Tanta nostalgia degli anni ’80

Uno dei franchise di punta della Universal è ormai, indiscutibilmente, Cattivissimo Me.
Sotto la sua egida è nata e cresciuta la Illumination Entertainment, casa di produzione di film d’animazione in CGI che si sta facendo conoscere ed apprezzare per l’alta qualità dei suoi lavori.
Oltre a Cattivissimo infatti, ha lanciato altri film che hanno tutte le caratteristiche per diventare un vero e proprio brand e che hanno già un sequel in lavorazione: Pets e Sing.

A 7 anni dal primo Cattivissimo me, le sale accolgono il terzo capitolo di questa serie di successo, e la distribuzione nei cinema italiani ci sarà a partire dal 24 agosto.

Il super cattivo Balthazar Bratt, ex bambino prodigio scartato da Hollywood e divenuto per tanto un pericoloso criminale desideroso di vendetta, ha rubato il diamante più prestigioso al mondo.
Gru e Lucy purtroppo se lo sono lasciati sfuggire e per questo vengono licenziati dalla Lega Anti Cattivi. Nel frattempo Gru scopre di avere un fratello gemello, tale Dru, che è un ricchissimo allevatore di maiali il quale sogna, però, di diventare un super-cattivo come da tradizione familiare.
Sospesi tra l’indole di villain e i suggerimenti dettati da un cuore puro, i due insieme a Lucy, i minions e le tre figlie di Gru si troveranno a dover salvare il mondo dall’ennesimo cattivo.

cattivissimo me 3 recensione

Dopo due film e uno spin-off, tenere un franchise di questo tipo sulla cresta dell’onda senza lasciarlo affogare non è affatto semplice. Gli ingredienti sono sempre gli stessi, e sono così saporiti ed amati dal pubblico che sarebbe una follia cambiarli, ma è ovvio che qualche piccola modifica nel condimento la si deve pur fare, per non ritrovarsi a mangiare sempre la solita minestra. L’importante, ovviamente, è indovinare la mossa giusta.
Pierre Coffin, Kyle Balda e tutto il team che si portano dietro ci riescono, consegnando al pubblico l’ennesima pietanza prelibata.

Il nuovo ingrediente si chiama Dru, e l’evidente alchimia con Gru, sottesa ai normali screzi e le diatribe che possono esserci tra due fratelli è davvero l’anima del film.
Il lavoro a cui sono stati sottoposti Steve Carrell, voce originale del protagonista, e Max Giusti, la voce italiana, non deve essere stato affatto facile. E se l’attore americano ha avuto probabilmente meno problemi, alla luce della scelta di realizzare due sonorità piuttosto simili, le cose sono state un po’ più complesse per l’interprete italiano, che ha dovuto modificare la propria voce per portare sullo schermo un Dru con un’intensità più bassa e che richiamasse in qualche modo una vocalità di matrice russa. Ricordiamo infatti che nel doppiaggio originale Carrell ha donato a Gru una voce che ricorda quella degli immigrati dell’est in terra americana, scelta ovviamente non attuata e non attuabile qui da noi. In entrambi i casi, dobbiamo dire, che il lavoro è risultato eccellente.

Un altro degli elementi cardine di questo capitolo 3, è senza dubbio il richiamo agli anni ’80.
Balthazar Bratt è un cattivo formidabile, che si fa davvero amare dal pubblico in sala, al contrario di quanto è successo nel plot al suo personaggio, che vede appunto il bambino prodigio fallire miseramente nel mondo di Hollywood dopo un’inizio di carriera che appariva in ascesa.
Bratt racchiude in pieno la nostalgia degli anni ’80. è un villain che come arma usa delle Big Babol che diventano grandissime ed appiccicose, ha un look tremendamente retro, a cui non rinuncia nonostante il passare degli anni, reso evidente dalla simpatica scelta di posizionargli la cosiddetta chierica, a dispetto di un ciuffo e di un’acconciatura rimasti identici nel corso del tempo.

Anche il suo scimmiottare un po’ Michael Jackson, utlizzando il moonwalk e muovendosi sempre a ritmo di musica è eccezionale, e la dance fight con la chitarra ci sembra un po’ un mix tra Guitar Hero e Scott Pilgrim, ma ci piace da impazzire.

Per il resto si tratta di un film scenograficamente molto bello. Le ambientazioni dell’isola di Freedonia sono fantastiche e sia qui che in generale in tutta l’opera le tinte policromatiche donano un effetto davvero rassicurante, che piacerà senz’altro ai bambini ma che verrà apprezzato anche dai grandi.
Un altro punto a favore è segnato dai Minions. Come al solito l’unione fa la forza, e lo è sia a livello di script in senso più generale che di divertimento puro assicurato – ancora una volta – agli spettatori laddove, anche qui, per spettatori intendiamo sicuramente quelli più piccini, ma vi garantiamo che pure gli adulti avranno di che sorridere.

Cattivissimo Me è in sostanza un franchise che non delude mai, e fa bene a non modificare radicalmente la formula vincente, aggiustando solo il tiro. Se vogliamo, questo terzo capitolo è addirittura un passo in avanti rispetto al precedente, sia a livello narrativo che di forma, di stile e di divertimento, ma soprattutto perché era piuttosto complicato riuscire in tutto questo senza il rischio di ripetersi ed iniziare a dare a noia.
Chiariamo: un po’ di ripetitività c’è, ed è normale. I personaggi chiave, come ad esempio Gru, hanno caratteristiche che ormai conosciamo a memoria e non ci fanno più né caldo né freddo, così come anche i minions, che pure abbiamo osannato, ci fanno molto ridere ma non sarà mai come la prima volta.

Cattivissimo Me 3 è quindi un’ottimo film d’animazione, con molti pregi e pochissimi difetti, ma per tutte queste ragioni potrebbe essere anche lecito augurarsi che la saga si interrompa qui. Sappiamo che non sarà così, perché purtroppo il mercato del cinema non si ferma (quasi) mai di fronte ad un successo di box office assicurato, tuttavia molto spesso sarebbe bene darsi un limite e chiudere da vincitori.

Verdetto:

Cattivissimo Me 3, il nuovo capitolo di uno dei franchise di punta della Universal, si dimostra all’altezza dei predecessori. C’è molto divertimento, ma soprattutto c’è uno script indovinato ed un villain fantastico, che ci fa immergere in un’atmosfera anni ’80 in un modo che piacerà ai bambini e che saprà coinvolgere gli adulti. L’ennesimo successo annunciato di un brand vincente, con molti pregi e pochi difetti. Al punto che forse varrebbe la pena fermarsi qui, per non rischiare di inciampare nell’incubo della ripetitività, magari con un quarto capitolo della saga.

Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.