Il Presidente di Sony, Kenichiro Yoshida, parla della dipendenza dai videogiochi: “Va presa sul serio, ci vogliono contromisure”

Qualche giorno fa vi abbiamo raccontato che l’Organizzazione Mondiale della Sanità stesse per esprimersi sulla possibilità di inserire la dipendenza dai videogiochi nell’elenco delle malattie ufficialmente riconosciute.

Ebbene, la decisione è arrivata, e nonostante le pressioni di alcuni grandi nomi dell’industria, il gaming disorder è entrato nel famoso documento ICD-11, secondo cui sarebbero affetti da tale patologia chi, a causa dell’eccessivo videogiocare, trascura vita familiare e lavorativa per un periodo di almeno dodici mesi.

Naturalmente la decisione dell’OMS porterà delle conseguenze nell’industria videoludica, visto che stando a quanto stabilito, le varie nazioni hanno tempo fino al 2022 (il documento entrerà infatti in vigore a partire dal 1 Gennaio 2022) per organizzare delle misure di prevenzione e di trattamento di tale disturbo, e dunque saranno in molti a doversi adattare ad eventuali nuove leggi, ad esempio.

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Ne ha parlato il CEO di Sony, Kenichiro Yoshida, che si era espresso anche prima che la decisione dell’OMS fosse ufficializzata, dichiarando che il problema è da prendere seriamente in considerazione, e che l’industria dovrà adottare delle contromisure.

Sony in tal senso, sempre stando a quanto dichiarato da Yoshida, starebbe già lavorando verso quella direzione: il CEO cita ad esempio il sistema di rating che classifica i videogiochi in base all’età, ed altri sistemi (per la verità non meglio specificati) che valutano i giochi secondo standard della stessa Sony.

Vedremo se le iniziative di Sony nei confronti della gaming addiction si riveleranno utili, o se l’azienda e gli altri colossi dell’industria videoludica saranno costretti ad effettuare altri cambiamenti.

Che ne pensate di questa situazione? Credete anche voi che la dipendenza dai videogiochi sia un fattore sottovalutato e che l’industria dovrebbe fare di più per combatterla? Cosa cambiereste in tal senso?

(Fonte: Comic Book)

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.