6 indimenticabili storie a fumetti per conoscere meglio gli Avengers di Casa Marvel

Gli Avengers sono senza dubbio uno dei supergruppi più noti di tutti i tempi, dei fumetti e non solo. Anzi, probabilmente lo sono senza se e senza ma, anche grazie alla straordinaria notorietà che hanno ricevuto grazie ai film del Marvel Cinematic Universe, capaci di racimolare record su record ai botteghini.

Basta vedere il clamore che hanno suscitato tutti i loro film, dal primo Avengers ad Infinity WarEndgame, passando per Age of Ultron. Una notorietà straordinaria e impensabile anche solo un paio di decadi fa, quando gli Avengers erano ben lungi non solo da essere star internazionali ma anche da essere il fumetto più seguito dell’intera scuderia Marvel. Del resto, si sa che spesso il vento può cambiare all’improvviso.

Non a caso, nel corso della loro lunga permanenza nelle edicole, gli Avengers ne hanno viste di tutti i colori: da impensabili ritorni a guerre intergalattiche, alternando fasi di grande seguito ad altre un po’ appannate. Tuttavia, ogni volta con in mente un solo obiettivo: proteggere la Terra, a qualunque costo.Avengers FumettiPer dimostrarvelo, vi abbiamo portato 6 indimenticabili storie che hanno cambiato drasticamente la vita del supergruppo e tutte hanno segnato, di volta in volta, una piccola o grande svolta, un turning point fondamentale oppure un indispensabile cambio di formazione. Avengers, assemble!

Avengers #4: Capitan America si unisce ai Vendicatori! (1964)

Qualunque cronistoria, per quanto sommaria, delle pubblicazioni degli Eroi Marvel per eccellenza non può prescindere da questo pazzesco episodio. Perché questo è il giorno in cui il paladino americano per eccellenza arrivò, direttamente dal passato, per continuare la sua missione di essere un baluardo in difesa della verità e della giustizia. Stiamo parlando di Capitan America, il Capitano a stelle e strisce creato da Joe Simon e Jack Kirby nel 1941, il mito di carta che nacque per combattere insieme ai soldati al fronte la Seconda Guerra Mondiale.

Un’icona nata in un determinato periodo storico e, purtroppo, destinata a sparire alla fine del conflitto. Almeno fin a quando Stan Lee, con uno dei suoi ennesimi colpi di genio, decise di riportarlo in vita. E, invece dargli una serie tutta sua, decise di farlo entrare in squadra con gli Avengers sul numero #4 della testata, con un’intuizione memorabile che trasformò i Vendicatori nel mito che sono oggi grazie alla presenza di un leader forte, carismatico e iconico, un “uomo fuori dal tempo”.

In realtà, il percorso che portò Steve Rogers di nuovo nel regno dei vivi è molto più tortuoso. Lee e Kirby, prima di orchestrarne lo stupefacente ritorno, decisero di fare una prova per valutare il possibile gradimento del pubblico al back in action di Cap. E lo fecero su Strange Tales 114, datato novembre 1963, in cui la Torcia Umana si trova ad affrontare un imitatore di Rogers che si spaccia per lui. Il responso dei lettori, che negli anni ’60 veniva valutato dal numero di lettere che giungevano in redazione, fu positivo e allora i demiurghi della Marvel organizzarono il ritrovamento nei ghiacci dell’artico del corpo di Cap da parte degli Avengers

E il resto, come si suol dire, è storia.Avengers Fumetti

Avengers #89-97: La guerra Kree-Skrull

Tante cose sono successe da quello storico incontro tra il Capitano e i Vendicatori. Talmente tante che sarebbe impossibile cercare di elencarle tutte. In sintesi, il decennio dal 1961 al 1971 fu un’epoca di irripetibili meraviglie, un eden creativo che vide nascere pezzo dopo pezzo la Marvel che oggi domina oltre il fumetto da cui è nata. Un’epoca, non a caso, rinominata Silver Age. Un altro dei protagonisti di questo periodo memorabile, meno noto ma altrettanto importante, è Roy Thomas.

Arrivato alla corte di Stan Lee nel 1965, in assoluto silenzio e come uomo della fanzine, Thomas divenne presto un prolifico sceneggiatore capace di condividere lo scettro della scrittura proprio col Sorridente, che nel frattempo era sempre più impegnato nei suoi incaricati dirigenziali. Il suo apporto fu indispensabile, specialmente alla guida degli Avengers, testata su cui lavorò per bene 9 anni di fila, dal 1966 al 1977, ideando gran parte della mitologia legata al supegruppo. Culmine di questo percorso è probabilmente uno dei suoi capolavori più riconosciuti: la Guerra Kree-Skrull, le due bellicose razze aliene tra cui non scorre buon sangue da milioni di anni.

Questa storia, oltre che molto lunga e complessa, rappresenta una storia di manifesto d’intenti della Marvel degli anni ’70. Infatti, segna un momento di grande trasformazione del mondo del fumetto di cui la Casa delle Idee è, come sempre, in prima linea. Vengono infatti cancellate molte serie chiave e storiche, come Doctor Strange, si cerca di variare l’offerta tirando dentro generi diversi e di parlare di argomenti fino allora tabù, come l’alcolismo, la guerra e la discriminazione razziale. Non a caso, la Guerra Kree-Skrull inizia con un alieno, Capitan Marvel, maltrattato e cacciato come un animale…Avengers Fumetti

Avengers #160-167: La Saga di Korvac

Se siete navigati lettori di fumetti, in particolar modo americani, non c’è bisogno che vi si spieghi chi è Jim Shooter, l’autore delle Guerre Segrete. Tutti gli altri, forse, hanno bisogno di una piccola introduzione: è l’uomo che ha cambiato ogni cosa. Meno sinteticamente, è un enphant prodige che ha rivoluzionato un’intera industria prendendo scelte forti, innovative, spesso perfino controverse ma che hanno lasciato un’eco vastissima nel mondo dei comics.

E, visto che il buongiorno si vede quasi sempre dal mattino, Shooter iniziò la sua carriera a soli 14 anni, quando cominciò a vendere per corrispondenza storie alla DC Comics, in qualità di sceneggiatore e di disegnatore. Una partenza fulminante che avrebbe portato questo autentico “ragazzo meraviglia” (altroché Robin) alla guida della Marvel in poco tempo. A metà anni ’70, entra infatti a far parte dello staff della Casa delle Idee, sia come redattore che come autore, dove prende le redini degli Avengers. Quasi nello stesso periodo, un altro disegnatore dal sicuro avvenire, George Pérez (mica uno qualsiasi) divenne la matita prediletta degli Eroi più potenti della Terra.

L’incontro tra due simili promesse non poteva fare altro che produrre un capolavoro, e così fu: la Saga di Korvac uscì nel 1978 e si impose subito come un classico moderno della Marvel. Nonostante alcune scelte narrative un po’ ingenue e un repentino cambio creativo sia ai testi (Micheline al posto di Shooter, nel frattempo diventato editor-in-chief) e alle tavole (Sal Buscema affiancò Pérez sul finale), la Saga di Korvac è una pietra miliare che ha influenzato, per esplicita ammissione, tanti altri maestri della narrazione contemporanea. Come James Cameron, che ha dichiarato in tempi non sospetti di essersi ispirato a questa storia per il suo Terminator

Avengers: La guerra di Ultron (Ultron Unlimited)

Tuttavia quella di Pérez non sarebbe stata un’incursione isolata, anzi. Dopo aver distrutto l’Universo DC e averlo riformato sull’ormai mitologico Crisi sulle Terre Infinite e aver illustrato per primo nella storia l’apocalittico “SNAP!” di Thanos, torna ad illustrare le avventure dei Vendicatori. Ad accompagnarlo stavolta non c’è più Jim Shooter, bensì Kurt Busiek, uno scrittore forse meno rottamatore ma dall’indiscutibile talento. Prolifico, esperto e, soprattutto, un grande appassionato della continuity supereroistica, Busiek riesce come pochi a scavare a fondo nelle radici dei personaggi di cui racconta le storie. Con Pérez, sul finire del ventesimo secolo realizza un’apprezzatissima run che segna il passaggio degli Avengers dal vecchio al nuovo millennio, quello che ne consacrerà il mito portandoli ad invadere i botteghini di tutto il mondo.

Il frutto migliore di questa collaborazione è la saga Ultron Unlimited. Conosciuta in Italia come “La guerra di Ultron“, questa vicenda è l’apice della maniacale cura di Busiek alla sceneggiatura, un maestro nel limare i dettagli, oltre che il ritorno di un villain fondamentale apparso negli ultimi tempi un po’ appannato: Ultron. L’inizio è già memorabile: Ultron rade al suolo un’intera nazione, la Slorenia, rapisce Henry Pym (il suo creatore) e si prepara a dare vita ad una progenie capace di dominare il mondo. Un intreccio serrato e memorabile, straordinariamente coeso, uniti al disegno di uno dei più grandi artisti dei fumetti mai esistito.

Avengers Forever 

Ci sono pochi autori eruditi, capaci di snocciolare conoscenze vastissime e impensabili, sul mondo del fumetto come Kurt Busiek. Chi lo conosce da vicino lo descrive, senza troppi giri di parole, come un’enciclopedia vivente dei supereroi, una sorta di guru appassionato della storia dei comics, delle sue sfumature e dei suoi protagonisti. Non per nulla, è lui l’uomo che ha reinterpretato le origini dell’Universo Marvel con Marvels, la pietra miliare, illustrata dal grande Alex Ross, che legge i primordi dell’epoca d’oro degli Eroi attraverso gli occhi di un uomo comune. Solo Busiek poteva, dall’alto del suo mostruoso sapere, guardare in faccia la storia della Marvel.

Il risultato di questa sua particolarissima visione dei comics è Avengers Forever, una delle più articolate saghe dei Vendicatori mai concepite. Partendo dalla conclusione di un’altra storia leggendaria, la già menzionata Guerra Kree-Skrull, Busiek da vita al più arzigogolato dei cronopasticci mai visti dalle parti della Casa delle Idee. Al centro, ovviamente, il viaggiatore nel tempo per eccellenza, Kang il Conquistatore, e Rick Jones. E non saranno gli unici: ad aiutarli arriveranno gli Avengers da diverse epoche dello spazio-tempo, come il primo Calabrone, Wasp e il Capitan America dell’Impero Segreto… La posta in gioco, come sempre, la salvezza dell’intera umanità.marvel avengers

Avengers Disassembled

Il periodo di Busiek si conclude purtroppo in discesa. All’inizio del 2000, la testata Avengers va incontro ad una crisi che pare irreversibile, scalzata dalle vetta dei fumetti più venduti e in palese crisi d’identità. Quella che è venuta meno, infatti, è la sua centralità all’interno dell’Universo Marvel, che ormai pare riallineato verso le sue stelle più luminose come Wolverine e Spider-Man. Ma proprio da Spider-Man arriva quella che sembra la tanto attesa riscossa. Anzi, dalla sua versione alternativa. Brian Michael Bendis ha dato vita al successo editoriale del decennio: Ultimate Spider-Man, la colonna portante del neonato Universo Ultimate che tanto influenzerà il Marvel Cinematic Universe. E Bendis, appena si presenta, ha da subito le idee chiare: perché non sfruttare proprio la popolarità degli altri personaggi per rilanciare gli Eroi più potenti della Terra?

La scelta fu, semplicemente, quella di rivoluzionare da capo a piedi il supergruppo, permettendo a nuovi e a vecchi paladini di collaborare fianco a fianco. La prima pietra di questa rivoluzione su Avengers Disassembled. Illustrata da un David Finch in forma eccezionale, non è forse la storia più memorabile dei Vendicatori ma è di sicuro quella che più li ha influenzati negli ultimi anni. Ed è, di base, molto semplice: la follia di Wanda Maximoff mette a dura prova il supergruppo, che non trova alternativa se non sciogliersi. Da qui sono partite tutte le saghe che hanno costellato il primo decennio del 2000 della Marvel, da Civil War a Avengers vs X-Men, passando per Secret Invasion e House of M.Avengers

Bonus: Ultimates

Ok, siete arrivati fin qui e dunque è probabile che siate dei veri appassionati degli Avengers, oppure che vogliate a tutti i costi saperne di più. Ecco, adesso non parleremo dei Vendicatori. Anzi, sì, ma di una loro versione “alternativa”. Nel 2002, mentre si stavano costruendo le fondamenta dell’Universo Ultimate di cui vi abbiamo già parlato, Mark Millar decise di reinventare gli Avengers presentandoci la loro versione in questa realtà parallela. Chiamati non a caso “Ultimates“, questi eroi sono sempre i soliti che conosciamo e amiamo (Thor, Iron Man, Capitan America, Wasp e Ant-Man), ma sono anche diversi: più realistici, credibili, controversi, pericolosi, non del tutto sani di mente e assolutamente appassionanti.

Millar si confrontò col mito, modernizzandolo e rendendolo attuale, oltre che esplosivo. E i disegni di Bryan Hitch dinamici, a schermo panoramico, colmi di vignette orizzontali, completarono il resto. Di fatto, è impossibile immaginare gli Avengers cinematografici di oggi senza gli Ultimates.

Elia Munaò
Elia Munaò, nato (ahilui) in un paesino sconosciuto della periferia fiorentina, scrive per indole e maledizione dall'età di dodici anni, ossia dal giorno in cui ha scoperto che le penne non servono solo per grattarsi il naso. Lettore consumato di Topolino dalla prima giovinezza, cresciuto a pane e Pikappa, si autoproclama letterato di professione in mancanza di qualcosa di redditizio. Coltiva il sogno di sfondare nel mondo della parola stampata, ma per ora si limita a quella della carta igienica. Assiduo frequentatore di beceri luoghi come librerie e fumetterie, prega ogni giorno le divinità olimpiche di arrivare a fine giornata senza combinare disastri. Dottore in Lettere Moderne senza poter effettuare delle vere visite a domicilio, ondeggia tra uno stato esistenziale e l'altro manco fosse il gatto di Schrödinger. NIENTE PANICO!