Virtuale contro realtà

Cercare di raccontare quale sia il fascino che si cela dietro ai giochi di ruolo per i videogiocatori (e non solo) di oggi, potrebbe non sempre essere facile.

Dopotutto provare a spiegare qualcosa di apparentemente illogico, come la scelta di isolarsi dal resto del mondo per provare a vivere in uno dove spesso convivono violenza e scenari ancora più crudi della nostra realtà, non è cosa da poco.

Forse tutto sta nella sensazione di potersi sentire finalmente fautori del proprio destino, capaci di controllare eventi che, nel mondo reale, sono senz’altro fuori dalla nostra portata. Sicuramente questo è uno dei motivi di fascino dei MMORPG su cui si incontrano i videogiocatori al giorno d’oggi, oltre alla sana necessità di evasione insita in (quasi) tutti gli esseri umani. Quella fuga del prigioniero di cui aveva parlato lo stesso Tolkien ai suoi tempi.

E su questo sembra basarsi anche Intermundia Genesis, opera di Giorgio Catania, un romanzo che non a caso esce poco dopo l’approdo nelle sale di Ready Player One, sull’onda di un argomento caldo, insomma, e che potrebbe essere la base per una buona riflessione da un punto di vista sociale.

Siamo nel 2031, in uno scenario non troppo diverso dal mondo di oggi, dove il gioco di ruolo online più popolare è Intermundia, un titolo di realtà virtuale articolato in tre diversi mondi: Genesis, Exodus e Apocalypsis. L’immersione totale in questo mondo è permessa dal visore Virtual 5ense, capace di replicare nel mondo videoludico i cinque sensi umani.

È in questo gioco che facciamo la conoscenza di Mar, un giocatore che è ormai giunto al livello 99 con il proprio evocatore. Dopo una quest non molto fortunata, Mar viene convocato da Tanaka, uno dei Guardiani di Intermundia, un amministratore che gli affida una missione: scovare e colpire con il ban un gruppo di giocatori che hanno sfruttato le falle dovute al nuovo aggiornamento.

La premessa della trama è abbastanza semplice. Mar viene scelto in quanto è il miglior giocatore di Genesis, avendo alle spalle moltissime ore di gioco, un gran numero di quest completate e un numero di decessi decisamente basso. Per fare questo gli verrà affidata una squadra, composta dai migliori giocatori del GdR con i loro pittoreschi avatar.

Il primo aspetto da cui partire quando si analizza un’opera di genere fantastico è sempre l’ambientazione. In questo caso ci troviamo di fronte a un mondo strutturato molto bene quando si parla delle regole del gioco, molto meno quando si parla del regno di Rëganõn. La cosa è funzionale al romanzo, ma per gli amanti del fantasy tout court potrebbe costituire una delusione il fatto di trovarsi di fronte a un mondo che, a conti fatti, risulta piuttosto abbozzato.

La trama è lineare e si sviluppa senza scossoni o buchi, risultando piacevole nella lettura, ma poco adatta a persone che non abbiano masticato parecchie ore sui GDR online. Certo, l’autore è venuto incontro anche ai lettori privi di questa passione, annotando tutte le sigle e i termini tipici del gioco, cosa che permette di evitare (quasi sempre) la presenza di infodump nel testo. Tuttavia questo potrebbe non bastare se alla base della lettura non esiste una forte passione per il genere videoludico, da cui questo romanzo è stato tratto. Oltre a questo si potrebbe etichettare qualche scena come fanservice, mettendo a disposizione del lettore alcuni dettagli un pochino più piccanti che appaiono un po’ fuori contesto.

Passione è forse la parola centrale per capire Intermundia Genesis. Da ogni riga trapela l’immenso amore dell’autore per i giochi di ruolo in tutte le loro forme, il che porta anche ad alcune particolari scelte di trama, ben riassumibili nel personaggio di Gothiko.

Si tratta di un chierico rettiliano che per comunicare utilizza esclusivamente la chat, il tutto per colpa del visore danneggiato che gli impedisce di sfruttare il microfono e parlare direttamente con gli altri avatar. Se per i videogiocatori il personaggio è chiaro e potrebbe rievocare alcuni dei loro trascorsi nelle chat dei primi GdR online, un lettore posto di fronte a un chiaro “linguaggio da sms” potrebbe essere tentato di chiudere il libro e non riaprirlo mai più. Come abbiamo detto, è tutta una questione di passione.

Uno spunto molto interessante è costituito dalla dinamiche di gruppo che si sviluppano all’interno del party, e in alcune scene i giocatori più navigati non avranno difficoltà a provare una sensazione di familiarità. Le sequenze d’azione si rivelano un efficace modo di trasporre la “quotidianità” dell’ambiente videoludico su carta.

Lo stile di Catania si presenta pulito e senza eccessivi fronzoli, capace di evocare bene tanto le scene di gioco quanto le interruzioni dovute alla vita quotidiana. In effetti è proprio in queste che si sviluppa quello che, a conti fatti, può essere visto come il lato migliore e la grande occasione mancata del romanzo. Il grosso scoglio potrebbe essere costituito dalla narrazione in prima persona. Non a tutti una simile scelta stilistica può piacere, rendendo più difficile immedesimarsi completamente nel personaggio principale. Calarsi nei panni di Mar, specie per chi non ha mai avuto a che fare con dei giochi di ruolo, potrebbe non essere qualcosa di immediato.

Il contrasto vissuto da Mar tra la sua vita in Intermundia e il mondo mondo reale, il suo essere il miglior giocatore di Genesis che si scontra con l’essere un commesso come tanti nella vita di tutti i giorni, con alle spalle una storia familiare non certo facile. La cosa fornisce alcune delle scene più realistiche (quanti di noi sono stati interrotti nel bel mezzo di una quest?) e quella più toccante del libro, ma l’impressione è che si sia solo sfiorato un discorso che avrebbe potuto fornire un filone importante per il romanzo, fornendo un importante spunto di riflessione. C’è da chiedersi se questo aspetto sia stato lasciato volutamente da parte in attesa del prossimo capitolo della saga.

Menzione a parte per gli splendidi disegni di Stefano Manieri, che vanno a corredare il romanzo in alcuni dei suoi intermezzi e nelle schede giocatore dedicate ai singoli personaggi.

intermundia genesis recensione

Verdetto

Intermundia Genesis potrà sicuramente essere apprezzato dai giocatori hardcore di GdR. Chiunque abbia passato almeno qualche ora su un MMORPG si troverà di fronte a un romanzo piacevole, capace di strizzare l’occhio ad alcune meccaniche tipiche del genere alternate a scene d’azione intense, così come le dinamiche di party, sicuramente un punto di forza del romanzo. Per contro l’opera difficilmente potrà essere goduta da chi non ha esperienze nell’ambito videoludico, trovando molto difficile l’immersione nel gergo dei videogiocatori e nelle dinamiche tipiche del genere. Poco sfruttata una tematica come il contrasto tra realtà e mondo virtuale, che avrebbe potuto portare la narrazione ad un livello superiore.

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.