Ready? Fight!

A tutti coloro i quali sono cresciuti a pane, Street Fighter e Tekken, Noise Press ha deciso di fare un grande regalo pubblicando un albo ricco di richiami ai picchiaduro tanto amati da più generazioni di videogiocatori di tutto il mondo: The Kabuki Fight.
L’albo totalmente italiano, nato dalla collaborazione tra Vincenzo Federici (sceneggiatura e disegni) e Valentina Pinto (colori), è un chiaro omaggio ai già citati videogiochi, pilastri del loro genere, con i protagonisti dell’opera che si ritrovano in un mondo semi-post-apocalittico, dove gran parte dell’interesse mondiale ruota attorno agli incontri di lotta, detti, per l’appunto, “Kabuki”.

Tale dicitura, in realtà, descrive le rappresentazioni teatrali tipiche del Giappone nel XVII secolo, e difatti i duelli dell’opera, proprio come vuole la tradizione giapponese dalla quale traggono il nome, sono ambientati all’interno dei teatri più famosi del mondo, davanti ad un vastissimo pubblico pagante e bramoso di assistere a violenti scontri tra fighter provenienti da ogni parte del globo. Ciò significa tanta, tantissima azione condita, anche, da una serie di misteri che permetteranno ad un improvvisato gruppo di combattenti di ritrovarsi insieme in un viaggio ricco di peripezie. Pietro, Rose e Meiyo, saranno i fighter protagonisti di questo impervio viaggio, pronti a lottare duramente, tra ambientazioni di chiaro stampo cyberpunk, per svelare l’arcano che si infittisce pagina dopo pagina.

Le tavole di Federici sono un chiaro richiamo ai videogiochi tipici dei cabinati degli anni passati, un ibrido che ricorda l’euromanga, caratterizzato da un tratto pulito, fine e deciso, ma che, nelle situazioni più concitate, rischia di apparire un po’ confusionario all’occhio del lettore, forse ingarbugliando la vista alla ricerca del dettaglio. Problema di poco conto nel giudizio degli ottimi disegni ma che, purtroppo, riscontriamo anche nello script dell’opera, la quale, nonostante mantenga un ritmo abbastanza serrato con pochi attimi di quiete, è anche caotica e ricca di incastri che risultano, talvolta, un po’ forzati.
Altra mancanza è, paradossalmente, l’assenza dei classici “spiegoni” tipici dei fumetti d’oltreoceano, i quali sarebbero risultati utili ai lettori per la comprensione di alcune tematiche interessanti trattate, ma forse non debitamente approfondite. Ad esempio, un’analisi dettagliata del background dei nostri protagonisti, delle loro storie personali, del perché il Kabuki sia diventato ciò che possiamo vedere in questa nuova società e come si sia arrivati al disastro della Città Marcia. Probabilmente, a tal fine, sarebbe stato d’aiuto anche un maggior numero di pagine, utili innanzitutto per caratterizzare maggiormente i tre protagonisti dell’opera.

Ciò non toglie che la lettura, comunque, risulti veloce e piacevole, per un’opera ricca di spunti creativi e rimandi importanti, che fatica tuttavia a cogliere la grande occasione di sfruttare al massimo il proprio alto potenziale. Se da un lato la trama ci lascia perplessi, ad ogni modo, non possiamo che ribadire i complimenti al Federici, visto quanto le sue tavole, le inquadrature e il suo storytelling grafico combacino perfettamente alle necessità e funzionalità di una storia tipicamente action, tanto fisica e dinamica. I disegni dell’artista, coadiuvato brillantemente dai colori di Valentina Pinto, sono promossi in pieno, grazie alla loro capacità di catturare l’energia di ogni singolo scontro e movimento compiuto dai nostri eroi. E vi assicuriamo, a lettura ultimata, che non dev’essere stata cosa da poco.

kabuki fight recensione

Verdetto:

The Kabuki Fight è un progetto affascinante ed interessante, figlio di giovani artisti capaci di trasportarci in un mondo ricco di richiami e spunti accattivanti. Ad esempio, l’intenzione di rendere verosimili i combattimenti tipici dei cabinati anni ’90, ambientandoli in un mondo di quasi “dickiana” memoria. La sceneggiatura, nonostante la brillante idea originale, pecca nel voler mettere troppa carne al fuoco, finendo per lasciare in sospeso molti punti interrogativi. Molto bene, invece, le tavole di Vincenzo Federici, colorate da Valentina Pinto, perfettamente integrate con una trama volutamente action fino al midollo, ad opera di un duo artistico capace di rendere al meglio la dinamicità e l’elettricità dei combattimenti kabuki che infiammano i teatri dell’opera.

Leonardo Diofebo
Classe '95, nato a Roma dove si laurea in scienze della comunicazione. Cresciuto tra le pellicole di Tim Burton e Martin Scorsese, passa la vita recensendo serie TV e film, sia sul web che dietro un microfono. Dopo la magistrale in giornalismo proverà a evocare un Grande Antico per incontrare uno dei suoi idoli: H. P. Lovecraft.