Làik a Nèciural Uòmaann…!

L’aveva detto, quasi subito. Quando aveva dato inizio alla saga conclusiva di Rat-Man Collection (di cui noi abbiamo parlato), Leo Ortolani alle domande disperate dei fan su cosa avrebbe fatto dopo aveva replicato: “Le graphic novel”. Pronti, via ed ecco subito Cinemah presenta: Il buio in sala per Bao Publishing, la casa editrice di riferimento del settore, seguito poi da Oh! Il libro delle meraviglie. Ma si trattava di ristampe di vecchie strisce e delle recensioni cinematografiche pubblicate online, non di materiale inedito. Infatti tempo qualche mese e spunta fuori, con Deboroh ancora fresco di saluti, C’è spazio per tutti, il suo “primo libro” per Panini Comics. Ma quest’ultimo aveva ancora al centro Rat-Man e non si distaccava poi molto dalla serie principale. Mancava ancora dunque il tentativo di cambiare registro, di raccontare qualcosa di diverso. Del resto, ne avevamo già parlato nello speciale dedicato alla fine del Ratto, Ortolani è uno che non sta mai fermo, è sempre alla ricerca di strade inesplorate per declinare il suo personale discorso autoriale. Ed eccola, finalmente, la tanto attesa nuova tappa del suo  percorso: Cinzia, la prima graphic novel realizzata sotto l’etichetta di Bao Publishing.

Non è un periodo facile, per Cinzia. Condivide un appartamento con Tamara, la sua migliore amica, collabora attivamente con la comunità LGBTIQ locale e sta completando la tua transizione. Inoltre, sta cercando lavoro. Ma è un po’ difficile riuscire ad ottenere un’occupazione quando ti presenti ai colloqui e dici di chiamarti Cinzia mentre suoi tuoi documenti c’è scritto Paul. Tuttavia, è sempre la Cinzia che conosciamo: energica, tosta, pronta a tutto pur di ottenere ciò che vuole nonostante le difficoltà. Eppure, le cose cambiano quando incontra un uomo etero che la fa perdutamente innamorare. Allora, com’è nel suo stile, la nostra eroina farà ogni cosa che è in suo potere per cercare di conquistare l’amato, anche l’impensabile… Negare se stessa.

Chi è Cinzia? La transessuale platinata innamorata (non si sa bene perché) di Rat-Man, l’eroe super-sfigato, tozzo, brutto e senza poteri che gira di notte per le strade della Città Senza Nome con delle inguardabili orecchie gialle da topo. Chi è Cinzia? Un postino che, in un giorno imprecisato di tanti anni fa, portando al nostro Deboroh La Roccia appena agli inizi una copia di Topolino ha scoperto la sua vera natura ed è diventata la lucciola della Quinta Strada. Chi è Cinzia? Un volto storico della saga del Ratto, uno dei pochi character (insieme ad Arcibaldo, al Buffone e a Topin) comparsi fin dalla primissima storia e che hanno ricoperto un ruolo nell’epopea di Ortolani fino alla fine. Anzi, a dirla tutta nessuno tra queste figure, tra queste spalle storiche dall’età ultradecennale è stata importante come Cinzia. Non solo perché lei è stata “responsabile” della nascita del nostro paladino preferito, ma specialmente per il fatto che è rimasta al suo fianco in tutti questi anni, nonostante i reiterati tentativi di conquistarlo siano sempre inevitabilmente sfociati in uno (spassosissimo) buco nell’acqua. Chi è Cinzia, dunque? Cinzia è il personaggio cardine dell’intera serie, importante quanto l’Ombra, Janus Valker, quanto Thea, quanto Brakko, anzi forse perfino più di loro.

Perché se è vero che la profondità di una storia, la sua capacità di segnare un prima e un dopo nella fantasia del lettori, è dovuta alla vastità e alla ricchezza dei suoi comprimari (ancor più del protagonista), allora Cinzia ne è l’esempio emblematico. E lo ha dimostrato da subito, quando ci faceva ridere per le sue uscite “leopardate” che spezzavano il ritmo della trama, quando inseguiva Rat-Man per offrirgli la forza di tutto il suo amore, quando con le sue scene (autentiche perle comiche) Ortolani scherzava sul suo essere donna e uomo, lanciando la ormai canonica battutina sui “centimetri”. Un aspetto, questo, che andrebbe studiato da schiere di critici, perché in effetti ci vuole molto talento (e anche un po’ di sana follia) per creare battutine sempre sullo stesso tema per oltre vent’anni senza annoiare mai. Non solo: Cinzia ha continuato ad essere centrale perfino nel momento in cui l’autore ha cominciato ad esplorarne la profondità (Oh!Oh!Oh!) scolpendo una personalità decisamente particolare.

Del resto, Ortolani è questo: uno che suona lo stesso spartito in maniera diversa senza rischiare di ripetersi, aggiungendo ogni tanto dove necessario. Eppure, con Cinzia ha sempre dato la sensazione di trattenersi un po’, nonostante l’evidente evoluzione che il personaggio ha avuto nel corso delle decennali avventure del Ratto. Piano piano, si è trasformata in una figura a tutto tondo, sempre in grado di far ridere per le sue stranezze ma anche di mostrare una sensibilità fuori dal comune, peculiarità che lo avvicina agli altri comprimari della saga. Però, mentre loro sono stati completamente sviscerati da Ortolani, con Cinzia si ha sempre avuto la sensazione che stesse tenendo da parte qualcosa per un ipotetico “dopo”, quasi come se avesse deciso di riservare il meglio per parlarne in separata sede, nello spazio più adatto. E adesso questo spazio è arrivato.

In fondo, se c’era un personaggio che meritava uno libro tutto per se, questo era proprio Cinzia. Non che la nostra eroina non sia mai stata protagonista sulla Rat-Man Collection, intendiamoci. Lo era già stato nella Trilogia Manga (curiosamente ripubblicata in edicola proprio in questi giorni), nella Quadrilogia del Rat-Man (dove aveva il ruolo di voce narrante) e in Cinzia la Barbara!, ma finora aveva sempre vissuto all’ombra di Deboroh e del cast. Non c’era mai stato uno standalone o spin-off che dir si voglia (formule tanto care al moderno showbusiness), una nicchia in cui potesse staccarsi dall’ingombrante presenza del protagonista e mostrare il suo potenziale. Rispondiamo subito alle vostre curiosità: questo volume per Bao è tutto questo e molto di più. Lo è perché finalmente svela molti retroscena che Leo ci ha sapientemente tenuto nascosto negli anni, come il nome originale di Cinzia e da dove venga quello che lei stessa si è scelta. Lo è perché permette al personaggio di far vedere la sua forza, la sua bravura nel bucare la pagina e spazza via ogni dubbio sul fatto potesse funzionare solo in una storia di Rat-Man. Soprattutto, lo è perché Ortolani non si è fatto ingolosire dalla possibilità di schivare l’argomento più importante che una graphic novel su Cinzia avrebbe portato e che fino a quel momento era stato solo sfiorato: quello della transessualità. Il risultato è un qualcosa che va molto al di sopra delle (altissime) aspettative. L’autore, infatti, sfrutta le potenzialità concesse dal suo “platinato” per aggiornare ulteriormente il suo registro, per parlare di temi scottanti e all’ordine del giorno come la femminilità, i rapporti tra i sessi e, specialmente, cosa voglia dire lottare quotidianamente per essere se stessi in un mondo che non ti accetta.

Ma lo fa senza variare di una virgola quello che è il suo personalissimo stile, senza cadere nel didascalico e lasciando fluire la propria verve. Quello che ci troviamo di fronte è Ortolani allo stato puro, che prende in giro tutti i personaggi senza imbarazzo mettendone a nudo dubbi, difetti, stranezze e nel frattempo riesce pure a farci provare una fortissima empatia. Un umorismo pirandelliano e fantozziano insieme, declinato attraverso il fumetto, che sfotte i protagonisti ma ti ispira un’innata simpatia e una riflessione sulla loro condizione esistenziale. Esattamente come aveva fatto in Rat-Man, solo che qua l’autore va oltre ripetendo il miracolo senza Rat-Man e sfruttando l’occasione per spingere a pensare. A pensare, ad esempio, alle storture di questo mondo operate nei confronti di chi si trova in transizione e cerca solo di affermare la propria identità, verso un mondo sempre più chiuso e miope che vorrebbe settorializzare ogni cosa per facilità di pensiero. Oppure, a ragionare sulla sciocca dicotomia di genere con cui tutti siamo cresciuti e che negli ultimi decenni si sta mostrando sempre più inattuale, posticcia e anacronistica. Una dicotomia che non è solo uomo-donna, ma anche uomo-uomo e donna-donna e che ci danneggia anche là dove pare portare innovazione e libertà. Perché si tratta di costruzioni che, in ogni caso, portano la nostra mente sulle orme di un pensiero binario tralasciando le sfumature, un pensiero che vorrebbe relegare la mascolinità come prerogativa degli uomini e la femminilità come esclusiva delle donne, facendoci dimenticare che i ruoli non sono separati bensì interconnessi e che si possono scegliere e che forse nemmeno esistono. Ed ecco che Ortolani, in tempi di Metoo e rivendicazioni, rispolvera un po’ di femminismo originario, quello che abbatte le barriere e nega le divisioni, in favore di un mondo davvero libero da pregiudizi e preconcetti obsoleti.

Verdetto

Cinzia, ultimo capolavoro di Leo Ortolani, mette al centro il celebre comprimario di Rat-Man ritagliandogli il ruolo di assoluto protagonista. Le perplessità e le paure di una simile operazione vengono spazzate via quasi subito, mostrandoci la storia complessa e fresca di un personaggio che, in effetti, da la sensazione di aver molto da dire fuori dalla saga del Ratto. Ma il fumettista di Parma va ancora oltre, sfruttando l’occasione per parlare ampiamente di temi importanti e all’ordine del giorno come transessualità, femminismo e accettazione del diverso. Alla fine questo si trasforma in un libro necessario a cui va stretta l’etichetta spuria di “spin-off” e getta una luce interessante sulla svolta alle graphic novel da parte di Leo Ortolani. Se il buon giorno si vede dal mattino, ci aspetta una giornata piena di sole.

Stay Nerd consiglia…

Ovviamente, se non avete mai letto niente di Rat-Man recatevi immediatamente nella vostra fumetteria di fiducia. Ma, visto che stiamo parlando di libri a fumetti, provate a dare un’occhiata a Cinemah presenta: il buio in sala, raccolta di recensioni cinematografiche a fumetti e a C’è spazio per tutti, primo libro inedito di Ortolani per Panini Comics.

 

Elia Munaò
Elia Munaò, nato (ahilui) in un paesino sconosciuto della periferia fiorentina, scrive per indole e maledizione dall'età di dodici anni, ossia dal giorno in cui ha scoperto che le penne non servono solo per grattarsi il naso. Lettore consumato di Topolino dalla prima giovinezza, cresciuto a pane e Pikappa, si autoproclama letterato di professione in mancanza di qualcosa di redditizio. Coltiva il sogno di sfondare nel mondo della parola stampata, ma per ora si limita a quella della carta igienica. Assiduo frequentatore di beceri luoghi come librerie e fumetterie, prega ogni giorno le divinità olimpiche di arrivare a fine giornata senza combinare disastri. Dottore in Lettere Moderne senza poter effettuare delle vere visite a domicilio, ondeggia tra uno stato esistenziale e l'altro manco fosse il gatto di Schrödinger. NIENTE PANICO!