Siete sicuri di esser pronti a guardare Good Omens?

Vi siete mai chiesti cosa succederebbe se le sorti del mondo fossero affidate a un ragazzino di 11 anni? E come fanno delle innocue paperelle a conoscere tutti quei segreti internazionali? O perché qualsiasi audiocassetta lasciata nel portaoggetti della vostra auto per più di un paio di settimane si trasforma inevitabilmente in una raccolta dei più grandi successi dei Queen?

Queste sono solo alcune delle assurde domande a cui troveremo risposta a partire dal 31 maggio, quando Amazon Video lancerà la miniserie Good Omens. Tratta dall’omonimo libro scritto nel 1990 dal maestro dello humor fantasy Terry Pratchett e dallo scrittore e fumettista Neil Gaiman, sarà composta da sei episodi, come sei sono i giorni di cui si compone l’opera originale. Nel cast, due protagonisti d’eccezione: David Tennant (Doctor Who) nei panni di Anthony Crowley e Michael Sheen (Masters of Sex) in quelli di Azraphel. Attesissimo anche Benedict Cumberbatch la cui voce sarà quella di Satana.

Ma cosa dobbiamo aspettarci da Good Omens?

https://www.youtube.com/watch?v=hUJoR4vlIIs

Tre round, una Caduta, un solo vincitore

Good Omens: The Nice and Accurate Prophecies of Agnes Nutter, Witch, pubblicato in Italia col titolo Buona apocalisse a tutti! è il frutto dell’intreccio di due delle menti più geniali della letteratura fantastica degli ultimi anni. La collaborazione tra i due autori, nata alla fine degli anni ’80, ha dato vita a un’opera dissacrante e tagliente, che ricorda a tratti, la follia e la genialità di Douglas Adams e della sua Guida galattica per autostoppisti.

La storia ha infatti inizio con uno scambio di neonati all’interno di un ospedale gestito dalle suore dell’Ordine delle Chiacchierone. Fin qui nulla di strano, se non fosse che le allegre e loquaci monache sono in realtà fervide sataniste e che uno dei pargoletti in questione altri non è che “l’Avversario, il Distruttore del Re, l’Angelo Del Pozzo Senza Fondo, la Grande Bestia Chiamata Dragone, il Principe del Mondo, il Padre Della Menzogna, la Progenie di Satana e il Signore dell’Oscurità”. Per farla breve, l’Anticristo.

Il motivo della sua venuta sulla Terra è presto detto: deve essere cresciuto ed educato in modo da essere in grado, al compimento del suo undicesimo anno di età, di guidare le schiere infernali in quella che sarà l’Ultima Battaglia, lo scontro decisivo tra Paradiso e Inferno. L’Apocalisse è dunque vicina, ma non tutti sono entusiasti all’idea di utilizzare la Terra come campo di battaglia e sacrificare l’intera umanità per porre fine allo scontro tra Bene e Male.

good omens

L’angelo Azraphel e il demone Crowley si conoscono dall’inizio dei tempi e da migliaia di anni vivono in mezzo agli esseri umani e interagiscono con loro per portare a termine gli ineffabili piani dettati dai loro rispettivi superiori.

Si sono abituati alla vita sulla Terra e, perché no, si sono forse anche un po’ affezionati all’umanità e alle sue stranezze. Stringono dunque un’improbabilissima alleanza con lo scopo di sabotare l’imminente Apocalisse e di dissuadere quello che credono essere l’Anticristo dal compiere la sua missione. Peccato solo che il ragazzino che stanno tenendo d’occhio non abbia niente di sovrannaturale e che il vero figlio di Satana stia vivendo la sua vita spensierata a Lower Tadfield, un paesino sperduto nella campagna inglese.

La corsa sfrenata per ritrovarlo li porterà a vivere vicende a dir poco surreali. Si imbatteranno così in una lunga serie di personaggi stravaganti, tra cui un’occultista che trascorre la sua esistenza a cercare di interpretare le tanto “belle e accurate” quanto indecifrabili profezie della sua antenata bruciata sul rogo, un duo sgangherato di Cacciatori di streghe, i Quattro Cavalieri dell’Apocalisse in una moderna versione da motociclisti e tutta una schiera di atlantidei, alieni e monaci tibetani.

Il tutto sulla colonna sonora di Bohemian Rhapsody.

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Giusto o sbagliato?

“L’Inferno non è una riserva di cattiveria, pensava Crowley, né il Paradiso è una sorgente di bontà; sono solo due fazioni opposte nella grande partita a scacchi dell’universo. Il fatto è che la vera grazia e la vera cattiveria albergano nella mente degli uomini.”

Un Demone che troppo facilmente si lascia convincere a fare la cosa giusta. Un Angelo che mette in discussione il volere di Dio. Due protagonisti sui generis, che scardinano gli stereotipi di “assoluta bontà angelica” e “assoluta cattiveria demoniaca” e si interrogano sui dogmi della fede.

Fin dalle prime pagine, dal loro incontro nel giardino dell’Eden, i due si scambiano, seppur in tono ironico, delle battute intelligentissime ed estremamente provocatorie, offrendo al lettore degli spunti unici per riflettere sui concetti di giusto e sbagliato, di umano e divino, di responsabilità e libero arbitrio. Se era così importante che Adamo ed Eva non mangiassero la famigerata mela, perché non “piazzare l’Albero in cima a una montagna altissima o in un posto fuori mano”? E perché è necessario che Paradiso e Inferno si scontrino in una guerra se Dio, nella sua onniscienza, dovrebbe già conoscerne il vincitore?

Nei loro battibecchi, Azraphel e Crowley toccano moltissimi tra i punti più delicati del cattolicesimo, soffermandosi sulle questioni di dubbia interpretazione. Ma, alla fine, l’unica conclusione a cui sembrano giungere è che il male e il bene non sono mai assoluti o stabiliti a priori. L’unica scelta veramente condannata sarebbe quella di non porsi delle domande, affidandosi ciecamente alle direttive imposte dall’alto, senza prendersi la responsabilità delle proprie scelte e delle proprie azioni.

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Tra humor inglese e citazionismo sfrenato

Se non bastasse questa trama decisamente sopra le righe a incuriosire chiunque, sappiate che tra le pagine di Buona Apocalisse a tutti! si respira britannicità a pieni a polmoni, grazie a quello humor inglese tipico della penna di Terry Pratchett. Inoltre, l’intera opera è talmente ricca di citazioni che trovarne il più possibile diventa una sorta di sfida personale.

Già a partire dal titolo e dalle scene iniziali, il libro si presenta come una parodia della saga The Omen (1976) e di tutto il filone cinematografico legato all’avvento dell’Anticristo. Ma Pratchett e Gaiman non si fermano certo a questo. Una delle cose che saltano presto all’occhio è che ogni nome rimanda a qualcos’altro: basti pensare a Crowley, chiamato così in onore di Alesteir Crowley, figura chiave nella storia dell’occultismo e del satanismo, o alla giovane Pepper, diminutivo di Pippin Galadriel, come i due personaggi de Il Signore degli Anelli.

Ogni scusa è buona per inserire citazioni più o meno colte, di opere classiche o moderne, che spaziano dal letterario, al musicale al cinematografico, con moltissimi riferimenti alla cultura pop (è facile trovare rimandi a Star Wars, E.T., L’Esorcirsta o vari supereroi dei fumetti). C’è anche una meravigliosa autocitazione nel personaggio di Morte, in tutto e per tutto uguale a come appariva ne Il colore della Magia, primo volume della saga di Mondo Disco.

E sono forse questi gli elementi che più ci aspettiamo di riscontrare in Good Omens. Un umorismo tagliente e un citazionismo sfrenato, che ci facciano ridere a crepapelle anche del disastro ultimo che annienterà la vita sulla Terra e che ci spingano a una vera e propria caccia all’easter egg, con un effetto simile a quello ottenuto da Ready Player One.

Affrontate dunque la fine dei tempi con animo leggero. Tenetevi pronti ai ritmi frenetici di tanti e variegati personaggi, a una buona dose di religiously scorrect, alle riflessioni sul ruolo dell’umanità sempre celate da un velo di ironia. Se non l’avete ancora fatto, recuperate il libro, prima che sia troppo tardi e… buona apocalisse a tutti!

Sara Zarro
Non sono mai stata brava con le presentazioni, di solito mi limito a elencare una serie di assurdità finché il mio interlocutore non ne ha abbastanza: il mio animale preferito è l’ippopotamo; se potessi incontrare un personaggio letterario a mia scelta questi sarebbe senz’altro Capitan Uncino; ho un’ossessione per la Scozia, l’accento scozzese e i kilt, derivata probabilmente da una infatuazione infantile per il principe della collina di Candy Candy; non ho mai visto Harry Potter e i doni della morte per paura di dover chiudere per sempre il capitolo della mia vita legato alla saga… Ah, ho anche un pony.