Un salto nel passato per rivivere le origini dell’irriverente serie tattica della Atlus

Era il lontano 2003 quando Nippon Ichi e Atlus portarono su PlayStation 2 il JRPG tattico noto come Makai Senki Disgaea, arrivato a noi con il nome di Disgaea: Hour of Darkness. Nel corso di questi quindici anni il brand si è creato una solida fanbase arrivando a pubblicare il suo quinto titolo, Disgaea: Alliance of Vengeance, che recentemente ha riscosso grande successo con la sua versione Complete su Nintendo Switch. Sull’onda di questo successo, Atlus ripropone nella stessa edizione il primo Disgaea, portando il gioco sia sulla console ibrida di Nintendo che su PS4, permettendo così a nuovi e vecchi giocatori di rivivere le origini della serie. Disgaea 1 Complete però non è una novità vera e propria, infatti si tratta dello stesso titolo che nel 2016 uscì su PC, e che a sua volta è una riedizione dei precedenti porting per PSP e Nintendo DS.

Il primo protagonista della longeva serie di Disgaea è Laharl, erede al trono del Netherworld, svegliato a cannonate (letteralmente) da un lungo sonno durato due anni dalla diavolessa e compagna d’avventure Etna. Laharl verrà a sapere che suo padre è morto e in assenza di un sovrano il regno è sprofondato nel caos, e i demoni hanno scatenato una guerra per impossessarsi del trono. Sarà quindi compito del principe ristabilire l’ordine tra i demoni e dimostrare chi comanda, accompagnato da una serie di personaggi assurdi e bizzarri, come l’imbranato angelo Flonne o l’esercito dei Prinny, pinguini demoniaci divenuti mascotte della saga tanto da essersi guadagnati alcuni spin-off da protagonisti. Lo trama di Disgaea non è di certo impegnativa e ricca di colpi di scena, il suo scopo è quello di divertire il giocatore, un obiettivo in cui riesce pienamente grazie ad un forte humor unito a folli personaggi e situazioni surreali. In Disgaea 1 Complete, come nelle altre riedizioni, sarà presente la Etna Mode, sbloccabile alla fine del gioco, che ci permetterà di completare nuovamente la campagna principale, ma vivendola attraverso il punto di vista della diavolessa Etna. Quest’ultima modalità purtroppo non si rivela che un mero espediente per allungare i contenuti, dato che non aggiunge niente di nuovo se non alcuni dialoghi che si rivelano abbastanza simili a quelli di Laharl. Bisogna anche considerare che Disgaea non è un gioco che ha bisogno di essere allungato inutilmente, se consideriamo che la campagna di base porterà via una ventina di ore, ma bisogna considerare le lunghe pause per preparare i personaggi e le lunghe avventure nell’Item Word, che rendono il gioco praticamente infinito.

In Disgaea controlleremo liberamente Laharl solo all’interno del suo castello, unico luogo che farà da hub e dove troveremo tutte le funzioni utili a preparare le nostre unità. Nell’hub troviamo anche il portale che ci permetterà di avviare le missioni della campagna principale, trasportandoci immediatamente al centro dell’azione su mappe isometriche dove dovremmo schierare fino a dieci unità per far piazza pulita di tutti i nemici. In questo tipo di giochi la pianificazione è essenziale, e sarà necessario prestare attenzione a quali unità schierare e come queste siano equipaggiate. Anche il campo di battaglia vorrà la sua parte di attenzione, perché oltre ai nemici ci saranno i Geo Symbol, costruzioni particolari che influenzeranno alcune caselle dette Geo Panel con bonus e malus, che dovranno essere sfruttati o eliminati per portare lo scontro a proprio favore. Anche il più piccolo errore in Disgaea può essere fatale, basti considerare che il recupero delle barre della vita e del potere è affidato ad un NPC nel castello che vorrà essere pagato in cambio dei suoi servizi, e non sempre avremmo i fondi necessari per permetterci di riportare in vita la nostra migliore unità.

Il cuore dell’esperienza di gioco si rivela nella gestione del proprio esercito di demoni, creature e altri esseri, gestione che va pianificata con cura prima di ogni battaglia, e come già detto, nell’hub troveremo tutto ciò di cui abbiamo bisogno per mettere su la squadra perfetta per ogni situazione. Si va dai classici mercanti di armi e accessori, alle più complesse funzioni della Dark Assembly o dell’Item World. Quest’ultimo ci condurrà nei mondi contenuti all’interno degli oggetti, attraverso livelli infiniti pieni di nemici. Ogni piano superato ci permetterà di acquisire livelli e potenziare praticamente all’infinito armi ed equipaggiamenti. La Dark Assembly tornerà utile per sbloccare funzioni e bonus, ma la useremo soprattutto per reclutare le truppe spendendo il mana e reincarnare i nostri personaggi. La reincarnazione riporterà le unità al livello 1 con bonus alle statistiche. Più alto il livello della unità prima della reincarnazione, più punti bonus si ottengono, e questo per ogni volta che il processo di reincarnazione viene effettuato. Se quindi volete tutti i personaggi al massimo del loro potenziale, pronti a sparare colpi da miliardi di danni, dovrete raggiungere il livello 9.999 con ognuno di essi per poi reincarnarli e ripeter il processo, più e più volte.

L’Item World e la Dark Assembly saranno i migliori alleati durante le lunghe sessioni di farming, perché Disgaea è sì un gioco semplice, ma richiede anche una buona preparazione e una buona lettura delle statistiche per essere affrontato al meglio. Nota stonata purtroppo è il bilanciamento della difficoltà, che soprattutto nella versione Complete poteva essere rivisto, si passa infatti da mappe che richiederanno una pausa quasi forzata per aumentare il livello dei nostri personaggi e degli oggetti, a mappe che si completano praticamente da sole.

L’unico vero problema di cui soffre Disgaea è l’età. Non si può certo dire che sia invecchiato male, ma il peso dei miglioramenti avvenuti nel corso della serie si fa sentire e molte meccaniche risultano ormai arcaiche per questo genere di giochi, e qualcosa poteva pure essere migliorato nella sua edizione Complete senza snaturare il prodotto originale. La telecamera risulta essere il problema più fastidioso, con uno zoom che non permette di vedere per intero le mappe più grosse, e un puntatore che sparisce fuori dai bordi della mappa. In alcune situazioni tra l’altro risulta davvero difficile riuscire a mirare ai nemici dietro i muri, costringendo a girare la mappa ottenendo l’effetto di andare a nascondere le nostre unità.  Purtroppo, Disgaea 1 Complete di completo ha soltanto il nome, limitandosi a riproporre lo stesso gioco portato su pc due anni fa, con l’unica aggiunta fine a sé stessa di alcuni personaggi ospiti dalle versioni successive sbloccabili come qualsiasi altro personaggio nella Dark Assembly. l’unico vero miglioramento che è stato fatto riguarda la grafica di alcuni sprite e dei menù, che ora presentano un restyle grafico nettamente superiore, effetto però tutt’altro che piacevole quando vengono affiancati da alcuni sprite non ritoccati e dalle mappe le cui texture sono le stesse della versione PS2, generando un senso di distacco non indifferente. Il comparto audio, già ottimo così com’è, non è stato toccato se non per l’aggiunta del doppiaggio giapponese, che risulta nettamente migliore di quello inglese.

Verdetto

Disgaea 1 Complete è un JRPG tattico duro e puro, in grado di stimolare la mente sotto più punti di vista. Peccato che il lavoro svolto su questo titolo sia stato fatto con estrema pigrizia, perché poteva davvero essere una riedizione migliore con qualche accorgimento in più. Tutto sommato però è un gioco che merita di essere provato se non avete mai messo piede nel mondo di Disgaea o se volete scoprirne le origini con una storia che saprà intrattenervi e farvi ridere dall’inizio alla fine. Se però avete già giocato a versioni precedenti, purtroppo non troverete niente di nuovo in questa versione “Complete”.

Se vi stuzzica Disgaea 1 Complete…

Se volete giocare un Disgaea senza necessariamente fare ritorno al passato, provate Disgaea 5 complete su PS4 o Switch, mentre se cercate un JRPG Tattico con ambientazione e temi più seri e impegnati, è recentemente uscito Valkyria Chronicles 4.

 

Mattia Alfani
Nato a Pescara nel'94 e diplomato in sceneggiatura alla Scuola Internazionale di Comics, dice di essere un grande appassionato di fumetti, videogiochi, cinema e serie tv, ma in realtà adora tutto ciò che è in grado di raccontare una storia, anche un semplice sasso. Ancora meglio poi se queste storie sono fantasy, horror o supereroistiche. Attualmente è alla ricerca della sua strada, saltando tra un università e l'altra, e nel frattempo da sfogo alle sue passioni scrivendone e condividendole su internet. Il suo modello di riferimento è il Dottore. Critico di natura ma non di professione, vorrebbe un mondo tutto suo, ma per ora si accontenta di quelli nei fumetti.