Un opera d’arte

Finalmente ci siamo: il quadro completo dell’opera The Witcher 3 è una realtà, con Blood & Wine i talentuosi ragazzi di CD Projekt RED hanno chiuso un cerchio di dimensioni monumentali e lo hanno fatto nel migliore dei modi, non solo offrendo un’ avventura in grado di racchiudere l’essenza stessa del genere fantasy moderno in un unico titanico titolo, ma sopratutto regalandoci un opera che vista nel suo complesso può essere definita arte allo stato puro. Chi si ostina a non voler riconoscere al medium videoludico una valenza culturale ben più profonda di quanto meriti evidentemente non ha mai visto o vissuto quell’esperienza che solo certi videogiochi possono offrire. The Witcher 3 aprirebbe la mente a molti e convincerebbe anche i più scettici ad accettare una tale “eresia”, di questo ne sono fermamente convinto.

Blood & Wine

Blood & Wine come dicevo in apertura chiude un cerchio, iniziato con il meraviglioso trailer “A night to remember” rilasciato in occasione del lancio del gioco oltre un anno fa, solo questo dettaglio fa intuire quanto CDPR sia una software house che non lascia nulla al caso e con metodica sapienza ha saputo mantenere alle stelle l’interesse della comunità intorno al proprio prodotto per mesi, scimmiottando le regole di mercato che vedono i nuovi titoli di punta monopolizzare il periodo “finestra di lancio” per poi finire nel dimenticatoio, fenomeno questo estraneo al mondo di The Witcher grazie al continuo supporto attraverso il rilascio costante di DLC gratuiti e due espansioni a pagamento.

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Se la prima, Hearth of Stone, ha offerto una decina di ore in più di gioco appassionanti e narrativamente di altissimo livello, oltre all’introduzione degli incantatori e nuovi personaggi interessanti ma senza aggiungere nulla alle meccaniche del titolo, con Blood & Wine i CDPR sono andati decisamente oltre, integrando una serie di novità in grado di scuotere le fondamenta stesse dell’ opera, rendendole di conseguenza ancora più solide.

Le novità di Blood & Wine

Le novità sono subito evidenti, con l’aggiornamento alla versione 1.20 (che prepara il gioco a Blood & Wine) si è voluto intervenire nell’alleggerire l’interfaccia di gioco, snellendola quanto basta per rendere più intuitiva l’interazione generale con i vari menù: l’inventario adesso è molto più ordinato e comodo, ogni voce è suddivisa in blocchi dove vengono inseriti oggetti inerenti una determinata tipologia, per fare un esempio: nel blocco dedicato alle armi si potranno trovare le relative pietre runiche da applicare all’equipaggiamento in uso, idem dicasi se ci si sposta nel blocco delle armature e così via. I novizi si troveranno subito a loro agio e i giocatori navigati apprezzeranno tantissimo le modifiche introdotte che ricordo non sono esclusive alla sola espansione ma slegate da essa e già utilizzabili da tutti i possessori del gioco base. La novità se vogliamo più significativa è rappresentata dall’introduzione di nuove abilità da acquisire attivando nuove mutazioni.

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Un comodo menù ad albero ci consentirà di craftare i vari talenti sfruttando punti abilità e mutageni maggiori, per riuscire ad avanzare saranno necessari molti mutageni maggiori e altrettanti punti ottenibili o avanzando di livello oppure nei luoghi di potere sparsi per il mondo di gioco. Non è impresa facile riuscire a portare al massimo tutte le capacità mutagene, ma non sarà indispensabile considerando che ammesso vengano sbloccate tutte all’atto pratico sarà possibile attivarne solamente una. Essendo suddivise nei tre colori tipici dei mutageni (rosso, blu e verde), non è difficile intuire che in base al nostro stile di gioco potremo decidere di potenziare il ramo specifico che più si adatta alle nostre esigenze e posso assicurarvi che a giovarne sarà principalmente la profondità del gameplay, oltre a questo sono stati aggiunti altri quattro slot abilità nel relativo menù, anche qui vale la regola del colore dei talenti che equipaggeremo, consentendoci di veicolare ulteriormente le nostre scelte pratiche. Ne godranno senz’altro quei giocatori che hanno preferito aspettare il rilascio di tutte le espansioni per mettere le mani sulla (inevitabile) versione GOTY, ma grazie alla possibilità offerta dal New Game plus di poter ricominciare l’avventura con l’equipaggiamento e le varie abilità sbloccate nel corso del gioco, sicuramente anche i fan più accaniti rivivranno con estremo piacere l’intera vicenda dal principio, sfruttando le nuove feature nel tentativo di portare il proprio personaggio al nuovo massimo livello disponibile: il 100. Il fiore all’occhiello della nuova espansione si palesa con l’introduzione della nuova località dove si svolgerà l’ultima e forse più appassionante avventura del nostro Geralt di Rivia: la città di Toussaint. La nuova mappa vanta un estensione considerevole, a occhio direi leggermente più grande di Skellige.

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La sua vastità e la sua posizione nel mondo di gioco ha permesso l’introduzione contestualizzata di un considerevole numero di nuovi mostri, il clima più caldo e umido ha favorito il prosperare di determinate specie e non stupisce la presenza di piante carnivore sputa veleno di ragguardevoli dimensioni sparse qua e la per tutta Toussaint. Ovviamente la presenza di nuovi e più coriacei mostri comporterà la necessità di un armamentario altrettanto letale per respingerli: le nuove armi che via via si renderanno disponibili risponderanno proprio a queste esigenze e il nuovo livello Gran Maestro raggiungibile nel craftare le armature delle scuole dei witcher (solo cinque in realtà, la scuola della vipera non sarà upgradabile) ci offrirà ulteriore protezione oltre a donarci un look ancora più accattivante. Anche il nostro fedele Rutilia godrà di nuove e scintillanti protezioni, il tutto all’insegna della goduria visiva più sfrenata. Un altro aspetto davvero interessante della nuova espansione è da ricercare nella presenza di una dimora fissa per Geralt: Corvo Bianco.

Corvo Bianco

Ottenuto come parte della ricompensa per i servizi che andremo a svolgere al soldo della duchessa Anna Henrietta, Corvo Bianco va oltre la semplice “dimora”. Prima di poter godere dei vantaggi che offrirà la nostra nuova tenuta sarà necessario riportarla ai fasti di un tempo. Ovviamente sarà possibile farlo sborsando una cifra totale tutto sommato ragionevole, il sovraintendente ai lavori fungerà da nostro maggiordomo e sarà il tramite per poter ristrutturare varie zone utili come le stalle per Rutilia, il tavolo per migliorare armi e armature, la nostra stanza da letto dove una volta portata al massimo sarà possibile acquisire miglioramenti passivi temporanei ogni volta che ci riposeremo dentro.

wine

Oltre a questo sarà possibile ornare i vari ambienti con rastrelliere per armi e porta armature, appendere alle parete i vari dipinti che andremo a collezionare ed esporre i vari trofei vinti. La funzione di Corvo Bianco però comprende anche l’opportunità di convertire in mutageni semplici le varie essenze raccolte dai corpi dei mostri uccisi, grazie alla presenza di un laboratorio alchemico riuscire a sviluppare le proprie abilità diventerà molto più semplice e divertente.

L’amore dei CD Projekt RED

Dopo aver parlato delle novità pratiche vorrei convergere il discorso sulla bravura che i CD Project RED hanno dimostrato di avere per l’ennesima volta, Blood & Wine offre un’esperienza talmente densa ed emotivamente coinvolgente da meritare da sola l’acquisto del gioco, l’introduzione di nuovi personaggi e la capacità di renderli da subito iconici  non è da tutti, loro ci sono riusciti regalandoci un dramma Shakespeariano come non se ne vedevano da anni, riuscire a offrire una rilettura del vampiro tanto fedele all’opera di Andrzej Sapkowski e portarla a schermo con una tale grazia e tale potenza meriterebbe un oscar. Il dramma che si vive metaforicamente è lo specchio dei nostri tempi, Cd Projekt RED è riuscita a creare una storia di amore, di odio, di vendetta e di speranza toccando corde profonde, riuscendoci ad emozionare. L’amore dimostrato anche per alcune opere letterarie e cinematografiche che in qualche modo si trovano all’interno di Blood & Wine, come l’omaggio ad Arya Stark e quindi alla serie GOT o ancora al Dracula di Coppola con una colonna sonora e un atmosfera in un determinato momento dell’avventura molto simile alla pellicola (oltre a un armatura rossa che ricorda moltissimo quella del conte Vlad nel celebre Film), parliamo di citazioni non una di “scopiazzatura”, omaggi che ben si integrano alle dimensioni mastodontiche dell’opera.

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La volontà di voler conferire alla nuova località di Toussaint un aspetto solo all’apparenza solare, raggiante e che rimanda alla mente i colori nostrani, quelli dell’italia Meridionale o dei vigneti Francesi, il volerci offrire il paradiso per poi togliercelo bruscamente e sostituirlo con l’inferno, fatto di grida, sangue e tormento rappresenta forse uno dei momenti più forti di tutta la saga del Witcher. Come per Heart of Stone anche Blood & Wine potrà essere affrontata come un’avventura stand alone, mettendo a nostra disposizione un Geralt di livello 34 con vari punti Abilità da spendere per potenziarlo quel minimo che basta per godersela. La storia come dicevo è tenuta in piedi da un livello di scrittura altissimo, non voglio rivelarvi nulla per non rovinarvi l’epilogo di questa meravigliosa avventura, ma posso assicurarvi che rimarrete incollati alla TV per tutte le 20 ore circa che occorrono per completare la main quest. Si perché oltre alla meravigliosa quest principale ci ritroveremo ad affrontare moltissime quest secondarie anch’esse contraddistinte da un ottimo livello narrativo e come da tradizione per un GDR utilissime per salire di livello e trovare equipaggiamenti di qualità maggiore. A trainare lo spettatore oltre a una narrazione perfetta ci pensa un livello tecnico tirato a lucido per l’occasione.

Tecnicamente sempre sul pezzo

Graficamente ci troviamo di fronte a un titolo bellissimo da vedere, le modifiche apportate in Blood & Wine ed esclusive ad esso – ahinoi – sono mirate a offrire un colpo d’occhio meno marcato e più delicato.

blood and wine the witcher

La palette cromatica più satura e vivace conferisce alla regione di Troussaint i connotati tipici dell’Europa meridionale, l’estendersi di vigneti e colline ricche di vegetazione, con un orizzonte lontanissimo che si perde tra i monti e i laghi riesce a togliere il fiato, gli scorci che vanno ad aprirsi davanti ai nostri occhi sono bellissimi, la fotografia scelta tende a conferire un’aurea mistica alla regione, raggiungendo il massimo al cospetto del palazzo Ducale che si eleva al centro della località rimanendo visibile da ogni angolo della mappa, quando lo vedremo piccolo in lontananza ci renderemo conto di quanto è vasta e imponente la nuova regione. Il sistema d’illuminazione quindi ha subito un certo lifting, così come gli effetti in post processing: fumo e particellari riscritti per l’occasione per le nuove creature presenti, un migliorato effetto blur di movimento rende il tutto più armonioso. L’ho giocato su PC e vederlo settato al massimo del dettaglio girare a 60 fps è un esperienza che lascia senza parole. Incredibile se si pensa che il titolo ha un anno sulle spalle.

Standing Ovation

Con The Witcher 3 i CD Project RED hanno scalato l’olimpo, trasformandolo nel corso del tempo nel gioco di ruolo migliore attualmente disponibile sul mercato. Dall’alto delle mie 117 ore di gioco posso tranquillamente affermare senza ragione di smentita di ritrovarci tra le mani forse l’unico vero e autentico capolavoro della generazione. Capolavoro visivo, contenutistico narrativamente perfetto. L’unico difetto di The Witcher 3? Che prima o poi finisce.