Il cammino di Talion non è concluso.

È dal 1955 che Il Signore degli Anelli rimane uno dei prodotti culturali più floridi e affascinanti, trovando nuova forma espressiva di generazione in generazione. Oltre alla pluripremiata e apprezzatissima trilogia cinematografica diretta da Peter Jackson, l’universo della Terra Mezzo ha trovato la sua rappresentazione anche nel mondo videoludico. Tra gli esempi più recenti e riusciti vi è La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor, titolo realizzato da Monolith Productions, uscito nel 2014 quasi in punta di piedi, rivelandosi poi un ottimo prodotto, molto apprezzato sia dalla critica che dai giocatori. La maggiore qualità de L’Ombra di Mordor è stata sicuramente quella di aver saputo raccontare una storia nuova inserita tra Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, con protagonista il ramingo Talion. Una storia costruita attraverso meccaniche di gameplay particolari, racchiuse nelle parole Nemesis System.

Non stupisce dunque l’entusiasmo provato dai fan il 27 febbraio per l’annuncio de La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra, che sarà disponibile il 25 agosto 2017 per PlayStation 4, Xbox One e PC.

Nelle settimane seguenti all’annuncio, Warner Bros. e Monolith hanno rilasciato dichiarazioni, trailer, eventi in streaming per mettere subito in chiaro che il secondo capitolo ambientato nella Terra di Mezzo non solo ha tutti gli elementi apprezzati nel predecessore, ma che questi sono stati decisamente arricchiti.

Se l’Ombra di Mordor era dunque incentrato sulla vendetta personale di Talion e di Celebrimbor, l’Ombra della Guerra presenta invece un concept più vasto legato all’idea di conquista: l’Anello del Potere è stato finalmente forgiato, e con esso si vuole conquistare Mordor dall’interno. Per tale motivo il nuovo capitolo preme piano il piede sull’acceleratore dell’action, divenendo un ibrido con elementi da  GdR in terza persona.

Nella prima fase di gioco, la strategia diventa  fondamentale per la conquista delle fortezze nemiche disseminate nella mappa, ognuno delle quali è capeggiata da un Generale. Come accadeva in precedenza, i nemici hanno delle caratteristiche (resistenza al fuoco, debolezza contro le frecce e così via), solo che adesso queste  sono estese alle fortezze che difendono. Per cui è impensabile tentare l’assedio se non si ha un esercito pronto a far fronte a determinate sfide, perché vuol dire imboccare la strada verso il Game Over.

Il nostro esercito sarà composto dai nemici che abbiamo marcato nel corso dell’avventura, il che ci consente di avere dalla nostra parte forze personalizzate. L’unicità infatti è il termine esatto per delineare al meglio L’Ombra di Guerra: ogni partita può essere diversa,  in quanto deriva dalle scelte prese dal giocatore, il che ha delle conseguenze pure sui nostri seguaci. Un aspetto ben evidente nella fase d’assalto alla fortezza nemica. 

Una volta organizzate le forze per l’assedio, i membri del nostro esercito opereranno in maniera autonoma. Addirittura potranno fingersi dei membri delle forze avversarie, per poi compiere un’azione che si riveli a nostro favore. Così come potrebbe accadere il contrario. In poche parole il nostro rapporto coi compagni può assumere diverse sfumature legate al concetto di lealtà.

Ma passiamo adesso al gameplay vero e proprio. Talion e Celebrimbor possono contare sull’uso della spada e dell’arco, ma il loro utilizzo è stato reso molto più vario, in quanto sono state aggiunte oltre cento skills nell’albero delle abilità che amplieranno il nostro parco mosse, come ad esempio la capacità di poter scoccare frecce in movimento e in aria, o far esplodere bracieri infuocati con l’uso del martello di Celebrimbor. Anche le cavalcature sono state soggette a cambiamenti: accanto ai classici Caragor e Graug,  sono stati aggiunti i draghi. Una scelta che potrebbe far storcere il naso ai puristi, in quanto gli esseri alati sono delle eccezioni nel mondo di Tolkien, ma che in termini di gioco donano tantissimo all’adrenalina e all’epicità nella battaglia.  

Ad ogni modo, che abbiate scelto un approccio stealth e ragionato, o un vero e proprio assedio al seguito dei vostri compagni, una volta eliminati gli obiettivi richiesti (con una bella dose di splatter) e soggiogato nemici con l’Anello del Potere per farli entrare nel nostro esercito, vi sarà lo scontro finale con il Generale della fortezza. Anche in questo frangente ci teniamo  ad evidenziare l’unicità che caratterizzerà L’Ombra di Guerra, poiché la sala del trono e la stessa arena sono personalizzati a seconda del comandante generale. Durante gli scontri vi saranno degli intramezzi, poiché potranno intervenire i nostri seguaci, i quali avranno un ruolo principale nell’abbattimento dell’avversario. Concluso lo scontro, la fortezza sarà nostra, e con essa tutto il loot contenuto. E qui arriviamo a un’altra novità: l’inventario è stato esteso, e soprattutto il cambio di equipaggiamento è direttamente visibile su Talion.

Una volta conquistata la fortezza, ritornerà preponderante la componente strategica. Dovremo infatti scegliere a quale nostro comandate affidare la difesa del territorio conquistato dalle incursioni di Sauron, che tra parentesi sarà presente come boss all’interno di questo nuovo capitolo, accanto ad altri personaggi noti del mondo di Tolkien come Gollum.

Domatore, Negromante, Predone: a seconda delle qualità dei nostri comandanti, avremo un tipo di influenza diversa nel territorio conquistato.

Tirando le prime somme su quanto mostrato de La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra, Monolith Productions punta tutto sugli elementi che hanno reso il capitolo precedente un titolo appagante e molto apprezzato, arricchendoli e rendendoli unici per ogni giocatore. Le aspettative dunque sono molto alte, ma la strada intrapresa al momento lascia ben sperare.

 

 

Lorena Rao
Deputy Editor, o direttigre se preferite, assieme a Luca Marinelli Brambilla. Scrivo su Stay Nerd dal 2017, per cui prendere parte delle redini è un’enorme responsabilità, perché Stay Nerd è un portale che punta a stimolare riflessioni e analisi trasversali sulla cultura pop a 360° tramite un’offerta editoriale più lenta e ragionata, svincolata dalle dure regole dell’internet che penalizzano la qualità. Il mio pane quotidiano sono i videogiochi, soprattutto di stampo storico. Probabilmente lo sapete già se ascoltate il nostro podcast Gaming Wildlife!