gratis più appetibili? Ci credo poco, ma ok, bene. Miglioramento dei server? Benissimo! PlayStation Now incluso, come si vocifera ultimamente? Grande! Niente di tutto questo? Ciaone!
Perché in fondo è tutta qui la questione: questo potrebbe essere il primo passo per il mondo PlayStation di avvicinarsi ai servizi online offerti dalla concorrenza ed eliminare un po’ di storiche magagne dell’online di Sony.
Se invece si rivelasse un aumento di prezzo “perché sì”, PlayStation Plus potrebbe perdere una fetta piuttosto grande di abbonati. Difficile quindi dare giudizi oggi, si tratta di una prova che ha bisogno di tempo. Ma personalmente reputo Sony abbastanza intelligente da sentirmi di dargli fiducia.

Davide Salvadori

Sono una persona semplice, e dico che per quel che mi riguarda, il prezzo di PS Plus era già sufficiente per pretendere un servizio di qualità. O almeno, così mi aveva abituato la concorrenza. Ora, io non sono tra quelli che possono dire che il servizio online di PlayStation funziona male e quindi necessita un upgrade, perché devo essere sincero non gioco moltissimo in rete e problemi evidenti non li ho visti, se non quando imputabili al netcode del gioco stesso. Sulla qualità dei titoli proposti dal Plus, non mi esprimo, è una cosa troppo soggettiva e diciamo che se uno guarda solo il valore monetario di ciò che gioca per dargli un certo peso, beh scusatemi ma quel qualcuno è un po’ “stronzo”… Quindi, sostanzialmente, salvo problemi che secondo me potevano sistemare senza chiedere nulla all’utente finale, a me andavano bene le cose come stanno. Il problema concreto è, perché una major come Sony non giustifica in maniera concreta e chiara l’aumento di prezzo? Perché non dice esattamente nel dettaglio quali saranno i miglioramenti del servizio? Per far fronte a giochi multiplayer tecnicamente sempre più esigenti di manutenzione? Per implementare il PlayStation Now? Non è normale che ci si debba affidare solo a supposizioni e rumors. Mi spiace Sony, ma quali che siano i tuoi intenti, è legittimo attirare disappunto se l’unica cosa che manifesti ai tuoi utenti è l’esigenza di chiedere più soldi. Si chiama comunicazione.