Ghost ‘n goblins capovolto

Nintendo Switch si è voluta proporre sin dal suo lancio come una console per videogiochi tout court e non semplicemente come il classico device della casa nipponica la cui sola ragione d’esistere è quella di regalarci ore di goduria con l’ennesima versione di Zelda o Super Mario. Abbiamo visto, infatti, approdare su questa console titoli come Skyrim e Dark Souls e farsi strada nella line up di casa Nintendo con un misto di stupore e inaspettato piacere.
Era lecito a questo punto chiedersi come il catalogo dell’e-shop si sarebbe evoluto per dare spazio a titoli non propriamente AAA ma che, come in ogni altra console casalinga per giocatori di primo pelo, catturassero lo spirito indie e mettessero a disposizione di palati più fini una varietà sicuramente più raffinata. Anche da questo punto di vista Switch non ha smesso di sorprenderci, proponendo una serie di giochi che si rivolgono ad un pubblico più maturo e smaliziato. A hole new world, coniugando uno stile retro con delle meccaniche in puro stile anni ’80, entra di diritto trai i ranghi di questa schiera, conferendoci un salto nostalgico nel passato con alcuni accorgimenti volti a non far storcere il naso ai giocatori più moderni.

Le premesse sono piuttosto classiche: il giocatore veste i panni di un non meglio specificato maestro di pozioni che si troverà a dover liberare Versee dalle grinfie del malvagio Lord Baduk, sconfiggendo i suoi scagnozzi a suon di intrugli magici. Chi ha avuto modo di giocare ad un qualsiasi run n gun platformer degli anni ’80 saprà benissimo che non ci si può aspettare una trama estremamente complessa, tanto meno un approfondimento psicologico dei personaggi. A Hole new world, preservando intatto quello spirito, usa la storia di base come pretesto per dare una blanda motivazione al giocatore per muoversi da quadro a quadro senza la pretesa di voler raccontare alcunché di innovativo.

Stesso discorso per quanto riguarda l’ambientazione e la caratterizzazione dei luoghi che ci troveremo ad attraversare: tra foreste infestate, castelli e i particolari colori del mondo sottosopra che spiegheremo tra un po’ la sensazione di un tuffo nel passato è aumentata a dismisura, creando una sorta di bilanciamento tra Deja vu ed effetto sorpresa. C’è da dire che i ragazzi di Mad Gear Games si sono concessi qualche licenza poetica con alcuni siparietti che tendono a sdrammatizzare i toni cupi del titolo e in un certo senso fanno il verso ai giochi da cui A Hole New World trae ispirazione. Abbastanza emblematico è quanto accade in una delle celle del dungeon iniziale: due ignari castellani sono alle prese con una sfida di Go e si ritrovano con un demone che letteralmente gli ribalta il tavolo.

Come per il resto del titolo anche il gameplay prende spunto da titoli run n gun con qualche spruzzata di ammodernamento che attutisce la frustrazione, fedele compagna di tutti i bambini degli anni ottanta che si avvicinavano a questo genere su NES o in qualche sperduta sala giochi. Lo stick analogico controlla il nostro personaggio mentre uno dei tasti permette al nostro eroe di saltare per evitare ostacoli o raggiungere piattaforme rialzate. Un altro tasto invece è adibito al lancio delle pozioni, il mezzo prediletto dal maestro per sbarazzarsi della minaccia nemica. Come da manuale, il gioco è completamente focalizzato sull’abilità di calibrare salti e colpire i nemici con le pozioni, con un leggero grado di difficoltà aggiuntiva data dal fatto che il lancio delle ampolline magiche segue una parabola invece di viaggiare in linea retta.

La vera novità è introdotta dal mondo sottosopra. Diversamente da quanto accade in quasi tutti i titoli di questo genere, cadere in uno dei “vuoti” presenti del livello non è solo possibile ma necessario: infatti per superare alcuni punti della mappa è fondamentale lanciarsi nei buchi nel terreno e sfruttare la forza di gravità inversa, per atterrare sulle piattaforme presenti nel mondo capovolto. Questa alternanza tra Versee e sottosopra nel quale i controlli sono invertiti crea dei puzzle estremamente divertenti e impegnativi, che metteranno a dura prova le abilità (e i nervi) dei giocatori.

Per il resto il titolo si presenta come piuttosto lineare e molto più vicino ai run and gun che ai metroidvania, nonostante lo stile e l’ambientazione potrebbero far pensare il contrario. Sotto tono le boss battle che risultano a tratti ripetitive e mal bilanciate, richiedendo una cospicua serie di tentativi prima di essere superate. Per fortuna Mad Gear Games ha pensato bene di introdurre un sistema di salvataggi abbastanza moderno e, nonostante il nostro eroe abbia un numero preciso di vite, ad ogni morte ci ritroveremo o riportati al più vicino checkpoint o, in caso di boss battle, all’esterno della stanza/dungeon nel quale stava avvenendo il combattimento.

 

a hole new world recensione

Verdetto:

In conclusione A hole new world è un titolo che è rivolto ad un pubblico piuttosto di nicchia e fa gola a quei giocatori che, amando i run and gun, non vogliono ripetere per l’ennesima volta i titoli che hanno consumati ma sono alla ricerca di una ventata di aria fresca. In questo senso l’opera di Mad Gear Games risponde piuttosto bene, riuscendo a trovare un buon feeling con la console di casa Nintendo e riproponendo una nota nostalgica con una certa fedeltà e rispetto. Per tutti gli altri il titolo potrebbe risultare ostico, non bilanciato e in un certo senso povero soprattutto per quanto riguarda le meccaniche di gioco e la varietà del mondo: A hole new world infatti non propone un set variegato di ambientazioni e potrebbe essere completato in pochissime ore se non fosse per la difficoltà decisamente sbilanciata di alcune boss battle.