Il tennis secondo Nintendo

Il buon vecchio Mario è forse tra le icone videoludiche più sportive di tutti i tempi. Vanta la partecipazione in decine di titoli improbabili in cui da mago del salto in testa alle tartarughe, si reinventa puntualmente come pilota di kart, asso delle competizioni olimpiche e invernali, fuoriclasse del calcio a sei e golfista di prima classe. Nintendo continua a foraggiare questa smania sportiva di Mario e dei suoi compagni di avventura, scaraventandolo nella nuova ed entusiasmante versione di Mario Tennis Aces, che approda su Switch carica di novità e di tweak.

Questo nuovo Aces sarà il capolavoro che tutti stavamo aspettando? Continuate a leggere e scoprite con noi quando è duro il campo di cemento!

Game!

Come molti giocatori di lunga data sanno, dietro le faccette ridicole e l’aspetto cartoonistico dei titoli sportivi di Mario si nasconde prepotente un gameplay solido e ben calibrato, frutto di bilanciamenti e scelte strategiche che lo rendono profondo e appetibile, quasi oggetto di studio.

Per dire subito le cose come stanno: Mario Tennis Aces non è da meno, e anzi, nonostante sia il settimo capitolo della serie che affonda le sue radici addirittura nel Game Boy, il nuovo lavoro dei Camelot Studio si presenta con un bel po’ di sorprese che non mancheranno di divertire anche i giocatori più scafati della serie.

Le basi del gioco sono mutuate dal tennis spicciolo, con tutta la serie di colpi che uno si aspetta: top spin, lob, palle corte, palle tagliate e colpi piatti, tutti perfettamente calibrati e calibrabili. Ciascuno di questi colpi è poi eseguibile in modalità Potente (con la doppia pressione del tasto corrispondente) e in modalità Caricata (tenendo premuto il tasto relativo). Ovviamente, la freneticità del gioco e la posizione del giocatore detterà la scelta fra le due opzioni, considerando la velocità di esecuzione e la direzionabilità dei colpi.

Non sarebbe un gioco di Mario se tutto si limitasse a questo mero scimmiottamento del tennis tradizionale, ed ecco infatti prorompere la parte arcade, con la sua pletora di colpi alternativi e quasi magici.

Alla base di tutto c’è l’Energia, una barra tonda che si carica ogni volta che eseguiamo un colpo caricato o un Colpo Tecnico. Questo è un tiro acrobatico che necessita di tempismo e altissimo senso della posizione per essere eseguito correttamente con l’inclinazione della levetta destra. Il nostro personaggio eseguirà un volteggio in direzione della palla per coprire la distanza e poi eseguire il tiro scelto. Questo tipo di colpo è perfetto se si è in controtempo rispetto alla palla, o se si è troppo lontani. Se correttamente eseguito, e il gioco ci avviserà con piccoli artifici grafici, la nostra barra di energia si riempirà cospicuamente. Al contrario se non saremo stati bravi, la nostra energia diminuirà.

Appare chiaro come l’utilizzo di questo tipo di colpo è cruciale nell’economia dell’intero match, perché ha una doppia valenza, sia difensiva che offensiva: da una parte serve per venir fuori da situazioni spinose, dall’altra crea le basi per eseguire colpi speciali ai danni dell’avversario.

In attacco, è possibile eseguire un Colpo Intenso con il tasto dorsale destro: si attiverà una animazione in cui saremo chiamati in poco tempo, a indirizzare un mega smash nel campo avversario. Il tiro sarà potentissimo, con tanto di effetti di luce e particellari al seguito, altamente spettacolare.

Come se questo non fosse abbastanza, se la nostra barra di energia è completamente piena, sarà possibile effettuare un Colpo Speciale, che altro non è che il tiro definitivo di Mario Tennis Aces: in un tripudio di effetti speciali, accompagnati da un’animazione unica per ogni personaggio, si potrà spedire la palla nel campo dell’avversario a velocità siderali, con l’intento non solo di fare punti ma di devastare tutto quello che si incontra.

È opportuno sottolineare come l’esecuzione dei colpi sia Intensi che Speciali non è automatica, ma impone l’azione del giocatore che deve indirizzarli nel campo avversario, mentre l’energia caricata cala inesorabilmente. In pratica, più energia si riesce a immagazzinare, più è il tempo a disposizione per prendere la mira!

Finora appare quasi che il gioco sia sbilanciato verso l’attaccante, che può contare fior di colpi nel suo arsenale, ma non è così: con un lavoro encomiabile, i ragazzi di Camelot Studio hanno ideato un perfetto sistema di gioco difensivo, che stuzzica la stessa perizia tecnica e strategica richiesta in fase di attacco.

Anche in questo caso, la chiave di tutto è l’Energia caricata. Infatti, in fase di ricezione, premendo il tasto dorsale destro, è possibile attivare la Velocità Intensa, una sorta di Bullet Time tennistico: il tempo rallenterà, la velocità della palla sarà ridotta e noi potremmo raggiungerla con più facilità, il tutto con consumo di energia.

La Velocità intensa sarà cruciale soprattutto per calibrare perfettamente il colpo quando ci difenderemo dai Colpi Speciali e Intensi: questi tiri particolarmente potenti possono essere Bloccati e rispediti al mittente senza danni solo se colpiti con perfetto tempismo. Se questo non accade, la nostra racchetta subirà dei danni, e dopo un certo numero di errori di questo genere si romperà del tutto, andando a intaccare il numero di racchette a disposizione per l’incontro. Quando queste si esauriranno del tutto, il match verrà perso per K.O.

Come potete ben vedere, il gioco del tennis reinterpretato da Camelot Games per questo nuovo capitolo di Mario Tennis Aces si arricchisce di trovate fuori dall’ordinario che ampliano in maniera magistrale le strategie di gioco, promuovendo sia l’attacco scatenato che una strenua difesa. La chiave di tutto, come in ogni gioco di tennis è il senso della posizione del nostro personaggio rispetto al campo, cercando di prevedere i tiri dell’avversario, rendendo spesso le partite quasi una guerra di nervi. I comandi in questo caso sono assolutamente perfetti, responsivi e ben integrati con il flusso di gioco. Ci vuole davvero poco tempo per padroneggiarli, ma bisogna dedicarsi a tante partite per diventare dei veri campioni. Leggere il gioco in tempo reale e creare delle strategie adattive è la parte più difficile, e avere a che fare con giocatori veramente capaci ci farà vedere fino a che punto è possibile spingere il gameplay.

Da questo punto di vista, ci troviamo forse di fronte al miglior gioco di tennis non realistico in circolazione, un titolo che ci ha fatto tornare in mente pezzi da novanta antichissimi come il buon vecchio Super Tennis per Super Nintendo, con la sua sfida finale contro Don J che ancora ci perseguita.

Set!

Mario Tennis Aces si presenta con una serie di modalità di gioco, più o meno accattivanti.

La prima, e pure quella che vi consigliamo di affrontare subito e fino alla fine, è la Modalità Storia. Come dice il termine stesso, è una sorta di avventura a base di puro tennis, in cui ogni diatriba, ogni problema, ogni imprevisto viene risolto a colpi di racchetta.

Le basi narrative sono quanto mai basilari: Wario e Waluigi hanno liberato il potere di una Racchetta malvagia che minaccia di rovinare la vita su un’isola felice in cui si svolgono tanti tornei di tennis.

Mario, in compagnia del solito e inutile Toad, parte alla ricerca dell’artefatto per porre fine alla maledizione, viaggiando da una location all’altra per scontrarsi con i personaggi della serie, in veste di abili avversari tennisti. Tutto lo Story Mode è un duplice pretesto: da una parte gli sceneggiatori si sono divertiti a mettere in piedi siparietti carichi di nonsense mariesco che pesca a piene mani dalla mitologia della serie, e dall’altra è un lungo enorme e capillare tutorial che metterà a dura prova la vostra abilità con il gioco e le sue particolarità.

Durante lo Story Mode avrete modo di assaggiare i campi speciali di Mario Tennis, quelli con i cosiddetti Imprevisti, come persone che passeggiano per il court, oppure la presenza di un enorme albero maestro al centro del ponte di una nave e tante altre follie che renderanno il gioco del tennis decisamente fuori dall’ordinario.

È interessante vedere come un gioco dalle regole così semplici sia adattabile in tanti contesti diversi e sempre più allucinanti e come una racchetta possa essere così versatile in sede di gameplay. Come sempre, la fantasia non manca ai realizzatori e a goderne veramente è il giocatore che si vedrà catapultato in contesti imprevedibili per far risolvere enigmi o battere record e punteggi in improbabili minigiochi.

Lo Story Mode vanta anche alcuni elementi RPG (?), con tanto di punti esperienza e scatti di livello con miglioramento delle caratteristiche di Mario e la raccolta di racchette speciali con maggiore potenza o miglior resistenza. Addirittura è possibile modificare l’equipaggiamento di queste racchette per far fronte in maniera più ragionata alle sfide più ardue, soprattutto quelle finali, dove il livello di difficoltà va incontro a un picco non indifferente. Preparatevi a faticare per arrivare alla fine, perché tra multitasking e avversari tosti come l’acciaio temprato, suderete sette… magliette!

Lo Story Mode, in definitiva, è un enorme e divertente tutorial che vi preparerà ad affrontare la vera sfida di tutto il gioco: il Torneo Online, una gara persistente che già avevamo assaggiato con la Demo. Non è cambiato granché da allora: in maniera assolutamente randomica e con un matchmaking che purtroppo lascia molto a desiderare verremo catapultati di turno in turno per arrivare a vincere l’agognato trofeo.

La modalità è divertente, ovviamente, non poteva essere diversamente, e soprattutto lascia al giocatore la possibilità di scegliere se affrontare il match o lasciar perdere se la connessione dell’avversario è scadente. Non permette però di selezionare gli avversari in base al livello di proficiency: i punteggi sono accuratamente nascosti fino alla fine dell’incontro, tanto che dopo una cocente sconfitta all’inizio della mia carriera di tennista ho scoperto di aver gareggiato contro un tipo che aveva qualcosa come diecimila punti (io 24…).

Questa evenienza si è venuta a creare spesso, facendo venire a galla un matchmaking purtroppo insoddisfacente e sbilanciato, in un tipo di gioco che vorrebbe invece una serie di gare quanto mai bilanciate per promuovere il divertimento e la crescita tecnica.

In quanto alle caratteristiche dei personaggi per gli incontri online, possiamo dire che ogni partecipante ha i suoi pro e i suoi contro e tutti sono grosso modo equivalenti, anche se a lungo andare, Waluigi e MiniBowser sono leggermente più potenti degli altri, tanto che si invoca al nerfing delle loro caratteristiche, perché in mano a giocatori anche neanche troppo esperti possono trasformarsi in scogli invalicabili. Comunque, questa considerazione è marginale, vista la quantità di character a disposizione e la pletora di strategie di gioco a cui si può attingere.

Se non si vuole poi gareggiare online, c’è il torneo in single player contro il computer, che è una buona alternativa per un allenamento continuo e a difficoltà crescente e per finire il gioco in piena libertà, sia in singolo che in multiplayer, sia offline che online.

Sembra  che Mario Tennis Aces sia il paradiso del giocatore di tennis, e invece purtroppo, nonostante sulla carta ci siano tante opzioni, queste sono gestite male, spesso in maniera approssimativa  o incompleta. La gestione dei gruppi e gli inviti degli amici è un casino, completamente disordinato e mal fatto. Non è possibile giocare dei doppi contro gente random, a meno che queste non entrino per puro caso nel gruppo di gioco.

Organizzare la partite online è stato sempre complicato e inoltre tutto è funestato dalla povertà di opzioni che l’organizzazione del gioco ci impone: la durata delle partite è limitata al Tie Break o al meglio dei tre set da tre game ciascuno. Se volete provare l’ebbrezza delle vere finali di tennis con i durissimi cinque set da sei game, allora dovete andare da un’altra parte.

D’altronde, il multiplayer da divano, sia sullo stesso schermo della TV che in modalità collegamento diretto tra due console è divertente, veloce, senza il minimo tentennamento o lag, fonte di assoluto divertimento.

Peccato davvero, perché questo titolo sarebbe potuto essere un assoluto capolavoro se Camelot Studio e Nintendo avessero curato di più gli aspetti relativi alla gestione e all’organizzazione del multiplayer, dando al giocatore la libertà di creare le partite perfette per ogni occasione.

In via del tutto collaterale, non ci stancheremo mai di maledire la scelta di non inserire una chat vocale nella Switch, perché per un gioco del genere, esattamente come per Splatoon, sarebbe stata la ciliegina sulla torta: chi non vuole prendere per il culo l’avversario dopo aver sparato una pallina in orbita a trecento chilometri orari?

Match!

Graficamente il gioco si presenta perfetto per il genere che vuole rappresentare. C’è tutta l’iconografia di Mario, tutto il pantheon di compagni e nemici, tutte le icone dei titoli passati, in grande spolvero con i loro completini a tema, perfettamente integrati nell’economia del gioco.

La realizzazione dei campi, sia quelli più normali, che quelli fuori di testa, è coerente e soprattutto non è mai superficiale. La fisica della pallina (anche quando per qualche motivo travalica le normali leggi della fisica) resta convincente anche in situazioni un po’ fuori dall’ordinario. I rimbalzi sulle diverse superfici sono ben realizzate e si sente la differenza tra erba e cemento, esattamente come si avverte la solidità della racchetta che colpisce la pallina.

Forse alcuni passaggi di gioco sono poco realistici e poco accettabili, conseguenze anche della forma non umanoide di alcuni personaggi. Giocare contro un Categnaccio che non ha neanche le mani, o contro un Boo ha un sapore troppo assurdo e non permette neanche di calcolare bene i movimenti lasciando un po’ di amaro in bocca. Alla stessa maniera, per mantenere lo stile grafico dei personaggi, alcuni scelte di hit box risentono delle diverse dimensioni e forme dei tennisti: basti pensare alle differenze di altezza tra Waluigi e Wario per rendersi conto di quanti compromessi siano stati fatti per rendere omogeneo il gameplay e come questi compromessi siano stati perfettamente integrati all’interno del gioco.

Il sound design dei colpi e tutto il sonoro ‘tecnico’ è meraviglioso, con gli schiocchi della palla che saetta al di qua e al di là della rete perfettamente riprodotti. Purtroppo, come in tutti i giochi della serie, lo speaker è veramente fastidioso, sia come tono di voce che come interpretazione. Non sembra neanche parte integrante del gioco.

A questo aggiungiamo una localizzazione in italiano da orticaria, tanto da trasfigurare alcune voci del menu di gioco e alterare la scansione dei match.

Per esempio quello che in inglese era FREEPLAY e che lasciava presagire tutte le forme di gioco alternative al torneo, in italiano diventa MULTIPLAYER anche se ci sono dentro tutte le modalità in singolo. Perché non lasciare Freeplay? O non tradurre alla lettera con un poco elegante ma sicuramente più efficace Modalità Libera?

E poi, ecco che Game e Set diventano Gioco e Partita! Ma perché? Il tennis è seguito da decenni e la terminologia anglofona è entrata a far parte dell’immaginario collettivo ormai completamente assorbita nel lessico di ogni giorno. Chiunque abbia curato al localizzazione dovrebbe fare ammenda e magari, nella speranza che questa review raggiunga anche i realizzatori, si potrebbe sperare in una patch che corregga queste piccole nefandezze.

Verdetto

Mario Tennis Aces offre uno dei gameplay più curati, vari e strategici della serie, con delle aggiunte e delle trovate che rendono il gioco meno arcade e paradossalmente più tecnico dei precedenti. Come in ogni titolo di questo genere, capire come si gioca è facile, imparare i comandi è davvero un attimo, ma saper giocare, diventare bravi, beh, quella è tutta un’altra storia. Ci vuole sacrificio e spirito di abnegazione, tanto allenamento e una buona dose di perseveranza.

Le modalità offerte sono tante, dalla Modalità storia, che unisce Tennis e gioco di ruolo in un mix sui generis e divertente, fino al temibile Torneo Online dove ve la vedrete con avversari umani, tosti e assetati di punti. Purtroppo il matchmaking è molto ballerino e questo potrebbe scoraggiare chi è alle prime armi, frustrato da continue sconfitte.

Le modalità di gioco libere poi, per quanto divertenti, stabili e relativamente varie, sono funestate da una disarmante povertà di scelte e opzioni a disposizione del giocatore e da una gestione della lobby e degli inviti farraginosa e poco intuitiva. Niente che non possa essere patchato, per fortuna, ma ci saremmo aspettati una maggiore cura in questo senso, soprattutto per un titolo che punta moltissimo al multiplayer.

Eugene Fitzherbert
Vittima del mio stesso cervello diversamente funzionante, gioco con le parole da quando ne avevo facoltà (con risultati inquietanti), coltivando la mia passione per tutto quello che poteva fare incazzare i miei genitori, fumetti e videogiochi. Con così tante console a disposizione ho deciso di affidarmi alla forza dell'amore. Invece della console war, sono diventato una console WHORE. A casa mia, complice la mia metà, si festeggia annualmente il Back To The Future Day, si collezionano tazze e t-shirt (di Star Wars e Zelda), si ascolta metal e si ride di tutto e tutti. 42.