Il nuovo ciclo vitale di iPhone e la rivoluzione dell’orologio

Anno nuovo, Keynote nuovo. O almeno così si dice da diverso tempo a questa parte. D’altronde sono anni che, intorno alla metà di settembre, Apple annuncia una conferenza stampa volta a presentare al mondo l’upgrade annuale dei suoi prodotti mobile, iPhone e Apple Watch. Conferenza sempre molto attesa e, spesso, oggetto di critiche in virtù di novità che per molti non sono tali, oppure con qualcosa di davvero nuovo ma che non manca di far storcere il naso.

Eppure Apple continua imperterrita il suo percorso di innovazione tra piccoli e grandi passi, proseguendo a dettare legge nel mercato degli smartphone con buona pace dei suoi detrattori e degli haters.

Apple Watch Series 4

Anche perché quando Apple si impegna i risultati sono evidenti e, a dimostrarlo, ci pensa il nuovo Apple Watch. Il dispositivo wearable della mela, giunto alla sua quarta versione, è stato infatti sottoposto ad un redesign completo sia sotto il profilo estetico che funzionale: un lavoro approfondito che ha portato il “melorologio” ad un nuovo livello, settando standard innovativi che forgeranno una nuova generazione di dispositivi.

Un po’ come i primi smartphone, le cui stupefacenti funzioni primordiali hanno influenzato il mercato della telefonia, ai nostri occhi Apple Watch è un concentrato di tecnologia che non può non destare interesse, grazie a piccole novità che ci permettono di immaginare un futuro dove questo tipo di device non rappresenterà più un gadget come tanti, bensì un’estensione della nostra quotidianità. Per fare un esempio pratico, è impossibile non restare affascinati dalla possibilità di eseguire in maniera autonoma un vero e proprio elettrocardiogramma tramite il dispositivo, così come lascia stupefatti il suo funzionamento: basterà infatti poggiare il dito sulla corona digitale dell’orologio e, grazie agli elettrodi posti sul retro, si creerà una sorta di circuito chiuso che permetterà di rilevare le pulsazioni del nostro cuore. L’esame dura appena 30 secondi e, oltre a segnalare una possibile fibrillazione o ritmo irregolare, i dati raccolti possono essere inviati immediatamente al nostro medico. L’affidabilità di questo esame ha convinto persino l’FDA, l’ente governativo statunitense che regolamenta l’accesso al mercato di prodotti farmaceutici e alimentari, il quale ha posto la sua approvazione certificando la validità delle diagnosi prodotte da Apple Watch, e dando oggettivamente il via ad una rivoluzione impossibile da ignorare in virtù delle sue numerose applicazioni in campo medico e diagnostico.

Allo stesso modo il rilevatore di cadute può apparire come una feature insignificante, tuttavia non è difficile immaginarsi un buon numero di casistiche nelle quali una funzionalità simile possa rivelarsi un salvavita, anche e soprattutto in ambienti professionali. Ultima ma non trascurabile evoluzione è poi la versione Cellular, che trasforma l’orologio in un dispositivo capace di funzionare in modo indipendente anche senza un melafonino agganciato e senza occupare spazio all’interno della cassa grazie all’utilizzo della tecnologia eSIM, destinata a sostituire nel giro di qualche anno la scheda telefonica tradizionale. Certo, il problema di far ascoltare a tutti le nostre chiamate private non è il massimo ma, come tutte le innovazioni presentate, sono solo dei primi passi verso una nuova visione dei dispositivi mobile che ci intriga davvero molto.

Il Watch 4 riempie dunque quel gap che sin dalla sua prima apparizione ha sempre destato perplessità, chiudendo la sua trasformazione da sfizio tecnologico in un orologio del futuro con tutti i crismi, personalizzabile con un numero di variabili incalcolabili e con funzionalità tali da poter rappresentare una svolta netta non solo nel mercato, ma anche nel nostro quotidiano.

iPhone Xs, Xs Max e XR

Con buona pace di Apple Watch, il piatto forte di una conferenza Apple non può che essere iPhone. Il melafonino è giunto ormai alla sua diciassettesima versione e quest’anno affonda le sue radici basandosi sul modello che l’anno scorso fece parlare mesi e mesi: iPhone X.

Il nuovo trittico di modelli è infatti basato quasi esclusivamente sull’esperimento rivelatosi vincente proposto da Apple allo scorso Keynote e che, nonostante le numerose critiche, ha saputo destreggiarsi con successo nel mercato influenzando anche altri produttori come nel caso del notch e l’assenza di jack audio, caratteristiche tuttora oggetto di discussione ma che sono state implementate anche su un numero considerevole di dispositivi nell’ultimo anno.

Debuttano dunque iPhone XS e iPhone XS Max, dispositivi che confermano la tradizione intermedia che intervalla le varie generazioni Apple, ma senza rivoluzionare. Eccezion fatta per le dimensioni (5,8 pollici per XS e 6,5 per XS Max), entrambi i device possono contare su schermi OLED borderless incastonati su un case in acciaio chirurgico che permette al dispositivo di raggiungere lo standard IP68 per quanto concerne l’impermeabilità da polvere e acqua. Al suo interno, ovviamente, batte il nuovo processore proprietario A12 Bionic, dotato di CPU octa-core e GPU quad-core per potenza grafica e di calcolo ulteriormente migliorata, nonché una nuova versione del Neural Engine studiato in ottica IA e per supportare in modo più efficace la realtà aumentata. Su quest’ultimo punto Apple ha effettuato ben due dimostrazioni, a testimonianza del fatto che l’AR è uno dei tasselli fondamentali per portare il mercato mobile verso nuove strade.
Si parla poi di un nuovo Face ID, più veloce e sicuro, ma soprattutto unico: la casa di Cupertino ha infatti confermato i vari rumor sul pensionamento anticipato del Touch ID, abbandonando dunque definitivamente l’impronta biometrica in favore del riconoscimento facciale per sbloccare il telefono e per tutte le operazioni che richiederanno un’autenticazione, incluso Apple Pay.

Abbiamo però parlato di trittico e, infatti, ad accompagnare i due nuovi top di gamma c’è anche iPhone XR, versione più economica (ma anche no) dei nuovi melafonini. Il design di questo nuovo modello fonde la parte anteriore di iPhone X con la scocca già utilizzata nei modelli dal 6 in su, ma con uno schermo LCD di nuova generazione denominato per l’occasione Liquid Retina, capace di “ingannare” l’utente assomigliando ad un borderless, grazie ad un nuovo sistema di retroilluminazione. Il cuore pulsante è, a sorpresa, il nuovo chip A12 Bionic, mentre sul comparto fotografico troviamo una fotocamera singola da 12 megapixel e il tutto è disponibile in sei colorazioni decisamente gradevoli agli occhi.

keynote

Considerazioni

A conferenza conclusa, non ci sentiamo di dire di aver assistito ad una vera e propria delusione. Indubbiamente Apple Watch è stato il prodotto più interessante grazie a delle funzionalità che, a nostro avviso, potrebbero cambiare definitivamente la percezione dello smartwatch come accessorio molto più utile rispetto a quanto si pensa al momento. Quanto ad iPhone, non possiamo rimanere stupiti per l’ennesima volta per l’esborso richiesto da Apple, che peraltro aumenta in modo esponenziale in territorio italico non solo a causa della pressione fiscale ma anche al netto della tassa SIAE sulle memorie, colpendo soprattutto i modelli da 512 GB che arrivano al folle prezzo di 1589 euro per iPhone XS e ulteriori 100 euro per XS Max.
Per iPhone XR, il prezzo di partenza di 889 euro lo rende un entry level tutt’altro che abbordabile, lasciando questo compito alle linee di iPhone 7 e 8 che, partendo da 549 euro, offrono una scelta decisamente variegata. Il tutto tenendo poi in considerazione la scomparsa di iPhone X dal listino ufficiale, ormai bollato come prototipo commerciale ma che ha gettato le basi per un nuovo ciclo vitale il cui successo, stando alle statistiche, non si fermerà neanche stavolta.

Francesco Paternesi
Pur essendo del 1988, Francesco non ha ricordi della sua vita prima del ’94, anno in cui gli regalarono un NES: da quel giorno i videogiochi sono stati quasi la sua linfa vitale e, crescendo con loro, li vede come il fratello maggiore che non ha mai avuto. Quando non gioca suona il basso elettrico oppure sbraita nel traffico di Roma. Occasionalmente svolge anche quello che le persone a lui non affini chiamano “un lavoro vero”.