Grazie a Bao Publishing abbiamo finalmente il graphic novel del meraviglioso cortometraggio vincitore di un Oscar nel 2015.

“Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, diceva qualcuno.
Il piccolo protagonista di questa storia certo non ha poteri, ma il mulino ereditato dal padre che deve controllare e mantenere in funzione da solo è sicuramente una grossa responsabilità: la diga e il mulino a vento costruito in essa servono a tenere lontana una minacciosa nebbia nera che distrugge e manda in rovina tutto ciò su cui si posa. Il maialino antropomorfo protagonista è il guardiano della diga, incaricato di assicurarsi che tutto continui a funzionare, proteggendo così il suo paese.

Robert Kondo e Daisuke Tsutsumi sono gli autori di questo graphic novel, la cui storia nasce in realtà come cortometraggio prodotto dallo studio dei due ex animatori Pixar, la Tonko House. Kondo e Tsutsumi hanno lavorato in passato a film quali Monsters University e Toy Story 3 e con questa piccola perla animata hanno saputo raggiungere nuovamente gli Oscar, vincendo la statuetta per il Miglior Corto animato nel 2015.

L’opera cinematografica e quella stampata presentano dunque lo stesso stile grafico e gli stessi temi, discostandosi tra loro solo per quanto riguarda l’approfondimento di questi ultimi. Si può dire, infatti, che il cortometraggio sia diventato una sorta di premessa al graphic novel, che ne riprende alcuni elementi, come l’amicizia tra il Maiale e la Volpe divenuta sua amica dopo le vicende del corto.

All’inizio dell’opera cartacea vediamo l’amicizia tra i due ormai ben consolidata, mentre l’ambiente circostante è rimasto immutato: il paese è sempre protetto dalla diga costruita tempo addietro dal padre di Maiale (gli animali vengono chiamati semplicemente col loro nome generico), che viene ancora preso in giro e isolato da tutti eccetto Volpe. Nell’introdurre questo nuovo inizio, troveremo riutilizzati alcuni frame del corto, ma i disegni di Toshihiro Nakamura e Brandon Coates rendono impercettibile la differenza tra questi e le nuove immagini, ricreando la stessa atmosfera in cui i colori caldi erano predominanti e accompagnavano la vitalità del piccolo paese che Maiale protegge costantemente con dedizione quasi ossessiva.

In opposizione a questi, c’è la nebbia oscura al di là della diga, che come un’onda si ritira per tornare poi più forte e che simboleggia i sentimenti negativi come depressione, solitudine e altre emozioni desolanti che il povero Maialino prova e continua a provare nonostante la vicinanza della sua amica Volpe.
Il contrasto tra luce e ombra nell’animo di Maiale è evidente così come la divisione tra il mondo del paesino, chiuso nella sua valle, e quello esterno, i cui colori, infatti, cambiano drasticamente per evidenziarlo: il mondo fuori dal paese è semplicemente una landa desolata, da cui sembra esser stata assorbita ogni energia vitale, fatta di sfumature di grigio, nero e bianco. Un’immagine che, associata ai ricordi tormentati del povero Maiale rimasto orfano, esprime bene la profonda inquietudine e “oscurità” che lo attanagliano.

Sin da principio tale inquietudine ci viene sbattuta in faccia con le prime tavole, che con rapide pennellate e accenni a pochi elementi essenziali, ci mostra tutto ciò che essa provoca: dolore, senso di vuoto e di perdita. La nebbia, dunque, rappresenta essenzialmente i demoni interiori che Maiale ancora non ha avuto il coraggio di affrontare dopo la tragica scomparsa del padre, oltre al disagio di avere un grosso fardello sulle spalle, cosa che sembra non importare a nessuno del paese, dimentico dell’esistenza del suo guardiano. L’immensità di tale angoscia viene spesso rappresentata con tavole che occupano tutta la pagina e che danno tutta la sensazione di quelle scene mute di pura contemplazione del proprio dolore presenti nel cortometraggio (nel quale inoltre non è presente alcuna voce, se non quella interiore di Maiale all’inizio).

Nonostante queste tematiche piuttosto dark e l’inizio lento, presto lo sviluppo favolistico e fiabesco dell’azione ribalterà le modalità di narrazione, dando spazio ai nuovi ambienti del mondo sconosciuto per intere pagine illustrate, una dietro l’altra, in cui seguiamo il viaggio di questi animaletti antropomorfi. Infatti, per quanto le premesse siano le stesse, gli autori decidono di svilupparle dando vita ad un’avventura che porta i due piccoli amici a ritrovarsi nel bel mezzo della nebbia, dopo che questa distrugge impetuosamente il mulino che la teneva lontana. Inoltre, insieme a loro, viene introdotto l’antipatico Hippo, compagno venuto in visita insieme a Volpe da Maiale e ritrovatosi coinvolto, suo malgrado, a vagare con loro dall’altra parte della diga, dopo che la nebbia si è momentaneamente ritirata. La lucertola Van, altro nuovissimo e stravagante personaggio, è altrettanto ben caratterizzato e diviene il classico “aiutante”, nel rispetto della tradizione della favola, fungendo da motore della storia insieme ai desideri degli altri personaggi.

Verdetto

I due ex animatori Pixar fanno centro con una delicata storia sulla perdita e il suo superamento, fatto di conflitti interiori, sofferenza ed esperienze da cui si può comunque imparare qualcosa per poter continuare a vivere nonostante tutto. La storia si interrompe con una rivelazione che potrebbe portare a diversi risvolti, soprattutto per quanto riguarda Maiale e il suo ruolo di guardiano, e lascia quindi col fiato sospeso proprio come un perfetto romanzo d’avventura e di formazione, nel quale sarà l’amicizia a regalare di nuovo un barlume di speranza per una vita migliore.

A seguire uscirà un secondo volume ma, per avere una visione completa, il consiglio è di vedere prima il corto animato, per poi passare alla lettura di questo primo volume, in cui ritrovare le stesse tematiche profonde in chiave rivisitata ma non per questo meno coinvolgente e, anzi, di elevata qualità artistica e narrativa.

 

Se vi piace il Guardiano della diga…

Se volete rimanere nelle atmosfere del microcosmo di un paesino, vi consigliamo Vagabondaggi dell’autrice cinese Zao Dao, in cui sono raccolte storie brevi della sua infanzia e adolescenza sullo sfondo del suo paese natio; se invece preferireste un’avventura dai toni fantasy, straconsigliato è I kill giants, di cui recentemente Netflix ha proposto l’adattamento cinematografico. Entrambi editi sempre da Bao Publishing!

il guardiano della diga

Alessia Trombini
Torinese, classe '94, vive dal 2014 a Treviso e si è laureata all'università Ca' Foscari di Venezia in lingua e cultura giapponese, con la fatica e il sudore degni di un samurai. Entra in Stay Nerd nel luglio 2018 e dal 2019 è anche host del podcast di Stay Nerd "Japan Wildlife". Spende e spande nella sua fumetteria di fiducia ed è appassionata di giochi da tavolo, tra i quali non manca di provare anche quelli a tema Giappone.