Un nuovo inizio in un nuovo mondo

Sapersi rialzare dopo una cocente sconfitta è da sempre un metro di paragone imprescindibile per dividere i “forti” dai “deboli”, un necessario step da superare per ambire a un livello superiore.

Nella storia recente videoludica, in tanti hanno dimostrato di avere una certa confidenza con questo assioma, tirando fuori dal cilindro idee, opere e prodotti vari che, alla fine, hanno saputo risollevare le sorti di brand decaduti, colossi del settore e compagnie varie. Capcom, ad esempio, grazie a Monster Hunter: World, al ritorno di Devil May Cry 5 e al remake di Resident Evil 2, si è risollevata con foga da una situazione a dir poco preoccupante, dimostrando di avere ancora cartucce in serbo per le migliori occasioni. Lo stesso grande slancio è atteso, per questo scoppiettante 2019, da BioWare, la cui reputazione è preoccupantemente crollata al seguito del nefasto epilogo di Mass Effect: Andromeda. In tanti sono rimasti delusi dall’ultimo capitolo della gloriosa saga a metà tra gioco di ruolo e sparatutto in terza persona con ambientazione futuristica, un capitolo che ha segnato, di fatto, la parola “fine” su di una saga amatissima, capace di scrivere pagine e pagine di storia negli ultimi anni. Per tal motivo, quando durante l’E3 del 2017 BioWare ha annunciato Anthem, in tantissimi hanno iniziato a dimostrarsi più che curiosi nei confronti della nuova opera del team di sviluppo statunitense, nata dalle ceneri di Mass Effect, certo, e presentatasi sin da subito con un bagaglio strutturale e ludico autonomo, forte e con tanta voglia di stupire.Anthem

Inquadrare Anthem, però, anche se ormai manca poco più di un mese al rilascio ufficiale, non è una cosa semplice, ma le premesse per ritrovarci dinnanzi ad un’infrastruttura imponente e potenzialmente divertente ci sono tutte. Proviamo insieme a fare una carrellata di ciò che al momento sappiamo sul titolo, e, soprattutto, su ciò che vorremmo vedere all’interno della nuova opera di BioWare, con la speranza che il peggio sia ormai passato e che Andromeda torni a ricordarci soltanto il nome della galassia e del “saint” a cui recentemente è stato cambiato il sesso, e non più un videogioco “sporco”, incompleto, che ha deluso un po’ tutti quanti.

Gli “Dei” della creazione

Anthem è ambientato in un mondo dall’aspetto futuristico, in un tempo non definito. Un’ambientazione affascinante, certo, ma di cui, al momento, si sa ancora poco.

Ciò che sappiamo è che è un mondo plasmato da entità dai poteri sovrannaturali, definite “dei”, che hanno usato uno strumento, chiamato “inno della creazione”, per creare il mondo in cui è ambientato il titolo. Da qui traspare il concetto di creazione vero e proprio, un concetto di matrice religiosa, utilizzato, in questo frangente, per lasciar intendere che prima dell’avvento dei misteriosi “dei” non esistesse nulla. L’”inno della creazione” è un vero e proprio strumento in grado di plasmare la realtà, di creare dal nulla. Poco dopo aver “dato i natali” al mondo, le suddette entità sono svanite, lasciando l’”inno” libero di continuare la loro opera: esso iniziò a generare creature “a suo piacimento”, gettando il mondo nel caos. Divenuto ormai pericoloso, gli umani che ci vivevano iniziarono ad avere paura e a fare una vita più “ritirata”, arrendendosi al dover semplicemente sopravvivere. Un manipolo di coraggiosi, però, ha voluto cercare di ribaltare la situazione: tra loro spiccano due personaggi: Arden Vassa e Helena Tarsis.

I due sono stati degli autentici pionieri, un esempio da seguire per tutta la razza umana. Grazie a degli esoscheletri, gli Strali, che si dice siano stati ideati dallo scienziato, gli esseri umani sono stati in grado di combattere, di reagire a tutte le creature ostili sul pianeta. La guerriera, Helena Tarsis, divenne un autentico “campione”, il primo combattente, e per lungo tempo forse l’unico, cui gli umani in difficoltà potevano rivolgersi. Fondò anche un ordine, la “Legione dell’Aurora”, votato alla protezione dell’umanità, e tutti la ricordano come un eroe: non a caso, l’hub porta il suo nome (“Fort Tarsis”). All’ordine fondato dalla prode guerriera si contrappose un gruppo di umani crudeli, che puntavano e puntano tutt’ora, ad avere l’”inno della creazione” per sé, in modo da poter riplasmare il mondo secondo i loro gusti.

Anthem

Quattro classi, quattro approcci diversi… ma sarà veramente così?

Ispirato fortemente, per quanto concerne l’aspetto e la struttura ludica, a due colossi come Destiny (e Destiny 2) e The Division, con una campagna principale lunga, importante e centrale nella formula del titolo, Anthem si presenta come uno “shooter a mondo condiviso” con un carattere tutto suo: BioWare ha promesso il matchmaking per tutte le attività, che andrà a formare squadre di massimo quattro giocatori, cosa non presente in tutto e per tutto, ad esempio, negli altri due titoli citati.

Sebbene, infatti, Bungie abbia inserito il matchmaking anche per i raid, esso non c’è per tutte le attività (basti pensare alle “Prove dei Nove”): già questa si presenta quindi come una differenza forte, un punto di distacco che gli sviluppatori hanno voluto inserire, facendo la felicità di tutti i “lupi solitari”, che altrimenti si troverebbero in difficoltà. Il titolo avrà tantissime attività, stando sempre alle parole degli sviluppatori, diversificate tra attività principali, secondarie e attività end-game, sulle quali non sappiamo molto perché ancora non se ne parla nel dettaglio. Il titolo avrà un supporto lunghissimo e l’end-game sarà ricco di cose da fare e parte fondamentale dell’offerta ludica. Non ci saranno contenuti a pagamento e il supporto post lancio sarà sempre gratuito; al massimo, stando sempre a quanto dichiarato, ci saranno microtransazioni per oggetti cosmetici. Anche sotto questo punto di vista, il titolo si piazza a metà tra Destiny e The Division.

Ciò che accomuna Anthem ai due titoli poco fa citati è la progressione: è possibile fare le missioni come e quando si desidera, in singolo o in gruppo, scegliere liberamente tra principali e secondarie, e potenziarsi man mano che si avanza all’interno del gioco. Probabilmente alcune attività risulteranno fruibili sin dall’inizio mentre altre richiederanno un certo grado di avanzamento. Potenziando il personaggio, o meglio l’esoscheletro, si acquisiranno nuove abilità.

Anthem

Ci sono quattro differenti tipi di Strali (Guardiano, Tempesta, Colosso e Intercettore), che corrispondono alle classiche classi: questo lascia presagire che, con ogni probabilità, l’esoscheletro avrà i suoi livelli, che corrisponderanno a un incremento delle statistiche o allo sblocco di skill peculiari. A inizio gioco, si avrà la possibilità di scegliere la propria classe, e su questo il gioco è simile a Destiny: sebbene la classe in Anthem corrisponda al tipo di esoscheletro, la scelta è permanente e non c’è la possibilità di effettuare cambiamenti al riguardo, creando, come in The Division, personaggi ibridati, con abilità appartenenti a compagini diverse. Diversamente dal titolo Bungie, però, in Anthem non ci sono parametri da settare a piacimento: se si sceglie l’esoscheletro “Tempesta” (il corrispettivo del classico mago, per intenderci) si provocheranno ingenti danni dalla distanza, a scapito della difesa e del danno in mischia.

Non ci sono annunci in merito al PvP, ma sappiamo che le varie attività end-game, come i raid, verranno inserite con update successivi al lancio.

Le premesse sembrano esserci…

I primi contatti avuti con Athem sono molto positivi, e offrono diversi spunti sulla struttura ludica che sorregge la nuova creatura di BioWare.

Sin dalle primissime battute è facile constatare come nel gioco tutto il sistema di esplorazione, progressione e più in generale tutto il ritmo della produzione sia caratterizzato da una sorta di “frenesia” di fondo. Passare da una parte all’altra del vasto mondo di gioco (apparentemente senza l’ausilio di mezzi di trasporto vari) avviene tramite spostamenti rapidi e repentini, così come rapidi e frenetici appaiono anche gli scontri con le numerose creature che pullulano per le strade. Frenetico, quindi, ma anche e soprattutto, verticale, questo Anthem, in cui sarà possibile “svolazzare”, tramite una sorta di jetpack in dotazione su ogni Strale, da una parte e l’altra, stando comunque attenti alle limitazioni del caso, come un indicatore che segnala la possibilità di spiccare in volo o meno. I primi scorci di gameplay mostrati, in cui sono stati utilizzati tutti e quattro gli Strali, mostrano chiaramente come differisce il gameplay utilizzando l’una o l’altra classe: i danni subiti, quelli inflitti, l’idoneità alle missioni e ad affrontare una creatura piuttosto che un’altra sono ben chiari sin dalle prime battute, e di questo non potremmo che essere felici. E ci fa felici anche l’interfaccia e il sistema di “shooting” puro, molto simile a quello dei vari Mass Effect (specialmente Andromeda) e che sembra saper offrire il giusto mix tra divertimento e voglia di sperimentare sempre nuove soluzioni.

Anthem è un gioco da… VIP! Lo abbiamo provato per voi

Per tutti gli abbonati al servizio EA Access (o Origin Access) e per tutti quelli che l’hanno pre-ordinato, BioWare ha reso possibile provare con mano la sua creatura. Durante il week-end appena trascorso, infatti, ci siamo cimentati anima e corpo nel testarla e le nostre impressioni al riguardo sono più che positive.

A spiccare, sin dalle primissime battute, è il comparto grafico, apparso veramente in forma smagliante e capace di gettare delle basi veramente granitiche per un futuro radioso, sotto questo aspetto. Ad onor del vero, la demo offre diverse problematiche di natura tecnica (compenetrazioni, rallentamenti, frame-rate ballerino), ma vogliamo pensare che tutto questo verrà risolto in tempo per il lancio del titolo. Anthem, però, non è soltanto un titolo bello da vedere. Pad alla mano, le sensazioni provate sono molto positive, sorrette sia da una sistema di shooting tanto immediato quanto stratificato sia da un puro divertimento nell’affrontare le varie attività di gioco. Le missioni svolte durante la demo ci hanno mostrato non solo un’ottima qualità ludica, ma anche di essere ben accompagnate da un racconto alla base – seppur “commerciale” – di sicuro impatto e sembrano fugare ogni dubbio riguardante l’importanza della trama nell’economia del titolo. Il livello di sfida delle varie “spedizioni” (settabile al momento dell’avvio, per altro) è discretamente tarato verso l’alto: le molteplici creature che popolano la fauna del mondo di gioco sono ostiche e dure da buttar giù, senza contare i soldati del Dominio e le loro risorse in termini di macchine da guerra. I nemici umani, spesso accompagni da macchine da fuoco quali torrette e droni vari, rappresentano un ostacolo ancor più ostico ed è subito chiaro quanto affrontare in cooperativa le varie attività sia nettamente più semplice. Questo, come già dicevamo, è possibile grazie anche ad un matchmaking che esiste per tutte le attività, cosa che può semplificare molto la vita del “lupi solitari”.

Anthem

Anche per quanto concerne il sistema di progressione e sviluppo del personaggio, le nostre considerazioni sono piuttosto ottimistiche. Lo Strale e il pilota hanno ognuno un proprio livello ed evolvono in modo del tutto autonomo. Ogni strale, poi, man mano che avanza di livello, rende possibile equipaggiare diverse modifiche e componenti aggiuntivi vari, che offrono importanti vantaggi in parametri quali salute, armatura e resistenza ai danni. Non ci è ancora chiaro, invece, quali siano i vantaggi offerti dalla progressione del pilota, ma, siamo sicuri, che non si tratti di una feature irrilevante e fine a se stessa. Anche le armi in dotazione sono tante e offrono un feeling convincente e un approccio sempre diverso alle varie situazioni. Esse, poi, hanno due parametri fondamentali: il livello per essere impugnate e il parametro “potenza”, un po’ come la “luce” del primo Destiny. Proprio questo livello (così come in Destiny, ma anche in The Division) accompagna il livello “classico”, e questa cosa siamo sicuri si rivelerà fondamentale nell’affrontare l’end-game e le varie attività “collaterali” alla storia principale. Il sistema di combattimento, poi, è veramente più ricco e complesso di quanto potrebbe sembrare: tramite la feature del volo, ad esempio, è possibile decidere di affrontare gli scontri sospesi a mezz’aria. Tale possibilità, all’apparenza semplice, si rivela in realtà una piccola rivoluzione ludica e assicura una grandissima dose di divertimento a tutti gli scontri. Molto belli anche i boss: ne abbiamo affrontato uno veramente splendido e molto forte. Se il buongiorno si vede dal mattino…

Anthem

Così come per gli altri giochi già ampiamente citati appartenenti al genere, anche in Anthem è possibile giocare in modo “Libero”, esplorando cioè il mondo di gioco senza doversi preoccupare di avviare una specifica missione. In quel caso, le attività di gioco saranno trovabili a caso vagando per l’enorme mappa e, come accade in Destiny 2, ad esempio, fattibili insieme ad altri giocatori inseriti nella medesima sessione. Nella demo, però, non è stato possibile invitare amici nel Gioco Libero, e speriamo vivamente si tratti di un semplice bug e non di una meccanica definitiva: senza l’ausilio di una feature del genere, un gioco simile non avrebbe senso di esistere.

La voce della speranza: cosa vorremmo da Anthem

Analizzando il tutto, dunque, cosa ci aspettiamo da questo Anthem? Innanzitutto, essendo uno dei punti di forza principali di BioWare la capacità di raccontare storie, con le sue campagne principali sorrette da una trama di un certo spessore, capace di creare degli ecosistemi pulsanti e vivi come pochi, piuttosto che il puro gameplay, la prima cosa che vorremmo vedere sarà un titolo capace di accorpare entrambe le cose: bontà ludica e una trama intrigante e ben realizzata. Da quel poco che abbiamo potuto provare, ci sembra che la strada intrapresa sia quella giusta. Purtroppo, però, è ancora presto per poterlo affermare con precisione.

Oltre ad un imponente comparto narrativo (da sempre neo per questo tipo di titoli: basti pensare al primo Destiny, un gioco piacevole ma mai capace di far sì che i giocatori si sentissero veramente dei “Guardiani”, o alla trama molto “trash” di The Division), di cui siamo in parte sicuri, conoscendo gli sviluppatori, è una grande profondità nella gestione delle build, in cui Destiny e The Division risultano in parte deficitari. Anche la finestra di lancio sembra quasi voler porre Anthem nel mezzo di questi due colossi, cosa che dovrebbe essere indice di una volontà da parte di BioWare di far leva su ciò che all’interno di essi manca e farlo diventare un suo punto di forza, imparando dagli errori della concorrenza. A primo impatto la questione ci sembra alquanto acerba: la possibilità di potenziare il proprio Strale si limita a poche varianti, ma bisognerà capire quanto effettivamente cambierà nel gioco finale, quanti diversi tipi di oggetti equipaggiabili ci saranno e quali e quanti bonus questi offriranno.

Anthem

Oltre a questo, ci piacerebbe vedere qualcosa di diverso per quanto concerne un’altra questione spinosa: l’opinabile verità che si cela dietro al fenomeno del “fruibile anche in singolo” che affligge i due titoli di cui abbiamo parlato: speriamo che Anthem non abbia questo tipo di problema, che sia veramente fruibile da tutti, anche in singolo, senza boss impossibili da tirar giù e che hanno troppa vita per essere eliminabili da un solo personaggio. Speriamo inoltre in aggiornamenti continui e dai changelog trasparenti, che apportino modifiche utili e non “finti” aggiustamenti o discutibili bilanciamenti, e in un supporto veramente continuo e duraturo (magari non decennale, ma neanche biennale), che riesca a sfruttare pienamente le ottime basi che Anthem ha gettato. Fino a questo momento, però, la situazione ci è apparsa controversa. Abbiamo affrontato le missioni “storia” senza problemi insieme agli amici, ma il resto delle attività ci ha affidato alle mani del matchmaking in modo obbligatorio. Ci auguriamo di vedere una situazione diversa nel gioco definitivo. Quel che proprio non ci è piaciuto, e avremmo preferito evitare di trovarci nuovamente di fronte a questa situazione (Destiny 2, dico a te!), è constatare con mano che il prodotto di BioWare sarà ancorato ai 30fps su console, indipendentemente dalla versione in vostro possesso. Per i possessori di PlayStation 4 e Xbox One “lisce”, addirittura, il titolo faticherà a toccare i 1080p, mentre con le versioni potenziate si potrà scegliere tra diverse impostazioni grafiche, fino al raggiungimento del 4K, seppur con diverse limitazioni. La situazione si è mostrata anche peggiore del previsto: durante la demo il frame-rate ha faticato enormemente a restare anche sui 30fps, nonostante il test sia avvenuto su Xbox One X, senza dubbio la console più potente del momento. Un brutto colpo, certo, ma si tratta di qualcosa di comunque comprensibile, data anche l’elevata mole di contenuti di cui il titolo sembra disporre. Nelle ultime ore, ad esempio, è stata svelata parte della mappa di gioco, e sembrerebbe essere veramente vastissima e ricca di attività da portare a termine.

Anthem

Un’altra cosa che ci piacerebbe ritrovare in Anthem è una più marcata vena da “gioco online”, per quanto concerne attività come eventi settimanali, eventi mensili e, perché no, sfide tra giocatori classificate. Non è un caso che buona parte dei giochi online offrono questa qualità e varietà di contenuti, e sarebbe veramente interessante se BioWare decidesse di gettare l’amo in tal direzione col suo Anthem. E ci piacerebbe anche, per una volta, assistere alla possibilità di vedere un’asta tra giocatori per la compravendita di armi e accessori. Sarebbe una rivoluzione, ancora una volta, e ci piacerebbe che il titolo possa fare da pioniere anche in questa direzione.

Tutto questo senza dimenticare l’effetto Electronic Arts, che, come BioWare, ultimamente non se la passa proprio benissimo. Anche e soprattutto per questo motivo, Anthem ha addosso gli occhi di tante persone, e la paura che possa “rimanere schiacciato” dalle elevatissime pretese è, purtroppo, sempre dietro l’angolo.

Considerazioni finali

Anthem è un prodotto mosso dal desiderio di rivalsa di una compagnia gloriosa, che negli ultimi tempi ha faticato non poco. La sua struttura appare affascinante e ben orchestrata, ma lo spettro del fallimento, specie se accompagnato da una grossa mole di aspettative, è in agguato. Le premesse, comunque, sembrerebbero essere positive e le buone sensazioni offerte dalla VIP demo, provata lo scorso week-end, ne sono una conferma. L’attesa è veramente tanta e noi, in tutta onestà, non vediamo l’ora di poter affermare di trovarci dinnanzi a un grandissimo titolo. Dopo averlo provato con mano siamo abbastanza convinti che la strada presa sia quella buona e non vediamo l’ora di poter confermare le nostre buone impressioni il prossimo 22 febbraio, giorno in cui Anthem debutterà ufficialmente. Solo il tempo, però, potrà dircelo!

Salvatore Cardone
Ho imparato a conoscere l'arte del videogioco quando avevo appena sette anni, grazie all'introduzione nella mia vita di un cimelio mai dimenticato: il SEGA Master System. Venticinque anni dopo, con qualche conoscenza e titoli di studio in più, ma pochi centimetri di differenza, eccomi qui, pronto a padroneggiare nel migliore dei modi l'arte dell'informazione videoludica. Chiaramente, il tutto tra un pizza e l'altra.