E a te che rimarrai con Hogwarts fin proprio alla fine

Di videogiochi e applicazioni sul mondo di Harry Potter ne sono stati fatti tanti negli ultimi anni e non c’è da stupirsi considerando la risonanza mastodontica che ha avuto il maghetto più apprezzato di tutti i tempi. Quello di Harry Potter, lo sappiamo, è ormai un brand che coinvolge tante generazioni differenti e che continua, per fortuna, a portare verso di sé giovani fan.

Proprio per questo è stato deciso di creare un nuovo videogioco, questa volta in app, che potesse riportare tutti gli appassionati nel magico mondo di Hogwarts, facendo incontrare nuovamente i professori che abbiamo tanto amato e odiato e riproponendo quelle ambientazioni che sono state parte integrante della nostra infanzia e adolescenza.

L’idea alla base di Hogwarts Mystery è infatti molto buona: quella che ci viene proposta è una sceneggiatura originale supervisionata da J.K. Rowling in persona e ambientata in un’epoca antecedente all’arrivo di Harry alla scuola di magia.

Il nostro protagonista, che andremo a creare e di cui sceglieremo il nome, è un giovane maghetto o strega che sta per accedere al suo primo anno a Hogwarts: il gioco inizia infatti a Diagon Alley dove avremo l’occasione di sperimentare e provare la prime missioni con dei piccoli tutorial ambientati al Ghirigoro o da Olivander.

Ciò di cui ci si rende subito conto è che Hogwarts Mystery ha la sua lore principale che si distacca totalmente dal brand pur proponendo comunque le atmosfere e i personaggi che abbiamo imparato ad amare. La trama è infatti incentrata sul nostro protagonista che deve scoprire che cosa sua successo al proprio fratello: o meglio perché sia stato espulso da Hogwarts. Tutto questo lo deve fare destreggiandosi tra varie lezioni e sfide con i suoi compagni.

Da qui la terminologia Mystery: oltre a scoprire il vero motivo dell’espulsione del tanto amato parente il nostro personaggio dovrà anche svelare i segreti che la famosa scuola nasconde.

Seguite le micro-transazioni… non poteva essere seguite le farfalle?

Harry Potter – Hogwarts Mystery è fondamentalmente un punta-e-clicca con degli elementi da RPG, non permette di esplorare liberamente la scuola e ha una trama del tutto lineare. Questo, però, significa che spesso ci ritroveremo davanti a delle scelte e che allo stesso tempo potremo “livellare” le nostre caratteristiche di base che si dividono in coraggio, empatia e conoscenza. In base a queste ultime saremo in grado di eseguire determinate interazioni che avranno sempre delle conseguenze, come la creazione di nuove amicizie o rivalità.

Se il sistema di levelling è molto semplice così sono anche le meccaniche che si basano quasi unicamente sul “tappare” determinati oggetti per caricare la barra di energia. Altre azioni che ci verranno richieste saranno per esempio di disegnare sullo schermo una determinata figura permettendo così al nostro personaggio di eseguire un incantesimo. Tornando invece al caricamento della barra di energia arriviamo al più grande e ci viene da dire, terribile, difetto di questo gioco.

Infatti, per ogni “tap” effettuato sulle suddette barre sarà richiesto un dispendio di energia. Alle volte dovremmo tappare quattro volte, ma andando avanti con i livelli e nella trama ci verrà richiesto addirittura il dispendio di una ventina di cariche base di energia.

Adesso, perché è così grave? La risposta è molto semplice: per ottenere una singola carica di energia bisogna aspettare quattro minuti, questo significa che ogni volta che esauriremo le icone con i fulmini dovremo per forza aspettare oppure saremo costretti a comprarle effettuando le tanto odiate micro-transazioni.

Adesso in molti potranno dire: “vabbé, aspettiamo”. Ed è proprio qui che questo gioco che poteva segnare una svolta nei titoli di Harry Potter per smartphone, cade come un pesce lesso.

Sembra infatti che il sistema di micro-transazioni sia stato studiato appositamente per costringere le persone che vogliono continuare l’avventura a pagare per forza.

Il motivo è molto semplice: per ogni missione che dovremo affrontare avremo un tempo limitato che può variare da un’ora alle dieci ore. Le missioni più difficili richiederanno un dispendio di energia altissimo e il limite massimo di icone con il fulmine che possiamo avere almeno all’inizio è di ventiquattro. Questo significa che a un certo punto sarà matematicamente impossibile riuscire a proseguire il gioco senza pagare.

Harry Potter – Hogwarts Mystery non offre veramente una scelta, già dopo un’ora di gioco vi renderete conto che sarà impossibile completare una missione senza effettuare almeno una micro-transazione per rifornirvi dell’energia che vi manca.

Dopo questa scoperta il gioco, purtroppo, cade a capofitto rivelandosi una grande delusione per tutti coloro che vorrebbero giocare, ma non vogliono essere costretti a pagare. Ovviamente niente è gratuito, ma è molto probabile che la maggior parte delle persone preferirebbero pagare per acquistare un gioco piuttosto che essere costretti a pagare a posteriori.

Un’occasione volutamente sprecata

A fronte di un gioco che poteva essere veramente ottimo grazie alla sua ambientazione e alla grafica in stile cartoon piacevole e che coglieva in pieno le atmosfere della famosa scuola di magia ci siamo ritrovati di fronte all’obbligo di dover forzatamente pagare anche solo per poter godere della trama principale.

Inutile dire che soltanto chi è disposto a spenderci qualche soldo potrà veramente sapere come va a finire la storia che, nonostante tutto, è veramente interessante e ben studiata.

Se non fosse stato per questo “pay-to-play” il gioco sarebbe risultato senza dubbio interessante considerando anche la qualità delle animazioni molto ben curate e alle volte addirittura cinematografiche: nonostante la semplicità delle meccaniche è indubbio che l’effetto visivo sia ben riuscito. Stesso discorso vale per la colonna sonora che riprende senza dubbio tutte quelle track tipiche dei vecchi videogiochi e dei film.

Verdetto

Harry Potter – Hogwarts Mystery sarebbe un gioco valido, ben strutturato, con una sceneggiatura originale e coinvolgente se non fosse per uno studiato sistema che obbliga inesorabilmente a effettuare delle micro-transazioni anche solo per poter continuare a giocare.

Proprio per questo è indubbio che tantissime persone non vorranno spendere i loro soldi soprattutto sentendosi obbligate e il gioco, in questo modo, a lungo andare, non avrà il successo sperato essendosi rivelato soltanto una trovata a livello di marketing.

Sara Tamisari
Romana, laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice e Social Media Specialist per Stay Nerd ed esploratrice di galassie lontane nel tempo libero. Libri e videogiochi sono la sua passione. Quelli belli. Quelli di Fantascienza, quelli che affrontano tematiche LGBT, quelli che portano a una maggiore consapevolezza di se stessi. Diventano ossessione, tanto che scriverci sopra è ormai indispensabile. Founder di AndroideClandestina.com: l'ossessione diventa blog.