LUPI, PIOMBO E GRAFICONE

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Al momento i PG di The Order non stupiscono tanto per fotorealismo quanto per un’espressività davvero notevole!

In casa Sony, ci si prepara a fare sul serio. Diciamoci la verità, Infamous: Second Son, per quanto fosse un titolo gradevole, rappresentava la classica esclusiva “per rompere il ghiaccio” che mostrava le prime e più “marginali” potenzialità uniche della nuova PlayStation, con The Order 1886 invece, si vuole settare il primo vero stacco netto con quello che si è visto fino ad oggi, dando un senso finalmente e una volta per tutte al termine next-gen, che diciamocelo, non ha trovato ancora una reale concretizzazione in alcun titolo uscito sulle nuove macchine di MS e Sony. Ma anche per Ready at Down è giunta l’ora di fare sul serio. Dopo essersi occupati con grande mestiere di brand come God of War, Jak and Daxter e Okami, è giunto il loro personale momento di gloria con un’opera tutta loro e una IP completamente inedita con cui Sony ha deciso di caratterizzare il marchio PlayStation della nuova generazione.

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Ora, la prima cosa che possiamo/dobbiamo dire, è che il titolo, al di là della qualità intrinseca delle sue singole componenti, invero a prima vista piuttosto alta, sembra indubbiamente figlio dei tempi che corrono. Tutto il materiale mostrato non fa che mettere in luce una componente ludica davvero molto lineare che ci ricorda bene o male molti giochi di successo di questi anni. I dubbi iniziali sulla natura del titolo paiono bene o male essersi dissolti completamente, ci troviamo sostanzialmente di fronte ad un classico “spara muretto” alla Gears of War, che però sembra presentare qualche variabile alla formula, che lo avvicina anche alla serie di Uncharted. Nonostante questo purtroppo non erediterà né libertà di movimento né la mobilità dei titoli Naughty Dog, ma piuttosto solo le “passeggiatine” forzate e quelle sezioni esplorative semi-interattive (ma proprio semi) in cui ci si guarda in giro un attimo e si preme un tasto per attivare l’elemento che farà proseguire le danze. Visto inoltre che in questa generazione le velleità horror hanno tirato tanto, perché non inserirle anche qui? Ed ecco quindi che The Order 1886 si tinge di oscurità, e percorrendo corridoi poco illuminati con lo stesso fare guardingo con cui giravamo ogni angolo in villa Spencer (Resident Evil), scopriamo che in questo gioco ci sono i licantropi! E scopriamo anche che gli sviluppatori ci allieteranno con classici set pieces quasi autoguidati in cui accade su schermo un gran casino premendo comunque non più di uno o due tasti (QTE & LASER GAME docet). Insomma, l’esperienza pare fortemente narrativa lasciando ben pochi spazi di manovra, e difficilmente verremo smentiti più avanti. In ogni caso, non si vuole assolutamente dare una connotazione negativa alla cosa, si tratta di una tipologia di giochi come un’altra.

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Nuovi mezzi per strade già battute

Seppur abbiamo sottolineato forse gli aspetti meno innovativi e originali del titolo, ce ne sono che invece rendono davvero interessante e unico The Order 1886. I più palesi di tutti sono sicuramente setting e background. Insomma, una Londra Vittoriana con velleità steampunk di fantasia, lupi mannari, strane medicine che rimarginano le ferite e gentaglia in uniforme che si spara addosso come se non ci fosse un domani? Dai, è impossibile non avere la curiosità di vedere come se la giocano con tali presupposti. Graficamente, manco a dirlo, il titolo sembra veramente splendido sul piano artistico ma ancor di più su quello tecnico vero e proprio. In fondo si tratta della classica esperienza sui binari nella quale gli sviluppatori possono concentrarsi al massimo per rendere al meglio possibile lo stretto campo visivo in cui prende vita l’azione. Questione fisica: ce l’hanno tanto sbandierata fin dal primo istante e a questo punto ne vogliamo davvero una di livello superiore a qualsiasi altra cosa vista fino ad oggi. Non mi riesce difficile quindi immaginare legno, muri e tessuti lacerarsi sotto i nostri colpi, ma mi chiedo, ci sarà qualche utilità anche a livello di gameplay che vada oltre il fatto di scoprire semplicemente il nemico vaporizzando tutto ciò che lo ripara? Carino infine, le novità introdotte nel nostro equipaggiamento bellico, nello specifico è stato mostrato il ” Thermite Rifle, quella che si presuppone essere l’arma principale del gioco. I composti rilasciati da questo mitragliatore, lasciano per alcuni istanti nell’aria una nube biancastra di sostanze altamente infiammabili. È possibile sparare nel mezzo di questo composto gassoso un colpo esplosivo che farà prendere fuoco a tutta l’area coinvolta dalla vostra raffica incendiaria. Un buon diversivo nelle dinamiche sparatutto che altrimenti paiono palesarsi in frangenti di gioco dal gusto molto classico. Tra l’altro non mancano gli altrettanto immancabili 3-4 compagni di squadra mossi dalla cpu che danno un po’ di colore e movimento all’azione.

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The Order 1886 si palesa quindi fino ad ora come un titolo dallo scheletro ludico già piuttosto definito e definibile, che ha senz’altro le potenzialità per essere una produzione certosina e pulita dal punto di vista del gameplay, grazie a connotati da “gioco con il pedegree” con cui Sony lo sta promuovendo. La differenza tra anonimato e nuovo punto di riferimento a questo punto la farà senz’altro la varietà delle situazioni e il coinvolgimento del plot, personaggi e contesto imbastiti. Naturalmente inutile negare che anche l’appeal di un motore grafico capace di animare un comparto estetico come mai è stato fatto prima, a noi maledetti Nerdacci golosi ed esigenti, rappresenta un’ ottimo asso nella manica che siamo sicuri Ready at Down vorrà sfruttare appieno. E poi diciamocelo, aspettiamo tutti la dimostrazione che la nostra PlayStation 4 abbia veri muscoli, e questo gioco, al di là di tutto, è cucito su misura proprio a questo scopo. Quanto dovremmo aspettare ancora? Beh, ne tanto ne poco, il 24 novembre potremmo cominciare a far fumare i nostri DualShock 4, e a quel punto, sapremo se ci troviamo di fronte ad una nuova IP in grado di fare la storia della quarta generazione di PlayStation, oppure piuttosto un prodotto esclusivo di inizio corso medio e dimenticabile, come fu Resistance all’epoca di PS3. Io, vi dico la verità, sono abbastanza ottimista, ma come San Tommaso, non credo finché non ci metto il naso.

 

Davide Salvadori
Cresco e prospero tra pad di ogni tipo, forma e colore, cercando la mia strada. Ho studiato cinema all'università, e sono ormai immerso da diversi anni nel mondo della "critica dell'intrattenimento" a 360 gradi. Amo molto la compagnia di un buon film o fumetto. Stravedo per gli action e apprezzo particolarmente le produzioni nipponiche. Sogno spesso a occhi aperti, e come Godai (Maison Ikkoku), rischio cosi ogni giorno la vita in ridicoli incidenti!