Fenomenologia della dilatazione narrativa

Si dice che chi ben comincia sia a metà dell’opera. Ebbene, con questo quarto episodio della Civil War II (trovate tutti i nostri articoli al riguardo qui), teoricamente siamo a metà dell’opera, eppure la guerra, quella vera, fatta di cazzotti, combattimenti e sangue, non è ancora iniziata. Finora ci siamo fatti un lunghissimo giro tra le premesse, con i supereroi che ci hanno raccontato più e più volte quanto la situazione sia terribile e pericolosa per tutti, e cosa bisognerebbe fare per risolverla.

ATTENZIONE: se non siete in pari, da qui in avanti si ricapitolano gli eventi della saga, quindi piove qualche SPOILER

Eroi sono caduti: War Machine e Bruce Banner (anche se di quest’ultimo non siamo poi così sicuri). She-Hulk, che a sua volta sembrava deceduta, è ancora viva e si è appena svegliata dal coma. Immaginate quanto quest’ultima sia felice di scoprire che, intanto, suo cugino è passato a miglior vita per mano di Occhio di Falco, peraltro assolto in tribunale dalla condanna per omicidio sulla base del fatto che Bruce Banner stesso gli aveva richiesto di ucciderlo, nel caso fosse stato sul punto di trasformarsi di nuovo (dopo una lunga astinenza, temeva ciò che avrebbe potuto fare Hulk una volta libero).

Gli altri super-eroi, finora, hanno discusso. E cosa succede di nuovo nel numero 4? Niente. Di buono c’è che, finalmente, sul finale dell’episodio le due fazioni sono sul punto di scontrarsi. Ma c’è un lato negativo. Nonostante la situazione, di fatto, sia la stessa del numero 1, con qualche complicazione in più, le due fazioni si sono costituite in maniera del tutto pretestuosa. Un paio di (brevi) riunioni di gruppo, due chiacchiere, ed ecco che, per esempio, gli X-men si schierano con Iron Man, mentre gli Inumani con Cap. Marvel. Non ci sarebbe tempo di spiegare le ragioni di ogni singolo eroe, ci mancherebbe, ma magari in quattro numeri più un prologo c’era tempo di spiegare le ragioni di qualcuno.

Oltretutto, altro problema, gli eroi sembrano reagire in maniera molto approssimativa. Cap. Marvel si è trasformata in maniaca del controllo in maniera quasi ingiustificata. Potrebbe essere che il suo senso di colpa per quanto successo a War Machine (suo precedente amante) l’abbia cementata sulla strada dell’irragionevolezza. Ma questa irragionevolezza è troppo accentuata, ed è così evidente che anche il ruolo di opposizione di Iron Man risulta ovvio e depotenziato. Cap. Marvel non dovrebbe capitanare “i cattivi”, e Iron man non dovrebbe rappresentare “i buoni”. Entrambe le parti dovrebbero avere ragioni condivisibili, come succedeva nella prima Civil War di Mark Millar e Steve McNiven. Certo, anche allora era leggermente più facile tifare per Cap. America (anche perché stava dalla parte dei “ribelli”), ma le ragioni dello S.H.I.E.L.D. erano comunque perfettamente comprensibili. Quelle di Cap. Marvel, ora, sebbene potrebbero essere condivisibili, non hanno trovato il giusto spazio per sembrarlo.

E ci si mette anche She-Hulk. È furiosa di aver scoperto che Bruce Banner è morto. È furiosa nei confronti del suo assassino. Ma ha considerato per un attimo che Bruce gli aveva chiesto di ucciderlo in caso di possibile trasformazione? Oppure ha considerato che gli eventi che hanno portato alla sua morte sono stati messi in moto proprio dalla rigida interpretazione delle visioni del futuro da parte della sua amica Cap. Marvel? E come è possibile che nessuno, tranne Tony Stark, abbia voglia di capire come funzionano esattamente i poteri di predizione-calcolo probabile del futuro di Ulysses?

Finora si è perlopiù chiacchierato, con eventi tragici intercorsi tra una riunione e l’altra. Ma nessuno si è adoperato veramente per fare qualcosa a parte Iron Man, finora isolato senza motivo apparente (e adesso accompagnato da metà dell’universo Marvel sulla base di una chiacchierata a cuore aperto). In questo numero 4, la rissa generale sembra finalmente scoppiare, peraltro frettolosissimamente, come conseguenza di un episodio tutto sommato minore, anche se sempre dipendente dai poteri di Ulysses: la detenzione “preventiva” di una persona apparentemente innocente, sulla base di una visione che suggeriva la sua appartenenza all’Hydra.

Arrivati a questo punto, diventa impossibile continuare a parteggiare per Cap. Marvel, tanto determinata a fregarsene di ogni presunzione di innocenza. Non è così che si crea un conflitto tra super-eroi. Tutti dovrebbero avere le proprie ragioni e il lettore dovrebbe scegliere da che parte stare (anche quando la parte più empatica è una sola ed esplicita). Oltre alla prima Civil War, il milleriano ed epico conflitto tra Batman e Superman, ignorato persino dal film recentemente tributatogli, è ormai uno sbiadito ricordo. Forse è il caso di andare tutti (Marvel compresa) a dargli un’entusiasta rilettura.