L’ultima volta di Watch Dogs all’E3 è stata un autentico evento mediatico. Ubisoft presenta una nuova IP che sorprende sia come concept di gioco che come qualità tecnica. Una volta sugli scaffali il titolo divide la critica di tutto il mondo, che ne esalta il gameplay ultrasfaccettato ma non promuove a pieni voti una storia e dei personaggi che si portavano dietro un quantitativo enorme di punti deboli. Anno 2016: Ubisoft ci riprova e presenta finalmente l’attesissimo sequel. Ci si sposta a San Francisco per hackerare tutto l’hackerabile.

Benvenuti in California

Abbandoniamo la ventosa e cupa Chicago per spostarci nell’assolata California. Ci troviamo nella splendida San Francisco, con un nuovo protagonista. Impersoneremo infatti Marcus, un nuovo membro della Dedsec, l’associazione terroristica che vuole sovvertire l’ordine mondiale attraverso i suoi attacchi cibernetici, portati da abilissimi hacker. Per quanto riguarda la storia non sappiamo ancora molto ma l’impressione generale è che Ubisoft abbia capito che c’era una consistente mancanza di carisma nel primo capitolo. Marcus e i suoi alleati sembrano infatti più spigliati, irriverenti… Degli hacker “cool”. L’atmosfera che si respira, per quel poco che abbiamo visto, sembra dovere molto a Mr.Robot, la serie TV sul mondo degli hacker che ha catturato l’attenzione mondiale negli ultimi mesi (e che si prepara a tornare con la seconda stagione). Non poteva essere altrimenti. C’era bisogno di una svolta e se la strada da seguire dovesse essere quella che ci è parso di percepire, non potremo che esserne entusiasti.

watch-dogs-2-prime-immagini-e-concept-art-v2-263755-1280x720

Gadget e Parkour

Questa impronta “cool” che sembra aver segnato l’atmosfera e i personaggi, si ripercuote inevitabilmente anche sul gameplay. Nel primo walkthrough sono già state presentate tantissime feature interessanti. Intanto la telecamera sembra leggermente più duttile, nel secondo che essendo stata allontanata dalle spalle del protagonista (e resa meno legnosa ci è parso di percepire) permette una mobilità più agevole. Questo perché? Perché Marcus, oltre che essere un hacker provetto come Aiden Pearce (protagonista del primo capitolo) e quindi capace di hackerare qualsiasi dispositivo elettronico della città, è anche un esperto di parkour. Il parkour sarà infatti un elemento centrale del titolo, vista la necessità costante di fuggire velocemente (e a piedi) dalle zone dove avremo seminato il panico con i nostri attacchi cibernetici. Non mancheranno ovviamente delle fasi di puro shooting, seppur abbiamo notato come Marcus sia più incline all’utilizzo di armi non letali, infatti è dotato di una pistola stordente e di ben due droni. Il primi, volante, gli permetterà di scansionare l’intera area, marcando bersagli e oggetti sensibili. Il secondo, un crawler in grado di saltare, sarà utilissimo per distrarre le guardie e arrivare a terminali difficilmente raggiungibili senza essere avvistati.

Insomma le possibilità di gameplay sembrano essere state ampliate decisamente ed unite alle nostre skill di hacker (ovviamente upgradabili col proseguire nelle missioni) sembrano promettere un flusso di gioco veramente completo, che spazia dallo stealth (con movenze ed azioni chiaramente figlie di Splinter Cell), all’azione pura, inglobando abilmente le fasi di pianificazione, esplorazione e fuga. Immancabile poi la componente open-world, con tutta la magnificenza di “Frisco” da esplorare per scoprirne i segreti e il solito quantitativo enorme di side-quest. Un’atmosfera sicuramente più “frizzante” quindi e la sensazione che Ubisoft abbia riposto particolare attenzione sugli aspetti meno efficaci del primo Watch Dogs, elemento che lascia intendere come la casa francese stia veramente puntando forte su questo giovanissimo brand. Interessantissima anche la possibilità di potersi unire in qualsiasi momento alla partita giocatore singolo di un amico, per affrontare le missioni in cooperativa. Feature che lascia intendere il ritorno della componente multiplayer che permetteva ai giocatori di tutto il mondo anche di “invadere” la partita degli altri hacker. Il quadro che si compone sotto i nostri occhi, quindi, è quello di un gioco solido e diversificato che potrebbe seriamente far fare il salto di qualità alla serie.

watch-dogs-2-polemiche-razziste-maxw-654

Un ottimo codice

Parlando di aspetti puramente tecnici dobbiamo dire che l’impatto grafico di Watch Dogs 2 è stato ottime, seppur lontano dall’esaltazione che provocò all’epoca il suo predecessore (poi in parte smorzata dal risultato finale). Si segnala comunque una buona pulizia generale di modelli poligonali e texture ed una fluidità che, per quel poco che si è visto, ci ha lasciato pienamente soddisfatti. Già da ora possiamo però sbilanciarci riguardo la bontà della colonna sonora. Marcus ha sempre con se un paio di auricolari e non disdice mai di spararsi nelle orecchie un po’ di sano rock elettronico, sottofondo ideale per le sue scorribande. Ci hanno comunque stupito in positivo le animazioni del protagonista, sensibilmente migliorate rispetto a quelle (un po’ più legnose) del suo collega Aiden… E non poteva essere altrimenti con l’introduzione della corsa acrobatica dopotutto.

watch-dogs-2-san-francisco

Conclusioni

Watch Dogs 2 ci ha convinto, pienamente. La sua presentazione è da considerarsi sicuramente come una delle cose migliori vista durante questo esaltante E3 2016. Il motivo? Semplicemente si nota la volontà di voler dare una scossa ad una saga che aveva esordito riscuotendo parere contrastanti. Non era stato il classico amore a prima vista, come si suol dire. Le basi per qualcosa di importante comunque c’erano tutte e questo seguito sembra volerle sfruttare in pieno, poggiando su di esse di peso con tutto il suo carico di interessantissime novità di gameplay. Rimane da sciogliere il nodo storia: riuscirà finalmente Ubisoft a proporre un plot narrativo che sia all’altezza della qualità generale del gioco? Di materiale da cui attingere (cinematografico e televisivo) ce n’è… Ora non resta che sfruttare anche quello e portare in altro un brand che merita la proverbiale consacrazione.

Simone Bravi
Nasce nella capitale dell'impero tra una tartaruga ninja, un Mazinga e gli eroi del wrestling dell'era gimmik. Arriva a scoprire le meraviglie del glorioso Sega Mega Drive dal quale non si separa mai nonostante l'avvento della PlayStation. Di pari passo con quella per i videogame vanno le passioni per il cinema, le serie Tv e i fumetti. Sembra Sheldon di The Big Bang Theory ma gli fanno schifo sia Star Trek che Star Wars. E' regolarmente iscritto all'associazione "Caccia allo Juventino".