Chiariamo una cosa: Deadpool non è un supereroe.

Deadpool è un cattivo che viene pagato per pestare cattivi peggiori di lui.

E questo non è il classico film di supereroi.

Questo è il film di Deadpool.

Buona la seconda.

Wade Winston Wilson non è un personaggio semplice da gestire, tanto è vero che nella sua precedente apparizione cinematografica (sì, stiamo parlando di quell’abominio che è X-Men Origins: Wolverine), al Mercenario Chiacchierone viene letteralmente cucita la bocca.

C’è da dire che quella versione muta di Deadpool non è andata giù neanche all’attore scelto per impersonarlo, Ryan Reynolds, che oltre a vestire di nuovo i rossi e attillati panni del mutante, è anche uno dei produttori del film, giusto per essere sicuro che stavolta tutto filasse liscio.

Tra Kill Bill e Vacanze di Natale 2000.

Deadpool è il film più tarantiniano che si potesse tirare fuori con i personaggi Marvel controllati dalla 20th Century Fox. Questo non vuol dire, ovviamente, che il film abbia una particolare cura nella fotografia o nei dialoghi, o inquadrature ricercate come quelle del buon Quentin, ma semplicemente che il sangue zampilla in molte occasioni, con grande gioia degli spettatori che si trovano proiettati fuori dal rigore patinato a cui i Marvel Studios li hanno abituati, per godersi 108 minuti di parolacce e battute a sfondo sessuale più o meno riuscite. Quel meno riuscite, se vogliamo, è dovuto a una ridondanza di richiami alla Carlo Vanzina, puzzette e turpiloquio un po’ buttato a caso. Certo Deadpool avrebbe bisogno di un Captain America vicino ad ammonirlo con il suo “linguaggio!” e infatti negli States la visione del film è vietata ai minori di 17 anni non accompagnati, ma alla fine ci troviamo davanti una riuscitissima versione cinematografica del bidimensionale personaggio da fumetto, con sfondamenti della quarta parete e citazionismo a palate, che voi, nerd del fumetto e dei film di supereroi, vi godrete al massimo.

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L’amore è una cosa meravigliosa.

Sì, ma di cosa parla il film?

E come faccio io a dirvelo senza fare spoiler?

Vediamo, posso dirvi che la storyline si gioca su una sequenza di flashback in cui è lo stesso Deadpool a raccontarci le sue origini, il suo viaggio dell’eroe, la sua storia d’amore con Vanessa (interpretata da Morena Baccarin, già vista nella serie tv Gotham), il cancro, tutta la parte che è stata montata ad hoc per il battage pubblicitario di San Valentino (e infatti in Italia il film arriverà nelle sale il 18 febbraio, tutto regolare, no?); mentre la linea narrativa principale ci mostra un Deadpool alla ricerca di vendetta verso l’uomo che gli ha trasformato la faccia in uno scroto di cane che si è scopato un ananas marcia (o qualcosa del genere, non sono riuscita a segnarmi la citazione al volo, ci hanno fatto spegnere i cellulari, avete mai provato a prendere appunti su un quaderno al buio?) e già dai titoli di testa (tradotti male in italiano, ma comunque geniali) ci troviamo nel bel mezzo dell’azione.

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Deadpool come Atlante.

Cosa manca a questo film? Un po’ di trama, soprattutto nella parte ambientata nel presente. La storyline è ridotta all’osso e non presenta eccezionali plot twist, tutto fila liscia, persino troppo liscio e il peso della buona riuscita del film è interamente sulle spalle di Deadpool. Paradossalmente i personaggi meno importanti ai fini della trama, come Blind Al e il tassista personale di Wade sono più incisivi dei comprimari e i mutanti, Colosso e Testata Mutante Negasonica, sono poco più che figurine in movimento sullo sfondo, che non aggiungono niente se non la possibilità per Deadpool di sfotterli pesantemente (in maniera gustosa e intelligente, almeno finché non si finisce a parlare delle palle d’acciaio di Piotr), lo stesso cattivo ha (oltre a un accento fastidiosissimo nella versione italiana che dovrebbe essere inglese e finisce per somigliare a un francofono ubriaco che cerca di imitare la Regina Elisabetta mentre parla tedesco) ben poco mordente e, diciamocelo in tutta sincerità, se ci fosse stato qualsiasi altro supereroe al posto di Deadpool, questo film sarebbe stato un fiasco giusto di poco meno disastroso degli ultimi Fantastici Quattro.

Ultime importanti informazioni.

Sì, c’è il cameo di Stan Lee e, sì, è figo. Un altro sì per la scena finale.

Mi stupisce ancora che ci sia gente al mondo che esce dalla sala prima della fine dei titoli di coda. Non siate quelle persone, Deadpool ne sarebbe contrariato.

Angela Bernardoni
Toscana emigrata a Torino, impara l'uso della locuzione "solo più" e si diploma in storytelling, realizzando il suo antico sogno di diventare una freelancer come il pifferaio di Hamelin. Si trova a suo agio ovunque ci sia qualcosa da leggere o da scrivere, o un cane da accarezzare. Amante dei dinosauri, divoratrice di mondi immaginari, resta in attesa dello sbarco su Marte, anche se ha paura di volare. Al momento vive a Parma, dove si lamenta del prosciutto troppo dolce e del pane troppo salato.