Gundam… macchina da guerra, Gundam Wing… Go to fight a war!

Il brand di Gundam è ormai famoso in tutto il mondo, tutti hanno fatto almeno una volta la conoscenza degli enormi robottoni che combattono a suon di armi esplosive. Ma non tutti conosciamo i Gunpla (Gundam plastic model) dei kit componibili prodotti da Bandai con i quali è possibile ricostruire i moltissimi modelli di mecha presenti nella serie. Divenuti un prodotto praticamente iconico nella terra del sol levante, non hanno riscontrato però un tal successo nel resto del globo anche se le vendite dei set registrano comunque ogni anno numeri esorbitanti. Ma cosa centra questo con New Gundam Breaker?

Semplice, i protagonisti di questo capitolo di casa Bandai Namco non sono i Gundam veri e propri, ma le loro controparti in scala ridotta. Quarto capitolo della serie Breaker (saga basata appunto sui modellini componibili) ma primo ad esser stato portato in occidente questo giocò è stato anticipato da un trailer che ha suscitato il nostro interesse ed il nostro amore per i robottoni, ma ora che abbiamo potuto giocarlo sarà stato all’altezza? Scopritelo con noi.

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Un’avventura da skippare

Avviato il titolo dovremo scegliere il nome del nostro alter-ego; fatto questo ci ritroveremo catapultati nella Gunbre High School, una vera e propria accademia dedicata ai costruttori di Gunpla. Qui si svolgerà l’intera trama del gioco, vedendo il nostro personaggio iscriversi alla scuola dopo aver vinto una serie di tornei locali ed aver deciso di diventare un “professionista”. Giunti nell’istituto incontreremo niente meno che la nostra amica di infanzia, Yui, la quale ci spiegherà che la situazione non è delle migliori da quando il consiglio studentesco ha creato una vera e propria dittatura dando vita ad un sistema di gerarchie con il quale i più deboli vengono fruttati dai più forti. Insieme a lei ed ad altre ragazze della scuola costituiremo quindi i “Side 0”, una squadra con l’obiettivo di fermare i soprusi da parte del consiglio scolastico e di rendere di nuovo l’accademia un posto dove poter dar libero sfogo alla propria creatività.
La storia d New Gundam Breaker purtroppo non ci ha entusiasmato per nulla, in quanto piuttosto banale ed infarcita dei più classici cliché presi a piene mani dall’animazione nipponica. Ovviamente da un titolo del genere non ci aspettavamo una narrazione particolarmente profonda, ma i continui stereotipi e le vicende scontate fan venir voglia di skippare i dialoghi in continuazione. Il che è un peccato dato che, lo stile a visual novel, i dialoghi in lingua originale ben doppiati e un’ottima traduzione dei testi avrebbero ben valorizzato una trama un tantino meno estenuante.
Gli unici altri particolari degni di nota parlando di narrazione sono delle piccole decisioni da prendere ogni tanto e le routes da seguire. Nonostante i fatti non cambino qualunque strada scegliamo, il gioco ci permette di viverli prendendo come punto di riferimento una ragazza piuttosto che un’altra, cosa che comunque alla fine farà variare solo qualche dialogo e la compagna di squadra che avremo nelle sfide.

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Ma vediamo ora il vero simbolo di New Gundam Breaker: i Gunpla. Nella Gunbre High School gli alunni costruiscono, assemblano e decorano questi modellini per poi farli combattere con dei simulatori all’interno di arene virtuali, le quali richiamano alcuni dei più iconici luoghi della saga di Gundam (non aspettatevene chissà quante comunque, non arriviamo neanche alla decina). Le sfide vedono scontrarsi due squadre da 2 o 3 persone ciascuna, tuttavia i contendenti non saranno mai le uniche unità presenti, poiché durante la battaglia compariranno diversi robot neutrali che attaccheranno l’una o l’altra fazione indiscriminatamente. Gli scontri si svolgono come una serie di incarichi da portare a termine prima dello scader del tempo per far salire un contatore che decreterà il vincitore del match. Queste missioni vanno dall’eliminare un certo numero di nemici al raccoglimento di componenti fino alla ricerca ed apertura di bauli. Al di là delle missioni da svolgere il vero cuore dell’azione sono i componenti, distruggendo o danneggiando in modo particolare i nemici essi lasceranno cadere una parte casuale del loro Gunpla. Ognuno di essi infatti è composto da testa, busto, braccia, gambe, backpack, arma contundente e a distanza; ciascuna di queste parti una volta raccolta verrà inserita in una dei nostri 5 slot-componenti e potrà esser riposta in uno scrigno per esser conservata a fine missione o potrà venir equipaggiata in qualunque momento andando a sostituire la parte già presente. Quest’ultima si rivela una meccanica interessante ma sfortunatamente mal sfruttata, ogni pezzo ha delle statistiche e delle abilità, recuperando un componente in battaglia difficilmente si avrà tempo di studiarlo per decretare se è migliore del nostro, perciò equipaggiarlo subito si rivela vantaggioso solo per una scelta estetica o in caso il nostro componente relativo fosse stato distrutto lasciandoci scoperti.

Le battaglie si dimostrano ben presto caotiche e molto ripetitive, gli obiettivi presentano una scarsissima varietà e l’eccessivo numero di Gundam a schermo ci invoglia spesso a giocare in maniera casuale e approssimativa. Ritrovarsi a volte a non distinguere nemmeno il nostro alter-ego ci ha portato in più occasioni ad usare attacchi a caso pur di liberarci dal mucchio. Sia chiaro il sistema di combattimento è semplice ed abbastanza efficace: un attacco a distanza con l’arma da fuoco, 2 diversi tasti per gli attacchi ravvicinati, il boost, la parata e le diverse abilità donateci dai pezzi equipaggiati. Tuttavia è l’insieme di vari elementi che vanno a minare un’impostazione ben collaudata; lockare un nemico per esempio è praticamente impossibile, o meglio è possibile tramite il tasto apposito, ma riuscire a mirare quello che vogliamo sarà una vera sfida dato che il sistema di lock sembra voler mirare sempre il bersaglio più scomodo da colpire o quello più inutile. Un altro esempio è la risposta ai comandi lenta ed a volte scomoda, come lo scatto assegnato al tasto di salto, cosa che crea la fastidiosa necessità di restare immobile per qualche istante se si vuole saltare invece di usare il boost ed in fine il problema del frame-rate, sempre piuttosto basso; per non parlare dei diversi casi di totale freeze del gioco assolutamente ingiustificabili.

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Il modellismo più maniacale

Oltre alla modalità single player vi è la modalità online e la modalità “attrezzatura”. Quest’ultima è probabilmente la sezione dove sono stati concentrati tutti gli sforzi dei programmatori dato che è forse l’unica degna di nota di tutto il gioco. Qui potremo creare un robot da zero o modificarne uno già in nostro possesso, salvando anche varie configurazioni per poterle riutilizzare in seguito. Giocando l’avventura otterremo pezzi di vari Gundam oppure potremo acquistarli da un negozio nel quale saranno presenti tutte le tipologie di mecha presenti in game(usando però dei soldi che otterremo durante il single player). Davanti a tanti dedizione ci siamo sbizzarriti a creare modellini su modellini, dai più fighi ad i più bizzarri. Ogni pezzo ha statistiche precise e conferisce, se equipaggiato, una determinata abilità; perciò per creare la configurazione ottimale saranno necessari vari tentativi. Potremo in ogni caso unire vari pezzi solo per gusto estetico dando vita al Gunpla più improbabile mai visto. Avremo modo inoltre di dipingere ogni componente fino al suo più piccolo bullone, avendo a disposizione moltissime possibilità di colori e sfumature, da quelle monocromatiche e metallizzate a quelle opache a scacchi, ogni combinazione è possibile. In fine ci sarà data la possibilità di fotografare il nostro lavoro ultimato mettendolo in posa e ruotandolo a nostro piacimento. Il multiplayer per finire non presenta alcuna innovazione rispetto al resto del gioco, le modalità di sfida solo le medesime del single-player con gli stessi pregi e difetti, semplicemente giocate con e contro giocatori reali invece di bot, nulla di realmente diverso.

Verdetto

Per concludere ci sentiamo di dire che New Gundam Breaker è un gioco che avrebbe richiesto più lavoro, l’idea di fondo è ottima e le basi sono salde, è tutto ciò che ci sta sopra che però è stato fatto troppo di fretta (con l’eccezione del Gundam-making). Il gioco in se è assai ripetitivo ed estenuante, e se non fosse per l’ottima modalità di creazione, sarebbe decisamente dimenticabile. Consigliamo perciò questo titolo solo ai veri fan dei Gunpla. I modelli di robot presenti sono tanti e presi da molte serie Gundam diverse, inoltre le possibilità di personalizzazione, dall’assemblaggio alla pittura, sono praticamente infinite, ma la qualità purtroppo finisce li.

Mirko Ferrari
Nasce in uno sperduto paesino della Lombardia, e sin da piccolo adora friggersi il cervello con videogiochi vari fin quando non scopre l’oscuro e dispendioso tunnel dal quale non uscirà mai: i fumetti. Accanito lettore e collezionista soprattutto di manga, scrive cercando di condividere la sua opinione su qualunque cosa gli passi fra le mani, anche quando nessuno la richiede. Quando non sta leggendo boiate o morendo su Bloodborne, si dedica alla sua passione per la musica (credendosi un chitarrista), alla scoperta di nuovi video di gattini nell'internet o alla ricerca dell' One Piece. Frequenta la facoltà di ingegneria, per lo meno fin quando non riuscirà ad avverare il suo sogno di conquistare il mondo.