A volte il passato è meglio lasciarlo dov’è

Un anno dopo la sua uscita su PlayStation 4, Dino Dini’s Kick Off Revival, il ritorno dello storico gioco di calcio del 1989, sbarca anche su PC, proseguendo l’operazione nostalgia che ha investito un po’ tutto il mondo dell’intrattenimento. Con le edizioni 2018 di FIFA e PES ai blocchi di partenza, può un titolo che ammicca così smaccatamente al passato risultare competitivo, ed una valida alternativa per la nuova stagione calcistico-videoludica? No, non può.

Più che vintage, impolverato

Il gioco conferma quanto di brutto si era visto nella versione console, visto che più che nostalgico, il ritorno di Kick Off è anacronistico. La visuale dall’alto, per quanto rievochi i gloriosi fasti di titoli come Sensible World of Soccer, bisogna ammetterlo, ha fatto il suo tempo, e passato l’idillio iniziale da tuffo nel passato, ci mette poco a venire a noia. Ma è in realtà tutto l’insieme che non va: non ha senso per i passi avanti che ha fatto l’industria videoludica ed i giochi da calcio, vedere giocatori che scivolano per 20 metri, con tanto di strisciata che rimane sul terreno di gioco per tutta la partita.

Così come non ne ha l’intelligenza artificiale degli arbitri, che solo al trentesimo (o giù di lì) intervento falloso commesso e due calci di rigore assegnati nel solo primo tempo (peraltro entrambi sbagliati da una CPU piuttosto fessacchiotta) hanno deciso di estrarre un cartellino giallo.

Gianiligi Booffon e altri animali sconosciuti

Anche volendo stendere un velo pietoso sulla (ovvia) mancanza delle licenze ufficiali, e chiudere un occhio su robe improponibili tipo l’Argentina in maglia gialla per qualche assurdo motivo, il gioco, oltre al matchmaking online 1vs1, offre due modalità di gioco: amichevole e Campionato Europeo (basato sul calendario di Euro 2016), veramente troppo poco.

Ma a fare ancora più male è l’intera concezione del gameplay di questo revival: fare tutto con un tasto è un’arma a doppio taglio. Se da un lato abbiamo un PES o un FIFA con le sue combinazioni di comandi che sfruttano praticamente ogni tasto del joypad, Kick Off riesce a complicarsi la vita da solo, risultando impreciso e confusionario anche con un solo tasto da premere.

Calcio-champagne? Macché

Per padroneggiare il gioco ci vogliono ore di allenamento, da effettuare su un tutorial che a dirla tutta è anche poco chiaro, e la noia che sopraggiunge dopo due-tre livelli superati non invoglia a proseguire. Non ci siamo, insomma: il ritorno di Kick off è un gioco assolutamente non immediato, ma che ci mette del suo per evitare di invogliare i giocatori a prenderci la mano, e presenta scelte anacronistiche e discutibili che ve lo faranno venire a noia in poche partite.

I puristi del calcio di una volta e quelli che hanno amato all’epoca il gioco originale sono le due categorie di persone cui il revival si rivolge principalmente, ma il consiglio è, nonostante il prezzo non elevato, di non lasciarsi tentare: meglio tenersi il buon ricordo di quello che è stato il vero Kick Off. Il calcio oggi è un’altra cosa.

Verdetto:

Ci piange un po’ il cuore a dirlo, ma il revival di Kick Off era brutto su console ed è brutto anche a distanza di un anno su PC. Manca di immediatezza, ha poche modalità e più che vintage risulta veramente invecchiato male. Con i due colossi di EA e Konami ai blocchi di partenza non vediamo motivi per scegliere questo gioco in questo momento. Può forse interessare ai gamer che iniziano a portare qualche ruga sul volto, ma il rischio di venire scottati, nonostante il prezzo basso, è quasi una certezza.

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.