Tutto il pulp di cui avevamo bisogno (?)

Duncan Vizla, in arte The Black Kaiser (Mads Mikkelsen), è uno spietato killer professionista che, ormai prossimo ai 50 anni, è vicino alla data del pensionamento.
A quanto pare però il suo datore di lavoro, il sig. Blut (Matt Lucas) è stanco di pagare cifre smisurate per i suoi ex dipendenti, e inizia a farli fuori uno ad uno. Se lo stuolo dei giovani assassini incaricati di togliere di mezzo i vecchi ha vita facile con gli altri, non sarà la stessa cosa con Black Kaiser, che ormai si è riparato nel freddo del Montana, dove ha conosciuto da poco Camille (Vanessa Hudgens), la sua vicina di casa.

Questa è la storia che Jonas Akerlund adatta dalla graphic Novel Polar, di Victor Santos, servendoci su Netflix un tripudio di pulp, pallottole e vendetta che vive di un ritmo perennemente adrenalinico, tra tanta azione e rapidi flashback allucinogeni che ci ricordano in maniera rifinita lo stile del suo più grezzo Spun, il drug movie con cui il batterista di Bromma è diventato a tutti gli effetti un regista, e al quale pensiamo inevitabilmente quando vediamo lo zoom sulla pupilla del protagonista, utilizzato per dar vita a strani meccanisimi della mente, come accadeva con il Ross di Jason Schwartzman.

 

 

Tecnicamente Polar è un film affascinante, che estetizza la violenza per mezzo di una palette cromatica sgargiante e shocking, in cui il rosso acceso del sangue che sgorga a fiumi trova un costante abbinamento col vivido ed innaturale verde della vegetazione e gli appariscenti abiti dei gregari. Una colorazione che vive un contrasto continuo con le ambientazioni in cui troviamo il nostro protagonista Duncan, scure e dark come il suo look o come l’espressione del suo volto sprovvisto di sorriso, e che spaziano dalla glaciale Minsk al grigiore e alla neve del Montana.

L’ultra violenza pacchiana fa il paio con uno humour molto black, in cui questa sorta di John Wick silenzioso cerca la redenzione per una vita passata a commettere crimini efferati e a sporcarsi le mani, che lo ha disabituato a qualsiasi tipo di rapporto, al punto che non è in grado di saper badare nemmeno a un pesce rosso o a un cane (e qui ritorna, in veste un po’ diversa, una costante già vista in Shooter e John Wick).

polar

È ovvio che Polar sia strutturalmente un classico di genere, con i tanti combattimenti che diventano il fulcro dell’opera, ed in questo senso fanno davvero centro poiché divertono ed esaltano lo spettatore, con tante trovate non banali che contribuiscono a dipingere la figura di una sorta di superuomo immortale. In questo aiuta anche la goffa caricatura del villain protagonista, un Blut eccezionalmente interpretato da Matt Lucas, che ci propone questo grasso supercattivo, esteticamente molto fumettistico, dal poco sale in zucca e tanto zucchero nella pancia: divora torte davanti alla TV mentre attende speranzoso la morte del suo ex dipendente.

Come abbiamo detto il carattere distintivo di Polar è la spropositata violenza, manifesta praticamente in tutte le scene durante l’arco di due ore che vanno via spedite, macchiando lo schermo con tinte pulp e gore, ammiccando allo stile di Leicht e Stahelski e il loro John Wick, con poca innovazione ma la certezza di percorrere una strada già battuta e che può garantire un certo apprezzamento e una sicura fetta di pubblico.

Tolte le belle parole per l’estetica del film e la cura nelle scene di combattimento, rimane ovviamente ben poco, se non una nutrita mescolanza di elementi già visti, che rappresentano ormai cliché di genere. Ma una cosa è certa: se amate questa tipologia di film Polar potrebbe nutrire il vostro spirito dandovi la giusta dose di adrenalina, supportata dalla soundtrack minimal techno di Deadmau5, ponendo il divertimento alla base di tutto.

polar

Se avete apprezzato Polar…

Naturalmente non possiamo che suggerirvi John Wick (il primo, mi raccomando!) o il già citato Shooter (il film di Fuqua, con Mark Wahlberg). Se poi cercate un film di genere ma di vera qualità, accantonate sia Stahelski che Akerlund e concentratevi solo su Leicht e il suo Atomica Bionda, con Charlize Theron protagonista.

Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.