Una fantascienza diversa è possibile?

Annientamento è un film del 2018 diretto da Alex Garland, che – come sta accadendo spesso negli ultimi tempi – è approdato direttamente sulla piattaforma Netflix, senza passare per la distribuzione nei cinema.
È interessante notare che, un tempo, la distribuzione diretta all’home video era appannaggio dei film di serie B o comunque di quelli su cui le major puntavano poco mentre oggi – anche grazie agli investimenti delle piattaforme di streaming, alla conseguente varietà dell’offerta e all’educazione del pubblico a fruire anche di un certo tipo di contenuti senza dover passare dal cinema – il percorso direttamente sullo streaming viene fatto anche per i film sperimentali o per quelli con un discreto budget alle spalle.

Anche se non è esattamente questo il caso di Annientamento – il film infatti è stato pensato e realizzato originariamente per il cinema e solo in un secondo momento è stato comprato dal colosso dello streaming – sta di fatto che una grande produzione è stata messa in disponibilità direttamente su Netflix, a partire da lunedì 12 febbraio. Se questo sia un bene o un male è un discorso che meriterebbe un articolo a parte e non è certo l’oggetto di cui discuteremo oggi.

Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Jeff VanderMeer, scrittore statunitense dedito al fantasy e alla fantascienza da svariati anni. Tanto per farvi inquadrare il suo lavoro, è stato molto attivo anche nel settore definito New Weird, di cui ha persino coniato la definizione, ha scritto svariati bestseller ed è stato  finalista dei principali premi di settore, quali l’Hugo Award, il Bram Stoker Award e il Philip K. Dick Award.

Annientamento è il primo romanzo della trilogia dell’Area X, pubblicata in Italia da Einaudi a partire dal 2015 e che comprende anche i due seguiti, Autorità e Accettazione. I tre libri sono stati, almeno per noi in redazione, una vera e propria folgorazione: per la costante inquietudine che sono stati capaci di trasmetterci, per lo stile asciutto e fulminante dell’autore e per la storia, che ci ha incollati alle pagine come pochi libri di recente. Da appassionati del fumetto e dell’illustrazione, non possiamo non segnalarvi le meravigliose copertine di Lorenzo Ceccotti, in arte LRNZ, che hanno contributo a rapire la nostra attenzione quel giorno di un paio di anni fa, in libreria.

Quando ci siamo seduti a guardare il film, visto che la trasposizione di un romanzo sul grande schermo deve essere sempre considerata come un piccolo, grande tradimento dell’originale letterario, ci siamo però ripromessi di non fare paragoni e di goderci il film in quanto tale. Nessuna puzza sotto il naso né giudizi affrettati ma solo una visione oggettiva.

La trama è presto detta: in un’area costiera degli Stati Uniti, un fenomeno di origine extraterrestre (nessuno spoiler, una delle prime scene mostra un meteorite che cade su un faro) crea un’inspiegabile anomalia: tutto quanto c’è intorno all’area dell’impatto comincia a mutare, a sovvertire le normali leggi della fisica e della biologia così come le conosciamo. Una grande corporation di cui conosciamo poco più del nome, la Southern Reach, decide di studiare il fenomeno – che nel frattempo ha cominciato a espandersi – e manda nell’area X una serie di squadra di ricerca, composte principalmente da militari. Nessuna di queste squadre fa ritorno nel mondo normale. O meglio nessun componente torna, tranne Kane (Oscar Isaac), un militare esperto che si presenta a casa dopo più di un anno di assenza. La moglie (Natalie Portman) fatica a riconoscerlo, a causa di un estremo distacco dal mondo che manifesta l’uomo. La donna, a causa delle circostanze dettate dal misterioso ritorno del marito, si ritroverà quindi a far parte della squadra (composta da sole donne, quasi tutte scienziati) che entrerà nell’Area X per studiare il fenomeno da vicino. Gli accadimenti all’interno della zona contaminata compongono l’ossatura del film.

Chi di voi, una volta visto il trailer, dovesse immaginare di trovarsi davanti a un film d’azione, rimarrebbe deluso: Annientamento fa parte di quel filone definito fantascienza filosofica che cerca di esplorare il mondo dentro di noi piuttosto che quello che ci circonda. E lo fa caricando di simbologia ogni cosa, dalla trama stessa del film all’ambiente in cui si muovono i protagonisti, dai personaggi archetipici che rappresentano fino alle sfide che sono chiamati a superare.

È un peccato, quindi, che la brevità imposta dai tempi cinematografici e l budget non esattamente in linea con le necessità registiche abbiamo smorzato di molto il lavoro alla base dell’opera.

Ci troviamo quindi di fronte al lavoro di un regista costretto a lavorare con pochi mezzi: il mondo alieno dell’Area X, ad esempio, viene reso con qualche effetto speciale posticcio, una saturazione dei colori ai limiti dei filtri di Instagram e qualche sfuggevole visione di una o due creature deformate dall’ambiente alieno. La regia di Garland, non certo l’ultimo arrivato nel settore, si vede man mano che il film procede: l’alternanza dei piani temporali su cui si svolge l’azione, la consapevolezza di avvicinarsi sempre di più alla risposta a tutte le stranezze a cui abbiamo assistito dà allo spettatore il giusto grado di coinvolgimento. Peccato però che basti spostare l’attenzione dalla storia a come viene resa che la magia viene svelata e la tensione persa.

Gli attori protagonisti, Natalie Portman, Oscar Isaac o Jennifer Jason Leigh svolgono il loro lavoro in maniera scolastica e col pilota automatico. Siamo lontani dalla performance di Isaac vista in Ex Machina o della Portman in Jackie, giusto per dirvi qualche titolo recente. Se questo sia dovuto a problematiche di budget o alle capacità del regista non ci è dato saperlo, purtroppo.

Il film non è interamente da buttare, sia chiaro. Alcune scene sono rese bene, la storia tutto sommato scorre e la nostra segreta speranza è che Annientamento possa far arrivare prodotti diversi dal solito nella grande distribuzione. Magari alzando ulteriormente il livello o facendo qualche investimento in più.

Verdetto

Annientamento è un film con pochi pregi, il principale dei quali è quello di aprire le porte a un nuovo filone della fantascienza, finora destinato a un pubblico attento ai temi filosofici e a un genere che andasse al di là del semplice combattimento contro gli alieni (che pure ci piace tanto, sia chiaro!). Gli effetti speciali poco curati e gli attori non al massimo delle loro prestazioni non rendono merito alla storia e alle domande che pone sulla condizione umana, che avrebbero potuto essere la base per un grande film.

 

Felice Garofalo
Fin da quando riesce a ricordare è stato appassionato di fumetti, di cui divora numeri su numeri con buona pace dello spazio in libreria, sempre più esiguo. Ogni tanto posa l’ultimo volume in lettura per praticare rigorose maratone di Serie TV, andare al cinema, videogiocare, battere avversari ai più disparati giochi da tavolo, bere e mangiare schifezze chiacchierando del mondo. Gli piace portare in giro la sua opinione non richiesta su qualsiasi cosa abbia visto o letto. Sfoggia con orgoglio le sue magliette a tema.