Il futuro è degli eSports, ma noi siamo pronti?

Se titoli come Fortnite e Playerunknown’s Battleground hanno avuto un successo planetario, tanto da fungere da esempio per le software house più blasonate, che decidono di togliere la campagna in single player per concentrarsi sulle sane mazzate online, un motivo ci sarà. E quel motivo è che gli eSports stanno vivendo una crescita inimmaginabile fino a pochi anni fa, tanto da (perlomeno a livello di numeri) affiancarsi quasi agli sport tradizionali, se si pensa che anche le testate giornalistiche sportive se ne sono accorte.

È in questo scenario che nasce Laser League, un titolo esclusivamente multiplayer e frenetico, dagli autori di OlliOlli e del bellissimo Not a Hero, che fa sfidare in battaglie da 2 vs 2 o 3 vs 3 avversari in una futuristica arena riempita di laser mortali da evitare.

 

Easy to learn, hard to master

La premessa è semplicissima, ed è il fulcro di tutto il gioco: nell’arena, esplorabile in lungo e in largo e che consente di tornare dall’altro lato una volta raggiunto il limite (un po’ come avveniva in Pac-Man o Snake per i vecchi Nokia), ci sono dei nodi attivabili semplicemente passandoci sopra. Tali nodi azioneranno dei laser del colore della propria squadra, che saranno mortali per gli avversari.

Tutto ciò che il giocatore deve fare è evitarli, ed attivarne di propri per cercare di eliminare a sua volta i membri della squadra opposta. Il gioco è veramente tutto qui, eppure si tratta del classico caso in cui le regole del gioco si imparano in trenta secondi, ma per padroneggiare il gioco stesso può non bastare una vita. Perché non solo le arene sono diverse e variegate, con il modo di muoversi dei laser che cambia dunque di livello in livello, ma intervengono moltissime variabili a cambiare potenzialmente le sorti della partita da un momento all’altro.

Ci sono ad esempio i vari potenziamenti, attivabili sempre passandoci sopra con il proprio personaggio, che possono invertire i colori dei laser in gioco, cambiarne il senso di rotazione quando questi ultimi sono in movimento, far rubare i laser avversari alla propria squadra, e chi più ne ha più ne metta.

Ad aggiungere ulteriore pepe alla partita sono le varie classi di personaggio tra cui scegliere: la classe Lama, con il quale uccidere gli avversari a colpi di fendenti letali; la classe Killer, uno dei più tattici, che attiva un teletrasporto con la pressione di un tasto. Qui è sufficiente cliccare sul punto di partenza e quello di arrivo, e tutti i personaggi che si trovano sulla retta che passa per tali due punti, vengono eliminati.
La classe Sfonda invece è dotata di uno scudo con il quale respingere violentemente e stordire per qualche secondo gli avversari: molto utile nelle arene affollate di laser, dove spedire via un nemico equivale quasi sicuramente a spingerlo contro un laser. La classe Scossa stordisce gli avversari per qualche secondo, quella Etereo può rendere il proprio personaggio invulnerabile per qualche istante, ed infine la classe Ladro può rubare i laser agli avversari e renderli del proprio colore.

Il potere del personaggio è attivabile una volta riempita (semplicemente con il passare del tempo) una barra visibile al di sotto del personaggio stesso, ed i giocatori eliminati possono tornare in gioco se uno dei loro compagni di squadra semplicemente passa sopra al punto in cui sono stati messi fuori gioco.

Il giusto mix

Ogni classe ha i suoi punti di forza e le sue debolezze, ed è fondamentale costruire una squadra con un bel mix di caratteristiche per portare a casa il risultato.
Il gioco è avvincente ed estremamente “addictive”, sia che lo si giochi contro il computer (l’intelligenza artificiale, perlomeno ai livelli alti, è tosta da battere, sebbene ogni tanto commetta errori davvero banali), sia online, vero e proprio cuore pulsante del gioco.
La partita è composta da tre round, e si gioca al meglio dei 3 “game”. Per vincere un game, l’intera squadra avversaria deve essere fuori uso contemporaneamente.

Laser League è insomma un mix ben sviluppato di frenesia e strategia, fatto di partite mordi e fuggi, giocabile esclusivamente in multiplayer sia a livello locale che online, il che lo rende praticamente perfetto per qualche serata con gli amici.

Non mancano però delle piccole pecche, ed una su tutte è proprio l’altro lato della medaglia dell’essere un gioco multiplayer: giocato da soli, perlomeno a nostro avviso, perde un po’. Il matchmaking può essere lungo e può talvolta risultare poco efficace: spesso, ad esempio, se si sceglie una partita 3vs3 e non ci sono avversari disponibili, la CPU aspetta che si colleghi un avversario e avvia la partita aggiungendo semplicemente bot. Se da un lato è una soluzione giusta, per non aspettare troppo prima di iniziare una partita, giocare un match per un totale di 6 persone, con 4 bot, non è certo il massimo. Sarà dunque anche per l’età e la nostalgia per il multiplayer locale di chi vi scrive, ma con qualche amico e qualche birra siete più che a posto.

Un altro difettuccio è – soprattutto all’inizio, dove ancora non sono state sbloccate personalizzazioni estetiche – la difficoltà a distinguere il proprio personaggio. C’è un triangolino colorato sopra che differenzia i vari membri della squadra, ma probabilmente non è abbastanza, ed anzi tende a scomparire, soprattutto nelle partite con tanti avversari.

Una delle conseguenze è che spesso ci si ritrova a seguire con lo sguardo il personaggio di un altro giocatore, oppure, ma questo anche a causa dell’innata frenesia del gioco, capita di ritrovarsi morti all’improvviso, senza aver capito bene la dinamica dell’azione.

Piccoli difetti che non è detto che non siano risolvibili con qualche patch, che magari aggiunga anche qualche altro tipo di potenziamento in modo da rendere le partite ancora più varie.

laser league recensione

Verdetto

Laser League è un gioco sfizioso, veloce, competitivo e soprattutto divertente, che poi è la cosa principale in un titolo esclusivamente multiplayer e privo di campagna single player. Grazie alle varie classi e alle differenti arene, le sfide sono sempre avvincenti e molto varie e difficilmente annoiano. Si nota qualche piccolo difetto, ed è chiaro che si rivolga ad un tipo di pubblico ben preciso, ma può rappresentare un interessante divertissement tra giochi di altro spessore. Se avete amici con cui dare vita a frenetiche battaglie competitive, andate a colpo sicuro.

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.