La via dello spettro.

Tra le novità più interessanti mostrate alla fino dello scorso anno da Sony c’era sicuramente Ghost of Tsushima. Il titolo, riprendendo un’ambientazione ricca e affascinante come quella del Giappone del secolo XIII, la stessa capace di fare la fortuna di molti altri titoli del passato, prometteva da subito di essere uno di quei giochi capaci di unire a un gameplay affascinante una trama ben concepita.

L’E3 2018 che si è svolta a Los Angeles ci ha mostrato un trailer di gameplay per questa esclusiva Ps4 realizzata da Sucker Punch, un titolo su cui Sony sembra puntare con forza nel proprio parco esclusive. Cerchiamo allora di dare un’occhiata a quello che ci aspetta una volta vestiti i panni di Jin.

Come era stato annunciato ci troviamo nel bel mezzo della prima invasione dell’impero mongolo guidato da Kublai Khan nel 1274. La storia ci insegna che l’invasione si concluse con un fallimento, in quanto sia nel 1274 che nel 1281 un uragano distrusse buona parte della flotta mongola, impedendo all’esercito di arrivare in forze sull’isola e conquistare una testa di ponte per portare avanti l’invasione. Nonostante questo per i giapponesi, legati a una concezione della guerra che potremmo definire “rituale”, si trovarono in difficoltà di fronte al numero e alle tattiche di guerra mongole, venendo costretti a respingere con tutti i mezzi possibili l’invasore.

Nonostante il destino abbia arriso al popolo del Sol Levante il prezzo da pagare fu caro, in quanto si consumarono atti di violenza da parte degli invasori. E Tsushima, isola posta tra il Giappone e la Corea, fu uno dei luoghi in cui si svolse uno primi e più cruenti atti del conflitto, conclusosi con una sconfitta per i giapponesi e il massacro di molti abitanti dell’isola da parte dei mongoli.

Assistiamo all’arrivo di Jin nei pressi di un tempio, dove giunge per cercare un monaco. I mongoli sono riusciti già a sbarcare da nove giorni e l’isola è devastata dalle scorrerie della soldataglia del Gran Khan, intenta a vessare la popolazione con ogni mezzo possibile.

Grazie alla corsa di Jin verso il tempio possiamo vedere alcune delle dinamiche più interessanti del titolo. Ghost of Tsushima si presenta come un’ambientazione open-world, in grado di mostrare dei paesaggi mozzafiato ai giocatori, una bellezza resa ancora più suggestiva dalle musiche scelte da parte dei programmatori, che inseriscono un suono di flauto tradizione in grado di evocare un climax ottimale a seconda della situazione.

Dopo una corsa a cavallo facciamo la conoscenza dei primi nemici, un gruppo di mongoli intento a torturare un abitante di Tsushima. Jin dimostra così tutta la sua abilità nella spada, affrontando e sconfiggendo i nemici. Allo stesso tempo noi possiamo farci le prime impressioni su questo gioco.

Sia le fasi esplorative che quelle legate al combattimento sembrano in qualche modo evocare The Witcher. Al momento dello scontro il giocatore dovrà alternare momenti di attacco alle parate, le quali, se eseguite con perizia, permetteranno di rompere la guardia avversaria e colpire il nemico, uccidendolo.

Subito dopo facciamo la conoscenza di un’alleata di Jin, Masako. La donna, arma di arco e katana, spiega a Jin che i mongoli stanno torturando il monaco all’interno del tempio. I due risalgono così la collina per raggiungere il luogo sacro, cosa che introduce ai giocatori le meccaniche stealth preannunciate già in passato per il titolo.

Non a caso Jin, per poter sconfiggere gli invasori mongoli, dovrà molto spesso mettere da parte il suo onore di samurai e agire nell’ombra, prendendo di sorpresa i nemici. Le fasi furtive del gioco ci appaiono piuttosto dinamiche sin dal primo momento, riuscendo a glissare su quello che può essere considerato come un difetto di questa modalità. L’esecuzione di un attacco furtivo ben eseguito sembra dare il via a una brevissima cut-scene, in cui Jin finisce il proprio nemico. Saranno presenti anche veri e propri attacchi a sorpresa, in cui il samurai potrà colpire dall’alto i propri nemici, abbattendoli senza che essi si accorgano di nulla. Gli attacchi furtivi sembra possano essere eseguiti anche in rapida successione, come mostrato nel segmento del salvataggio del monaco, in cui il samurai giustizia in rapida successione tre soldati mongoli.

Al salvataggio del monaco segue uno scontro con la nostra alleata Masako, la quale sembra voler mettere le mani sul religioso per vendicare la propria famiglia. Parte quindi uno scontro con la donna che appare come una sorta di “boss fight”. Difficile dire se la cosa possa essere davvero interpretata in questa maniera, di certo il duello con Masako impegna il nostro protagonista abbastanza duramente rispetto a tutti gli sgherri mongoli incontrati fino a quel momento.

 

 

 

 

 

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.