Ecco il logo del reboot dei videogame di Batman?

Le voci che circolano da tempo di un reboot per i videogame dedicati a Batman potrebbero aver finalmente portato delle novità consistenti con un logo.

La notizie è rimbalzata sulla rete tramite Twitter, con il giornalista di GWW James Sigfield che avrebbe condiviso sul proprio profilo Twitter il nuovo simbolo dell’Uomo Pipistrello della saga videoludica realizzata da WB Montreal.

Qui di seguito potete vedere il Tweet originale.

“Questo potrebbe essere il primo sguardo al nuovo gioco reboot di Batman” ha rivelato il giornalista nella giornata di ieri, specificando di trovarsi nell’ascensore della sede di WB Montreal. Ovviamente tutto questo potrebbe essere solo una supposizione di Sigfield.

In attesa di maggiori conferme raccomandiamo ai nostri lettori la massima cautela nella lettura di questa news. Sarà nostra cura informarvi non appena ci saranno novità concrete al riguardo.

In passato WB Montreal era stata molto più sibillina nel diffondere le notizie. Avevamo seguito il modo in cui la casa di sviluppo videoludico avesse diffuso alcune immagini presenti nel nuovo gioco.

Due immagini per essere precisi – la prima parziale e la seconda completa – che mostravano entrambe lo stesso soggetto, ossia un logo piuttosto “articolato” e composto da vari elementi, tra i quali due artigli che, in molti, avevano etichettato come riferimento alla famigerata Corte dei Gufi, presunta antagonista principale del gioco.

Analizzando sia gli altri simboli presenti nell’immagine, che lo stile della stessa, altri utenti hanno ipotizzato che possa rappresentare il dipartimento di polizia di Gotham City, presumibilmente impegnato nel dare la caccia allo stesso Batman, a giudicare dalla frase che accompagna il tweet “Capture the Knight” ossia “Cattura il Cavaliere.”

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.