Storia e Cronistoria di Kang il Conquistatore, il nemico più ucronico degli Avengers e della Marvel

Kang, il Conquistatore, è la più grande minaccia della Marvel. E non ve lo diciamo solo perché siamo minaccia di essere spediti nel Giurassico a fare compagnia ai dinosauri.

Davvero, se pensate che Thanos sia il peggior nemico degli Avengers, vi sbagliate di grosso. 

Magari siete convinti che il gigante di Titano sia il più forte, il più potente, il più coriaceo perché, beh, dopo aver schioccato metà dell’Universo in Infinity War è tornato a dare filo da torcere ai nostri eroi in Endgame. Ma una cosa è il cinema, un’altra è il fumetto, dove i nostri amatissimi Vendicatori sono attivi dagli anni ’60 e in questi decenni ne hanno affrontati di avversari carismatici e pericolosissimi, di cui Thanos non è che la punta violetta dell’iceberg.

E dunque, bando agli indugi, ci accingiamo a presentarvi Kang il Conquistatore, uno dei villain della Marvel più importanti della sua lunga storia, oltre che acerrimo nemico (secondo alcuni per eccellenza) degli Avengers. Un nemico che, chissà, potrebbe debuttare più avanti nella complessa fase del post Endgame, visto che l’MCU ha bisogno di rilanciarsi e magari potrebbe farlo proprio con un personaggio di grande prestigio come Kang

Del resto, è anche curioso che non abbia fatto il suo esordio prima e addirittura proprio nell’ultimo Avengers perché, come vedremo, nei fumetti Marvel non esiste nessun altro character così legato alle scorribande temporali e ai cronopasticci.

Potrebbe quindi essere la serie di Disney Plus Loki, l’occasione per il suo debutto?

Kang MarvelKang è uno dei nemici più forti, determinati e sopra le righe che gli Avengers abbiano mai incrociato sulla loro strada, figlio della stessa epoca d’oro che vide nascere le fondamenta della Marvel, la cosiddetta Silver Age. Fu creato, naturalmente, da Stan Lee che per battezzarlo si ispirò a quei racconti esagerati tipici delle testate antologiche Tale of Astonish e Tale of Suspense, scritti in più occasioni dallo stesso Lee. E, fin da subito, divenne il nemico non plus ultra dei suoi eroi.

Kang, ritorno dal futuro Marvel

Come vedremo, in questo lungo e complesso viaggio nel tempo (e non potrebbe essere altrimenti) la storia di Kang il Conquistatore è una delle più sofisticate, difficili e a volte confusionarie dell’intera Marvel. Elemento questo, a dirla tutta, che è parte fondante del suo fascino. Ma andiamo con ordine. Anzi, avanti e indietro attraverso le ere, com’è nel suo stile.

Kang esordisce ufficialmente sulle pagine di Avengers #8 del 1964, in un albo intitolato: Kang the Conqueror. Gli autori, manco a dirlo, Stan Lee e Jack Kirby. La storia è di stampo classico: i Vendicatori ricevono dal Pentagono l’incarico di indagare su un misterioso oggetto volante, da cui è saltato fuori un essere rivestito da un’armatura che si fa chiamare Kang il Conquistatore. La spaventosa figura, tanto per cambiare, è arrivata sulla Terra per conquistarla. Tuttavia, rispetto agli altri avversari, le sue intenzione di dominio sono diverse: è infatti mosso più dal piacere della conquista in sé, che dal potere assoluto.

Kang MarvelGli Avengers però non sono tanto interessati alle sue motivazioni e attaccano Kang, che grazie a delle stupefacenti tecnologie riesce a sgominarli facilmente. Sì, perché Kang, incredibilmente, viene dal futuro. Anzi, più esattamente dall’anno 3000, come non tarda a spiegare ai suoi prigionieri. A quel punto, racconta, seguendo la tradizione di ogni buon supercriminale, la sua storia: nel 3000 ha inventato una macchina del tempo e si è recato nell’Antico Egitto, dove si è spacciato per il faraone Rama-Tut e ha governato col pugno di ferro finché l’arrivo dei Fantastici Quattro non ha rovinato i suoi piani. A quel punto, nel tentativo di tornare nella sua era, incontra il Dottor Destino di cui pensa di essere un discendente e prende ispirazione dalla sua famosa armatura per crearsi una tuta da combattimento. Poi, sempre cercando di tornare a casa, finisce per sbaglio nel 4000, un’era dominata dal caos e della guerra in cui si impone come signore e padrone.

Allora, compiaciuto da se stesso, ebbro della gioia provata dalla conquista pura e semplice, decide di dedicare la sua vita a questo obiettivo in giro per le epoche e le galassie. Mette le mani su milioni di mondi, popoli e distrugge armate su armate. Tuttavia, nel suo cuore nasce il desiderio di confrontarsi con la bellicosa Terra del passato remoto. Così, finisce nel ventesimo secolo, bramoso di fronteggiare gli Avengers.

Attenzione, adesso le cose si complicano. Abbiamo infatti saputo che Kang era già comparso, stavolta sotto l’identità di Rama-Tut, come nemico dei Fantastici Quattro, nel albo #19 della serie Marvel. Ma com’era finito lì? Per scoprirlo, dobbiamo avventurarci nelle pieghe e negli incroci dello spazio-tempo. Tenevi forte e mettetevi comodi, la DeLorean ha appena acceso i suoi motori, diretta verso le 88 miglia orarie! 

Kang, tra gli Avengers e la Marvel

Com’è finito Kang ad impersonare un Faraone nell’Antico Egitto? In un certo senso, non lo sa neppure lui. Stessa cosa sulle sue presunte origini, di cui sa molto poco e, nonostante i vari tentativi nel corso dei decenni di fare chiarezza, risultano ancora enigmatiche e incerte. Sembrerebbe, infatti, che il suo vero nome sia Nathaniel Richards. Ma non lasciatevi ingannare: non è ancora chiaro quale sia il suo legame col ben più noto Reed. Nathaniel è infatti nato nel 30esimo secolo, un eden dove la tecnologia ha raggiunto dei livelli impensabili. Questo incredibile benessere sarebbe conseguenza dell’azione di uno straordinario benefattore, un viaggiatore temporale anch’esso chiamato Nathaniel Richards che avrebbe pacificato il mondo. Si dice che questo primo Nathaniel altri non sia che il padre di Reed, elemento questo che proverebbe una certa parentela tra Kang e Mr. Fantastic.

Tuttavia, lo stesso Kang è sicuro che tra i suoi antenati ci sia anche Victor Von Doom, il Dottor Destino. C’è chi pensa, forse non ha torto, che entrambe le teorie potrebbero essere vere. Questo spiegherebbe, in fondo, il genio di Nathaniel, la sua ossessione per la gloria e il suo carattere tormentato.Kang MarvelPerché, fin dalla sua giovinezza, Nathaniel Richards è una mente brillante, incompresa. Poco a suo agio in un’epoca pacifica e apparentemente perfetta, trova una macchina del tempo, probabilmente costruita proprio da uno dei suoi misteriosi antenati e decide di viaggiare in un’era più oscura. Finisce, come abbiamo visto, nell’Antico Egitto, finché non è entrato nell’orbita della Marvel e degli Avengers.

Nel loro primo incontro, i Vendicatori riescono a sconfiggerlo grazie all’aiuto di Rick Jones e della sua Brigata della Gioventù. Ma gli Eroi più potenti della Terra non si stanno liberando di questo micidiale nemico, tutt’altro. Kang infatti torna presto ad attaccarli, sfruttando un robot con le fattezze dell’Uomo Ragno per ingannarli, piano che fortunatamente non va a buon fine. Quasi nello stesso periodo, tuttavia, i Vendicatori si trovano a fronteggiare un altro essere misterioso: Immortus, il sedicente Signore del Limbo, alleato con i Signori del Male (un gruppo criminale guidato dal Barone Zemo), uscendone ovviamente vincitori.

L’incontro con Immortus non passa inosservato, non è uno dei tanti villain caratteristici che gli Avengers fronteggiano in questa prima fase della loro via editoriale. Infatti, è riflessivo, pensieroso, risulta difficile capire quali siano le sue vere intenzioni. Purtroppo, i Vendicatori non hanno tempo per approfondire la sua conoscenza: Kang è tornato.Kang MarvelKang è il padrone assoluto del 40esimo secolo e ha disseminato in giro dei re fantoccio che tengono in piedi stati fittizi. Tuttavia, uno di questi finti regnanti, Re Carelius, decide di ribellarsi a lui. Carelius ha una bellissima figlia di nome Ravonna e Kang, nel vederla, se ne innamora profondamente.

Il Conquistatore allora decide di guadagnarsi il suo amore nell’unico modo che conosce: attraverso la gloria. Evoca gli Avengers nella sua era per sfidarli ad un gioco mortale, ma gli Eroi Marvel vincono e si alleano con Re Carelius. Purtroppo, il reame cade sotto i colpi definitivi delle armate di Kang che però decide di proporsi come sovrano non con le armi bensì chiedendo la mano di Ravonna. Lei accetta, per salvare il suo popolo, quando Baltag, uno dei generali di Kang, offeso dalla scelta del suo comandante, decide di tradirlo e cerca di ucciderlo con un ultimo colpo. Allora, Ravonna si frappone tra Kang e il proiettile, morendo al posto suo e dichiarandogli, prima di spirare, che si era innamorata di lui.

La morte di Ravonna sconvolgerà Kang. Non a caso, qualche tempo dopo lo ritroviamo mentre cerca di vincere al Gran Maestro il potere per riportarla in vita nel “gioco delle galassie” (nell’Endgame originale). In questo periodo si consuma una delle più grandi svolte nella vita di questo personaggio. Infatti, quando lo rivede, Thor trasalisce. Era infatti certo di averlo sconfitto poco tempo prima e di averlo esiliato nel Limbo grazie ad un vortice magico. Il Figlio di Odino ha perfettamente ragione: è proprio quello che è successo. Infatti, Kang si trova nel mondo di Immortus, scova il suo corpo senza vita del sedicente Signore del Limbo e le sue straordinarie tecnologie, che usa subito per salvare Ravonna. Decide quindi di vivere in quella realtà con la sua donna, abbandonando le guerre e le conquiste. Ed è qui che scopre una terribile verità.

Apprende che, in ogni suo viaggio temporale, Kang nell’Universo Marvel ha creato un suo doppione e tantissime realtà divergenti.

Uno, nessuno, tempo-mila Kang

Kang rimane sconvolto da questa notizia. Nelle sue scorribande, alla ricerca di nuove terre di cui impadronirsi, ha viaggiato nel tempo un numero enorme di volte. In giro potrebbero esserci migliaia, forse centinaia di migliaia, di sue altre versioni. Potrebbe aver guastato in maniera irreparabile il flusso temporale. Piano piano, riesce a seguire alcune tracce delle sue copie e, benché allibito, non può che essere affascinato dalle imprese che questi hanno compiuto. Apprende infatti che uno ha creato Cronopolis, una cittadella fuori del tempo, un altro ancora ha tentato di uccidere la Torcia Umana e la Cosa a Camelot, un altro ancora è quello che ha sfidato il Gran Maestro nel primo Endgame, un altro è quello che ha cercato di rubare il potere della Madonna Celestiale (una delle più famose saghe Marvel) mentre un altro ha sfidato una versione futura di se stesso che aveva deciso di reindossare i panni di Rama-Tut.

In definitiva, nel corso degli anni, ogni volta che i Vendicatori hanno lottato contro Kang, hanno in realtà affrontato uno dei suoi cloni temporali. E il Conquistatore non può che rimanerne affascinato, perché loro hanno realizzato meraviglie a cui lui non aveva mai pensato. Tuttavia, decide comunque di ucciderli, perché potrebbero costituire un pericolo. Ma lo fa con rammarico, nonostante tutto: non può evitare di ammirare l’operato dei suoi feroci e valorosi doppioni.Kang MarvelDal Limbo, aiutato dalla sua amata Ravonna, organizza un sistema per eliminarli. Inizialmente li riunisce tutti creando un peculiare “Consiglio dei Kang” e poi coinvolge gli Avengers, che sfrutta per annientare i suoi rivali e assorbirli. Nel momento in cui ritorna ad essere il solo ed unico, un inatteso colpo di scena spariglia le carte. Immortus, il Signore del Limbo, salta fuori e allora rivela la sua identità: altri non è che la versione adulta di Kang, proveniente da un futuro in cui ha smesso di conquistare mondi lontani e si è dedicato a custodire il flusso temporale.

Questa scoperta, ancora peggiore di quella dei suoi doppioni, fa impazzire Kang. Lui, così valoroso e potente, non può accettare l’idea che diventerà un noioso burocrate, un semplice amministratore. Lo shock è tale che cerca di distruggere Immortus rubando lo psicoglobo, la fonte del suo potere. Ma ne finisce sopraffatto: all’improvviso i ricordi di tutti i Kang assorbiti travolgono il suo cervello. Per sopravvivere, decide di dividere il suo corpo creando così una nuova divergenza temporale e altri due Kang. Altri doppioni, altre versioni di se stesso che tornano ad incrociare la strada degli Avengers di casa Marvel. E quello vero?Il vero Kang è depresso, annoiato, stanco. La scoperta che un giorno sarà Immortus ha fiaccato il suo spirito battagliero. Torna a Cronopolis e si dedica ad amministrare il suo vasto impero trans-temporale, diventando lentamente più uno statista che un soldato, un uomo abituato a risolvere i problemi con la diplomazia che con le armi. Si sta, dunque, trasformando in Immortus. Sconcertato da questi cambiamenti che stanno avvenendo in lui, cerca di rinfocolare la sua anima guerriera rapendo di nuovo la Madonna Celestiale e partecipando alla Guerra dell’Infinito. Poi (e non è certo la prima volta) collabora con gli Avengers per sconfiggere una versione malvagia di Ravonna. Ma, inaspettatamente, nel momento in cui Thor sta per colpirla col suo Mjolnir, Kang si frappone tra lei e il martello, esattamente come l’amata aveva fatto per lui molto tempo prima. Il Conquistatore finisce in stato di animazione sospesa e, quando si riprende, si rassegna ormai al suo destino da Immortus.

Prima che ciò avvenga, tuttavia, decide di passare un periodo tranquillo nell’unica epoca in cui è stato davvero felice: l’Antico Egitto. Ripresa la corona di Rama-Tut, passa degli anni sereni, finché non si scontra con la sua versione del passato, duello questo di cui abbiamo già parlato.

Allora, rientra in gioco Immortus per porre fine al pasticcio temporale. Kang ha un intenso colloquio con la sua controparte anziana ed è ormai rassegnato all’idea di diventare lui. Si fa aiutare dai suoi congegni per tornare nel futuro dall’Antico Egitto, sprofondando nell’autocommiserazione. “A che serve dominare… Se non sei padrone di te stesso?“, ammette, consapevole che non può opporsi al suo fato. Ma, proprio mentre raggiunge il Limbo, scopre una terribile verità: Immortus altro non è che il lacchè degli antichissimi Guardiani del Tempo, una razza più vecchia del tempo stesso. Questo è troppo per Kang. Non può accettare di diventare il servo di qualcuno. Allora, riprende la sua identità e dichiara ufficialmente guerra ad Immortus. La battaglia finale si svolge nella saga di Avengers Forever, scritta da Kurt Busiek e illustrata da Carlos Pacheco e si conclude di fatto con un pareggio, solo che adesso Immortus esiste come entità separata. Quindi, Kang non è più destinato a diventare lui e può continuare a fare quello che preferisce: combattere in giro per lo spazio-tempo.

E, infatti, poco dopo torna in uno spettacolare ciclo chiamato La dinastia di Kang, sempre scritto da Busiek, dove attacca la Terra con ogni singolo uomo, arma e mostro del suo esercito, orchestrando un conflitto di proporzioni cosmiche. Un conflitto che sa tanto di resa dei conti con gli Avengers, ma da cui Kang esce ancora una svolta sconfitto al termine di un appassionante duello con Capitan America.

Kang, il paradosso a fumetti Marvel

Se siete arrivati fin qui e la arzigogolata storia di Kang non vi ha fatto venire il mal di testa, complimenti! Ovviamente, non è finita: il Conquistatore torna più volte a tormentare gli Avengers, prima nella recente saga Kang Wars e ultimamente è comparso sulle pagine di Infinity Countdown. Tuttavia, questo complicatissimo intreccio tra epoche e realtà alternative è inevitabile quando si parla di cronopasticci e in questo la Marvel ha sempre avuto un marcia in più, proprio grazie a Kang. Kang è infatti l’emblema stesso del paradosso, è un personaggio esagerato e meravigliosamente ucronico. Pensate che in giro ci sono ancora tantissime versioni alternative che non abbiamo menzionato, come Kid Immortus, Scarlet Centurion, Iron Lad e Victor Timely, tutte entità assunte nel corso delle sue peregrinazione nel tempo, a volte senza che ne fosse consapevole.Kang è l’apice di tutte le narrazioni temporali, un paradosso vivente che negli anni è stato affinato e complicato da tutti gli autori che sono succeduti a Stan Lee. Di fatto, considerando la sua lunga vita e l’impatto che ha avuto, è impossibile pensare a tutte le storie che trattano drammi temporali senza Kang. Perché lui è (e sempre sarà) il solo ed unico Signore del Tempo. Anzi, il suo Conquistatore.

E non sarebbe davvero male vederlo nel Marvel Cinematic Universe.

Elia Munaò
Elia Munaò, nato (ahilui) in un paesino sconosciuto della periferia fiorentina, scrive per indole e maledizione dall'età di dodici anni, ossia dal giorno in cui ha scoperto che le penne non servono solo per grattarsi il naso. Lettore consumato di Topolino dalla prima giovinezza, cresciuto a pane e Pikappa, si autoproclama letterato di professione in mancanza di qualcosa di redditizio. Coltiva il sogno di sfondare nel mondo della parola stampata, ma per ora si limita a quella della carta igienica. Assiduo frequentatore di beceri luoghi come librerie e fumetterie, prega ogni giorno le divinità olimpiche di arrivare a fine giornata senza combinare disastri. Dottore in Lettere Moderne senza poter effettuare delle vere visite a domicilio, ondeggia tra uno stato esistenziale e l'altro manco fosse il gatto di Schrödinger. NIENTE PANICO!