Square–Enix ci ha provato, con la sua Fabula Nova Cristallis, a creare una (mini) serie di Final Fantasy organici tra loro. Ovviamente è andato tutto a bagno, grazie ad un Final Fantasy XIII, e figli, che hanno avuto come unico lascito l’aver reso Lightning una modella di Luis Vuitton, un Final Fantasy Type-0 che in occidente è uscito in ritardo e sulle console sbagliate, e Versus XIII che semplicemente ora si chiama Final Fantasy XV. Ci hanno provato, e non ci sono riusciti, a rilanciare una serie che è ormai da anni l’ombra di quello che era. I prossimi capitoli lasciano ancora qualche dubbio, ma cerchiamo di essere positivi. Avete presente quando siete single, bevete un bicchiere di vino di troppo, e non sapendo a cosa attaccarvi mandate un messaggio alla vostra ex? Ecco, facciamo la stessa cosa con la serie di Sakaguchi: non sappiamo se in futuro ci innamoreremo di nuovo, quindi ricordiamo le emozioni vissute in passato.

Final Fantasy IV

Palom e Poron sono due bambini di cinque anni, probabilmente i più giovani personaggi della saga di Final Fantasy, rispettivamente un mago nero ed un mago bianco. Ovviamente fanno una pessima fine, altrimenti non starebbero in questa lista di momenti toccanti. Infiltratosi nel Kingdom of Baron, ad un certo punto il nostro party si troverà in trappola, con le pareti della stanza che lentamente si chiudono ai fianchi dei nostri eroi per schiacciarli. A questo punto i piccoli e potenti maghi decidono compiere l’estremo sacrificio, tramutandosi in statue per bloccare le pareti e salvare Cecil. I plot twist non sono una novità nella serie, ma far morire così, da eroi, due bambini nell’arco di pochi secondi è davvero un bello schiaffo al giocatore. 

Final Fantasy V

La morte di Galuf è, oltre ad un momento molto toccante, un ottimo esempio di come non servono filmati o dialoghi, ma basta sfruttare altre cose più strettamente legate al gameplay per far arrivare qualcosa di emotivamente travolgente al giocatore. Galuf infatti si scontra in una battaglia automatica estrema con ExDeath per salvare la nipote Kriel. I risultato è un normale scontro di un Final Fantasy dell’epoca, in cui l’avversario continua a colpire con attacchi di enorme potenza Galuf, il quale però anche con zero punti vita rimane in piedi animato dalla volontà di proteggere la nipote. Riuscirà nel suo intento, ma non sopravvivrà.

 

 

Final Fantasy VI

“Quel giorno, il mondo cambiò per sempre”. Con questa frase si chiude la scena della distruzione del mondo ad opera di Kefka, nevrotico villain di Final Fantasy VI. Dopo aver scoperto la Warring Triad, un trio di divinità, Kefka decide di riportarle in vita, e ci riesce e nonostante il tentativo di Gestahl di fermarlo perché consapevole degli effetti che scaturirebbero dalla cosa. Il risultato è una scena che, nonostante gli ovvi limiti tecnici del Super Nintendo, rende benissimo l’idea di distruzione del mondo. Il continente principale di Final Fantasy VI viene così disintegrato in diverse isole, ben rappresentato in chiusura dalla terra vista dallo spazio, martoriata dalle esplosioni.

 

Final Fantasy VII

Tra i tanti momenti tristissimi della saga di Final Fantasy quello sicuramente più famoso è la morte di Aerith. Con una cattiveria che a confronto le ecatombi che mette in piedi Martin sono una puntata di Pingu, in Final Fantasy VII il gioco ci dà giusto il tempo di affezionarci, di sperare in una storia d’amore con Cloud, per poi far finire Aerith trafitta da una spada nelle prime ore del gioco. Oltre al danno la beffa, perché chiunque avesse deciso di utilizzarla come healer del gruppo avrebbe poi dovuto trovarsi un altro curatore. Si ricordano con affetto tutte le leggende metropolitane sui metodi per farla resuscitare, che vanno di diritto ad affiancarsi a quelle sulla cattura di Mew e sulla mai avvenuta morte di Elvis.

 

Final Fantasy VIII

Ballo

A vederla oggi probabilmente non rimarremmo troppo impressionati dalla computer grafica della scena del ballo di Final Fantasy VIII. All’epoca però era una cosa incredibile, soprattutto se pensiamo che si arrivava dal design deformed del settimo capitolo. Squall e Rinoa sono in una sala da ballo, lui in uniforme e lei con un vestito elegante bianco: vedono una stella cadente e poi si guardano, lei sorride e lo trascina in pista. Le ombre sul pavimento lucido che riflette la sala, la ricchezza dei modelli dei personaggi, e forse ancora di più  la musica di Uematsu, concorrono a creare una situazione che oltre a mostrare le capacità tecnologiche di Squaresoft fa sognare al giocatore fin dall’inizio del gioco una storia d’amore da sogno…

Bacio finale

…Storia d’amore che poi effettivamente arriverà, nonostante dovremo aspettare di arrivare a ridosso dei titoli di coda. Finalmente è tutto risolto, e nel garden fluttuante Squall e Rinoa sono su una balconata esterna, mentre all’interno si festeggia. Come prima del ballo di cui abbiamo appena parlato, una stella cadente solca il cielo. Squall prende Rinoa per mano, la porta a se, e dopo cinquanta ore passata a urlare allo schermo del televisore nella speranza che si baciassero, finalmente la bacia. Negli JRPG ci mettono sempre un po’ a fare la prima mossa.

 

Final Fantasy X

Bacio

Il bacio subacqueo di Final Fantasy X fa il paio con quello dell’ottavo capitolo. Ore ed ore ad aspettare che Tidus capisca che Yuna è interessata trovano coronamento in una scena davvero eccezionale, dove nella notte i nostri eroi si perdono nell’acqua, e in un bacio, tenendosi per mano, guardandosi ed accarezzandosi. Il punteggio maggiore va come sempre a Uematsu, e anche a RIKKI in questo caso, per Suteki da ne che fa da sottofondo ad una delle scene d’amore più toccanti della saga.

 

Abbraccio / Finale

Dopo tutte le peripezie affrontate, e dopo aver sconfitto Sin, finalmente il giocatore spera che la storia tra i Yuna e Tidus possa prendere il via, tra figli, vita felice e tante nuotate, perché così vanno le cose in Final Fantasy X: si nuota. Invece Tidus comincia a scomparire, Yuna prova ad abbracciarlo ma gli passa attraverso cadendo. Tidus quindi riesce ad abbracciarla un’ultima volta, da dietro, dopo che la ragazza gli ha detto di amarlo, per poi attraversarla e lanciarsi dall’aeronave. Come al solito la colonna sonora dà al giocatore lo schiaffo finale.

 

Final Fantasy VII Crisis Core

La morte di Zack è un momento fondamentale nell’economia di Final Fantasy VII, da intendersi in questo caso come saga, ed è presente sia nel gioco originale sia in Crisis Core. Dopo essere stato un soldato di primo livello della Shinra, Zack viene rinchiuso e ed usato come cavia. Una volta riuscito a fuggire decide di tornare a Midgar per ritrovare la sua amata, Aerith. Muore sulle colline antistanti la città, ferito a morte dall’esercito della Shinra. Da lui Cloud riceve la Buster Sword, e il compito di portare avanti la sua eredità, anche proteggendo Aerith.

Final Fantasy Type 0

Type-0 parla di guerra, in modo grave, senza edulcorare le cose ma anzi prendendo ripetutamente a pugni il giocatore. Già dal filmato iniziale si comincia a soffrire, e il cambio di registro rispetto agli altri Final Fantasy è evidente dal diverso trattamento riservato al chocobo: riverso a terra e coperto dal suo stesso sangue. Nel tentativo di aiutare il suo padrone infatti l’animale è rimasto ferito, senza neanche riuscire nel suo intento. Nella guerra i simpatici polletti gialli non sono più infatti dei graziosi aiutanti, ma le vittime dello stesso massacro riservato agli esseri umani. Nonostante gli aiuti degli alunni della classe 0, i due rimarranno distesi al suolo, agonizzanti, ad attendere la morte.

Luca Marinelli Brambilla
Nato a Roma nel 1989, dal 2018 riveste la carica di Direttore Editoriale di Stay Nerd. Laureato in Editoria e Scrittura dopo la triennale in Relazioni Internazionali, decide di preferire i videogiochi e gli anime alla politica. Da questa strana unione nasce il suo interesse per l'analisi di questo tipo di opere in una prospettiva storico-politica. Tra i suoi interessi principali, oltre a quelli già citati, si possono trovare i Gunpla, il tech, la musica progressive, gli orsi e le lontre. Forse gli orsi sono effettivamente il suo interesse principale.