Garanzia, nel bene e male

Se molti di noi associano quasi inconsciamente dicembre al Natale, l’inizio della primavera a Pasqua e l’Estate alle vacanze, ogni videogiocatore, quasi indipendentemente dalla sua passione sportiva, associa settembre all’uscita delle simulazioni calcistiche.

Quando si pensa a questi tripla A annuali non si può che pensare a FIFA, titolo Electronic Arts multipiattaforma che ormai da anni la fa da padrone sulla scena, un po’ per il suo stile accattivante, un po’ per la sua giocabilità, un po’ per le continue innovazioni che cerca di proporre.

In tal senso, quest’anno più che mai la casa statunitense, leader dei simulatori sportivi, ha fatto in modo di garantire nuove features ai suoi appassionati. Dall’acquisizione dei diritti della Champion’s League e dell’Europa League, passando per nuove modalità, specie nell’offline e arrivando fino a piccoli ritocchi tecnici e di gameplay.

50 sfumature di gameplay

Partendo da un grande classico, FIFA 19 non poteva che rinnovare il FIFA Ultimate Team, FUT per gli amici, modalità multiplayer online in cui il nuovo sistema di Divisioni e partite introduttive permetterà al giocatore di iniziare a competere in leghe sempre più adatte al suo livello. Le possibilità di crescita, con la scalata delle divisioni per merito e con il nuovo sistema di ingaggio giocatori, che permette di scegliere uno tra cinque atleti proposti, sono infinite e sempre accompagnate dal guadagno di punti in-game, fondamentali per l’avanzamento e la partecipazione a tornei come la Weekend League. Da segnalare in tal senso il ritorno delle Squad Battles, partite speciali da giocare contro squadre controllate dalla CPU che ci permetteranno di acquisire Battle Points.

Se però FUT e partite multiplayer online non bastano a stuzzicare il vostro appetito, EA ha messo in serbo nuove golose modalità disponibili in offline e multiplayer locale oltre alla classica “Calcio d’Inizio”. Le novità, anche in questo caso, riguardano ogni aspetto del gameplay, permettendoci di svariare dal solito e affrontare partite: Niente Regole, in cui soddisfacendo le nostre voglie più scorrette non saranno sanzionati falli né fuorigioco; Tiri da fuori, dove le nostre prodezze balistiche dall’esterno dell’area varranno il doppio delle normali reti; Colpi di testa e tiri al volo, in cui segnare non basterà, ma sarà necessario farlo di testa e senza controllare la palla; Il primo a…, che permette di stabilire numerose condizioni di vittoria diverse per movimentare i 90 minuti e Sopravvivenza, attesa modalità simil Battle Royale, in cui per ogni rete segnata verrà espulso casualmente un giocatore dalla nostra o dell’altra squadra, fino all’ultimo uomo o all’ultimo gol.

Senza poi dimenticare una delle modalità offline più complete e amate dagli appassionati di FIFA, ossia la Carriera, che nei panni di un allenatore ci permetterà di gestire il cammino della nostra squadra preferita, anche in Champion’s League. Presenti in tal senso miglioramenti nella gestione delle trattative e del budget, inserimento clausole di ogni genere e sempre maggiore libertà nella scelta dell’indirizzo societario.

Così sentito e atteso da esulare dalle normali modalità di gioco, troviamo ancora una volta la possibilità di goderci Il Viaggio, forse l’intuizione più geniale e remunerativa tra quelle proposte in FIFA negli ultimi anni. Continua la strada verso il successo di Alex Hunter, che quest’anno, affiancato da sua sorella Kim e dal suo amico Danny Williams, ci vedrà capaci di alternare i tre protagonisti giocabili, calandoci in atmosfere del tutto diverse e spezzando l’incombente rischio di monotonia. Esperienza che nonostante la ripetitività, scelte molto scriptate e caricamenti sempre presenti, rimane più che godibile e interessante da giocare.

Matti per l’azione

Se è vero che la spettacolarità e l’immediatezza sono da sempre marchi di fabbrica del titolo, è altrettanto vero che ogni anno vengono aggiunte piccole innovazioni e finezze tecniche per aumentarle e migliorarle. Tra le caratteristiche principali di questa evoluzione in FIFA 19 troviamo le Finalizzazioni a tempo, che permettono un ulteriore controllo del tiro tramite una pressione temporale, al fine di rendere precisi anche i tiri più improbabili (e se sbagliamo, imprecisi quelli più probabili) e il sistema di Tocco attivo, che intende aggiungere realismo e maggiore imprevedibilità al contatto tra il piede e la palla, specie in prima battuta. Altra innovazione risiede nel sistema Contrasti 50/50, che permetterà la risoluzione degli stessi non solo considerando le statistiche di ogni giocatore, ma sfruttando un più realistico contatto con la sfera ed un maggiore fattore aleatorio. Ultime ma non ultime, le Tattiche Dinamiche, caratteristica fondamentale per cambiare l’assetto della propria squadra in corsa e arma in più per contrastare il cambiamento delle scelte tecniche dell’avversario. Ognuna di queste caratteristiche contribuisce a velocizzare un gameplay che anche quest’anno sembra più che mai votato all’azione, dove per azione non si intende la manovra di gioco ma la frenesia dei movimenti e dell’incedere del gioco stesso.

Dal punto di vista squisitamente tecnico invece, in particolare grafico, non possiamo né lamentarci né gridare al miracolo. Il Frostbite di DICE, succeduto all’Ignite a partire da FIFA 17, continua a svolgere diligentemente il suo lavoro. Migliorie sono state apportate dal punto di vista tecnico rispetto all’anno scorso, specialmente sugli spalti, sull’erba del campo e sul riflesso del cielo sulla stessa, ma la discrepanza tra i curati tratti dei giocatori più noti e i più trasandati tratti di tutti gli altri, così come piccoli problemi nelle movenze degli atleti, ancora troppo comuni, ancora non ci convince.

Non tutto oro

Proprio in merito al gameplay, se fino ad ora abbiamo elencato ed elogiato le molte novità introdotte, adesso non possiamo esimerci dal valutare gli aspetti che meno ci hanno convinto del titolo EA. Nonostante la continua paventata ricerca di realismo e fedeltà al gioco del calcio, FIFA sembra ancora una volta molto più simile a sé stesso che allo sport di cui dovrebbe essere simulatore. La già citata frenesia, unita a traiettorie di cross e tiri che troppo spesso sembrano irreali e funzionali al successo dell’azione e ad una manovra di gioco fin troppo rapida e immediata, non restituiscono quel senso di autenticità che ci saremmo augurati. Il titolo risulta spesso quindi votato allo spettacolo e all’appagamento del senso più estetico e stilistico del gioco del calcio, tralasciandone gli aspetti più macchinosi, e per questo noiosi. Dopotutto, quella di EA sembra essere una scelta ben precisa e in quanto tale va rispettata, privilegiare il divertimento più immediato e cimentarsi nel calcio delle stelle, fatto da sombreri e biciclette più che da contrasti e marcature.

Verdetto

Al netto delle molte novità e migliorie, che arricchiscono un già ricco parco di opportunità, il titolo ha saputo regalarci tutto ciò che ci aspettavamo e qualche perla in più. Con tutti i suoi pro e contro, questo FIFA 19 si inserisce perfettamente nel processo evolutivo della serie, restituendo all’appassionato molte ore di divertimento con una buona varietà sulle attività di gioco, a garanzia di un’esperienza decisamente più variegata e ricca di qualsiasi altro competitor. Seppur a tratti poco convincente dal punto di vista simulativo, FIFA rimane un titolo più che appetibile e ricco di stimoli, curato dal punto di vista tecnico e del gameplay. In conclusione, se si ama il calcio delle stelle più che quello dei campetti di periferia, se ci si vuole divertire con gli amici sbizzarrendosi nelle più strane modalità, FIFA è certamente il gioco che fa per voi.

Giulio Donnangelo
Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a videogiocare. Classico PC gamer che ama farlo notare ogni volta esce un'esclusiva su Console, ma muore un po' dentro. Giochi di qualsiasi tipo, anche da tavolo, Film, Serie TV e altre cose poco interessanti. Universitario nel tempo libero.